I GIUDEI



 
PRESENTAZIONE

                                                               

       

                                                    Origini del dramma

 

Il dramma " I Giudei " è un artistico, purissimo gioiello incastonato nel complesso delle tradizioni folcloristiche e culturali di Caccuri.  L'opera, in  versi e prosa settecentesca, ricostruisce il terribile processo intentato a Gesù dal Sinedrio e conclusosi con la definitiva condanna a morte del Messia decretata dal pavido ed insipiente procuratore romano della Giudea Ponzio  Pilato.

La tradizione vuole che il testo sia stato portato a Caccuri sul finire del XVIII° secolo da alcuni monaci che provenivano da un convento di Miglierina, ma potrebbe essere anche opera di qualche monaco del convento di Caccuri o dei qualche sacerdote del luogo.. Quel che è certo è che l'opera fu rappresentata per la prima volta agli inizi del XIX° secolo e riproposta regolarmente ogni sette anni, salvo alcune eccezioni coincidenti con gli eventi bellici.

Molti furono, nel corso delle varie rappresentazioni, i rimaneggiamenti del testo originale, a volte dovuti ad errori dei copisti, a volte dettati dall'esigenza di renderlo più comprensibile ad un pubblico non sempre colto e ad attori spesso artigiani o contadini. Negli anni '40 il signor Domenico Ambrosio, molto opportunamente, provvide a ricopiare l'antico opuscolo oramai sgualcito ed illeggibile evitando la perdita definitiva del prezioso testo.

Dopo una lunga pausa negli anni '50, il dramma fu riproposto in una nuova edizione nel 1965 ad opera di un gruppo di giovani tra i quali Salvatore Basile che doveva divenire poi animatore e regista di tutte le successive edizioni ad alcune delle quali collaborò attivamente il compianto sacerdote don Giovanni Greco.

Nel 1984 si pensò di arricchire ulteriormente l'opera con l'aggiunta, oltre che della crocifissione, così come era stato fatto nel 1974, delle beatitudini, tratte direttamente dal Vangelo e della Cena i cui versi furono scritti per l'occasione dall'autore di questa presentazione. La rappresentazione nella nuova veste vide la luce il 20 aprile presso il campo sportivo ed ebbe un grande successo di pubblico che, per la prima volta nella storia della manifestazione, poteva ammirare una scenografia completamente originale e costumi scelti accuratamente, oltre ad apprezzare le musiche in sottofondo scelte e curate da Salvatore Basile. La penultima edizione del 1° aprile 1989 ha introdotto alcune novità nella scena della crocifissione (come la deposizione) che hanno contribuito ulteriormente alla riuscita della manifestazione.

L’ edizione del 1998,  probabilmente l’ultima del millennio, è stata particolarmente curata sia per le sontuose scenografie realizzate su progetto di Vincenzo De Franco e Giuseppe Miliè, che hanno ricostruito una Gerusalemme grandiosa e credibile, sia per l’introduzione di nuovi personaggi creati per l’occasione da chi scrive. Si tratta di sei nuovi membri del Sinedrio: Manasse, Fares, Zerath, Nadab, Ioram e Nahum, tutti accusatori del Cristo, che rendono più credibile e completo il processo al Redentore.     

    

                                        

 

    Ritengo, prima di chiudere questa breve presentazione, di rendere un doveroso omaggio ai grandi interpreti del passato che oggi non sono più tra noi e ringraziare quelli delle edizioni più recenti che, probabilmente, indosseranno ancora per molto i panni dei protagonisti della Passione.

Tra i personaggi più drammatici e più difficili da interpretare,  va annoverato Giuda al quale diedero vita in questo secolo Francesco Belcastro, detto Ciccillo, usciere comunale, uno dei più grandi a detta del poeta Umberto Lafortuna che lo celebrò in una sua lirica. Un superbo Giuda fu anche Giovanni Guzzo che, addirittura, ne acquisì il soprannome che si portò dietro fino alla morte e che lo interpretò per molte edizioni. Non va dimenticato l'ultimo Giuda, Giovanni Aiello, che ne diede due magistrali interpretazioni nel 1984 e nel 1989.

Altri personaggi difficili e drammatici sono quelli di Nicodemo, che ebbe diversi interpreti tra i quali Domenico Ambrosio, negli anni precedenti l'ultimo conflitto e Vincenzo Parrotta, che si mise in luce in tre edizioni, di Giuseppe di Arimatea, interpretato nelle ultime edizioni da Domenico Guzzo e dall’autore di questa presentazione, Caifa, interpretato dal professor, cavaliere Francesco Macrì nel 1940 e poi, per moltissime altre edizioni da Orlando Girimonte, Erode, interpretato da in anni lontani da Antonio Loria, dal prof. Francesco Antonio Fazio e, nelle ultime edizioni, dal prof. Rocco Falbo, Pilato, interpretato da Eduardo Lucente prima della guerra, poi da Antonio De Marco nel 1965 e, successivamente, da Vincenzo De Franco nelle ultime edizioni. Un cenno ancora al Centurione, interpretato di recente da Giovanni Gallo e, infine, il Cristo che ebbe le guance scarne di Giovanni Spatafora prima della guerra, poi di Salvatore Basile nel '65 e nel '74, di Giovanni Spatafora (solo omonimo del precedente) nell'84 e, infine, di Rocco Mercuri nel 1989.

                                                   

                                                                                         Giuseppe Marino

                                                         Giudei edizione 2007

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