Pasquale
Poerio, uomo politico, parlamentare e protagonista delle lotte contadine e della nuova agricoltura |
E’
rimasto sulla scena politica per sessant’anni senza mai ferire la
propria immagine e senza mai fermarsi”;
“un uomo pragmatico ed istituzionale, ma grande combattente; un
politico che amava definirsi non oratore, ma aratore e che con le sue
battaglie per la conquista delle terre incolte ha dato la possibilità a
tantissimi contadini di arare davvero la terra avviando la
trasformazione del Marchesato e promuovendo lo sviluppo di una moderna
agricoltura.”
Comunista
nato a Casabona l'1 ottobre del 1921, Poerio fu, in effetti, una
figura di grande rilievo politico e culturale, un dirigente di
estrazione contadina che non esitò, dopo il conseguimento della maturità
classica con il massimo dei voti, ad interrompere gli studi universitari
(si era iscritto alla facoltà di lettere e filosofia) per abbracciare
la causa dei contadini e dei braccianti angariati da un feudalesimo che,
nel Mezzogiorno e nell’antico Marchesato di Crotone resisteva ancora,
nonostante due spaventosi conflitti mondiali e lotte plurisecolari
condotte dalle classi subalterne per eliminare quest'odiosa piaga. Poerio, insieme a tanti altri suoi
compagni, capì che il riscatto delle masse calabresi passava attraverso
la rottura del latifondo, la conquista delle terre usurpate e la loro
trasformazione rendendole irrigue e quindi attraverso la modernizzazione
dell’agricoltura. Per questo, come hanno ricordato in molti, da
Maurizio Mesoraca al prof. Esposito, da Ciccio Caruso a Francesco
Caligiuri, al nipote, l'avvocato Domenico Poerio, fece del Piano irriguo Neto – Tacina – Passante, la sua
battaglia di una vita. Ma Pasquale Poerio fu anche un uomo di grande rigore morale che
concepiva la politica come servizio , come uno strumento per far
progredire le popolazioni meridionali , un militante che seppe dare un
“esempio di valore morale e civile e che volle dedicare le sue energie
migliori al riscatto della Calabria nel secondo dopoguerra”, come ha
scritto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un
messaggio fatto pervenire per l’occasione e condiviso da Emanuele
Macaluso, letto in sala dal
preside prof. Nicolino Aiello. E in un altro messaggio letto
dalla preside Olga Macrì, Adolfo (Fofò) Oliverio, amico e compagno di lotte di
Pasquale, lo definisce uomo “coerente nel comportamenti pubblici e
privati e coerente nel tempo". Interessante la lettura di uno scritto di
Pasquale Poerio affidato al dott Piero Cotroneo, primario di
geriatria dell'ospedale di Crotone, dal quale si apprende che le lotte per l’occupazione
delle terre ebbero inizio a Casabona già otto giorni dopo l’8
settembre del 1943 con le truppe alleate ancora a Crotone, quando il
comando americano, appresa la notizia e preoccupato che potessero
scoppiare tumulti
a pochi chilometri dai suoi accampamenti, mandò un contingente di
soldati marocchini per sedare una eventuale rivolta ma, trovando i
contadini intenti al lavoro armati solo di aratri, zappe e badili, i
soldati nord africani finirono per solidarizzare con i presunti
rivoltosi. E’ da li, come ha osservato il prof. Enzo Ciconte, docente
di Storia della mafia all’Università Roma Tre, che riprese la
lotta dei contadini del Crotonese iniziata
già un secolo prima, nel 1848, mentre
in Europa la borghesia avviava la sua rivoluzione liberale e Marx
ed Engels pubblicavano il Manifesto del Partito Comunista,
ripresa più volte, anche nel primo dopoguerra, una lotta che,
dopo l’emanazione dei Decreti Gullo e l’eccidio di Melissa, cominciò
a diventare vincente. Da quelle battaglie nacquero la riforma agraria e
l’Opera valorizzazione Sila, una riforma agraria monca, gestita male
che, seppur foriera di qualche beneficio per i contadini poveri, fallì
sostanzialmente gli obiettivi e non riuscì ad impedire quell’esodo di
massa dei contadini calabresi che si trasferirono in massa nelle regioni
del nord diventando operai delle catene di montaggio e facendo la fortuna dei piemontesi, dei lombardi, dei liguri e
dei veneti.
Nel corso della conferenza sono stati proiettati due interessanti video, uno dei quali, un vero capolavoro realizzato dagli studenti dell'Istituto Pertini di Crotone che hanno ricostruito il tragico eccidio di Fragalà di Melissa, quando la polizia uccise tre braccianti, tra i quali una donna che chiedevano solo terra e lavoro, uno degli episodi più drammatici della lotta dei contadini meridionali che cambiò la storia di questo sfortunato lembo d'Italia e spinse tanti intellettuali, da Mario Alicata a Ernesto Treccani e a tanti altri ancora di scendere a Melissa e mettersi alla testa delle popolazioni locali in quella drammatica lotta.
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