La cena
 

 

Sulla scena una lunga tavola imbandita. Undici persone sono sedute.  Sulla sinistra dello spettatore Cristo ,  in ginocchio, sta lavando i piedi ad un apostolo.  Finita la lavanda fa cenno a Pietro di avvicinarsi.

 

Pietro:                           Parmi, Signore mio, cosa non degna, che il Celeste Maestro dell’umil servo suo terga le membra.

 

         Cristo:                             Tempo non e’, mio buon Simone Pietro, che tu comprenda quanto or qui s’appressa. Sappi soltanto che  se il Figlio dell’uomo non si fa servo, con sacra lavanda del suo fratello dell’Eterno figlio, questi, che mai da me non fia diviso, non entrerà giammai nel paradiso.

 

Pietro si avvicina e si lascia lavare i piedi. Dopo averglieli asciugati Cristo siede al tavolo e riprende..

 

Cristo:                          Giunto è il momento che comprender e’ d’uopo cio’ che si fece. Se il  Figlio dell’uomo terse le membra dei diletti figli, certo è opportuno che i discepol miei l’un l’altro si lavino a mia guisa; sol chi del suo fratel servo diventa degno e’ del Padre mio!

 

Le parole di Cristo sono seguite da qualche attimo di silenzio. Poi riprende il vocio dei commensali. All’improvviso cala uno strano silenzio . La tensione diventa palpabile e i discepoli si voltano a guardare Cristo.

Cristo:                         La limpida acqua che le membra terse puri vi fece e degni del Padre
                                       mio. Sol un tra voi pur e’ fallace ed il Signore tradira’ con un bacio.


Giovanni:                    Maestro, chi e’?

 

 

Cristo:                          Chi con lui mangia della stessa mensa a vendere il Maestro ormai gia’ pensa.

 

I discepoli si guardano tra loro increduli. Cristo spezza il pane e lo porge a Giuda.

 

Giuda:                              Son forse io, Signore?

 

Cristo:                             Tu l’hai detto, ma quel che devi far, fallo al più presto.

 

Giuda si alza ed esce.

 

Cristo:                             Da lungo tempo desiderai con voi sedere a questo desco. Or già s’appressa l’antica profezia de’ padri nostri. Ne’ mangero’ con voi di questo pane, se non nel regno del Celeste Padre. (Spezza il pane e lo porge a un discepolo).    Questo  del Figlio dell’Eterno e’ il corpo per voi sacrificato; ciascun di questo pane si satolli, cibo immortale, mistica vivanda che l’uomo al Dio del ciel fa somigliante. ( Prende una coppa di vino e la porge allo stesso discepolo)  Questo della vite e’ il dolce succo; bevete tutti del Maestro il sangue versato in remissione dei peccati. Chi del calice mio disseterassi degno e’ del regno dell’Eterno Padre.

 

Il calice passa di mano, Poi, in silenzio, tutti si alzano e si abbracciano tre di loro lentamente.