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La
festa di San Rocco
Processioni
2009 -
2010
La
festa di san Rocco a Caccuri ha origini assai antiche e risale al
periodo in cui i Caccuresi, probabilmente a seguito di una delle tante
pestilenze che nel XVII° secolo colpirono il paese, decisero di
affidarsi alla protezione del santo di Montpellier e di edificare
la chiesetta in suo onore proprio all'entrata del paese,
poco al di fuori della cinta muraria, nei pressi della
Porta Piccola. Quel che è certo è che verso la fine del XIX°,
la festa aveva oramai assunto una importanza tale da richiamare folle
di fedeli dai paesi vicini. Approfittando di ciò il Consiglio
comunale dell'epoca e il sindaco Vincenzo Ambrosio decisero, il
10 aprile del 1880, di istituire una fiera del bestiame e di altri
prodotti che si svolgeva proprio presso la chiesa del patrono dal 13 al
16 agosto.
Il luogo della
fiera
La chiesa di san Rocco
Col passare degli anni però, il
centro commerciale più importante della zona divenne San Giovanni in
Fiore e, ben presto, la fiera caccurese perse sempre più importanza
fino a sparire del tutto. Nel XX° secolo la festa di San Rocco
assunse sempre più carattere ricreativo, anche se l'aspetto
commerciale, seppur in misura ridotta, continuava a caratterizzare la
ricorrenza soprattutto per la presenza delle "bancarelle" dei
negozianti del luogo (putigari) che vendevano prevalentemente
giocattoli e dolciumi e che facevano la gioia dei bimbi del
tempo. In occasione del ferragosto poi arrivava anche "Don
Serafino", un vecchio "giostraio" col suo tiro a
segno, il suo fucile ad aria compressa, i suoi bersagli sui quali i
giovani provavano la loro abilità di tiratori, mentre più in là, il
solito furbastro di turno "carduliava", come ebbe a dire il
poeta Lafortuna in una sua lirica, col gioco delle tre carte, "i
citrullI" che si lasciavano infinocchiare da lui. Uno
dei ninnoli più ricercati dai fanciulli, assieme alle pistole e alle
macchinine erano le "Zampugnelle", palloncini che si
gonfiavano con il fiato e , quando si sgonfiavano, l'aria contenuta al
loro interno faceva vibrare una lamina metallica collocata sul tubetto
utilizzato per gonfiarli che emetteva un caratteristico
suono prolungato. Quel suono ha rappresentato per
decenni la "colonna sonora" dei festeggiamenti di
"menzagustu", come venivano definite le feste di Ferragosto e
di San Rocco dai Caccuresi. Ma ecco come lo stesso Lafortuna
descrive, in un'altra composizione, la festa del patrono.
Parmarinu
Mustazzi janchi, longhi, russu ‘e faccia
A pippa sempre ‘mmucca, Parmarinu
Era amicu du vinu
E le piacia’ la caccia.
Era
maritu de la Sparadesta
Ch’a menz’agustu o puru pe’ la festa
De santu Roccu vinnia’ pupicchjie
Cu le manuzze nfrancu e senza aricchjie.
Pupe
cull’ovu e zuccaru ngrispate
E d’amurella russe culurate.
Mo le pupicchjie nun se fannu cchjiu
Duv’è la festa, mu sa dire tu?
U santu è sempre chillu e ha bicinu
U stessu cane, ma ‘un c’è Parmarinu
‘Un c’è la mugliere, a Sparadesta
Ed è canciata ‘a festa.
La processione di San
Rocco nel 1964
La
coincidenza della festa patronale col Ferragosto ha sempre reso più
solenne e più sontuose le celebrazioni in onore di San Rocco. Il
giorno di Ferragosto, già all'alba, la gente veniva svegliata dal
rumore dei mortaretti che annunciavano l'inizio della festa, mentre la
banda musicale iniziava il giro del paese. Alle 11 veniva celebrata la
solenne messa dell'Assunta nella Chiesa della Riforma e la sera, in
piazza, c'era l'esibizione della banda. Il giorno di San Rocco la
processione usciva prestissimo dalla piccola chiesa del patrono e
percorreva tutte le strade del paese sostando anche nella cappelletta
feudale del castello. verso le sei di sera, sul sagrato della
chiesa, si svolgeva la "Riffa", mentre la chiesa era piena di
ex voto di biscotto che rappresentavano parti del corpo umano guariti
da qualche male per opera del santo. La sera c'era poi la seconda
serata musicale. Nei primi decenni ad allietare le due serate, su
artistici palchi costruiti per l'occasione, c'erano quasi sempre
grandi complessi bandistici che provenivano da Gioa del Colle,
Acquaviva delle Fonti, Roccella Jonica ed altri centri di grandi
tradizioni musicali. A farla da padrone era il melodramma con le sue
celeberrime arie (dal Barbiere alla Gazza Ladra, all'Italiana ad
Algeri, alla Traviata, al Rigoletto) per poi chiudere la serata col
tanto atteso "Canzoniere napoletano". Spesso
l'orchestra accompagnava un soprano o un tenore portando la lirica in
piazza. Poi, piano piano, i gusti musicali cambiarono, i palchi
artistici furono sostituiti da enormi, bruttissime platee che occupano
mezza piazza (l'altra metà viene occupata da camion e furgoni dei
gruppi musicali) e le vecchie bande da cantanti o gruppi di grido che
percepiscono compensi stratosferici. Nel corso dell'ultimo
trentennio si sono esibiti a Caccuri cantanti del calibro di Mino
Reitano, Ombretta Colli, i Dik Dik, Nada, Riccardo Fogli ed altri di
cui si è persa la memoria. La festa di San Rocco veniva e viene
anche adesso chiusa dai fuochi pirotecnici. Nella prima metà del
secolo scorso i fuochisti che deliziavano gli occhi dei cittadini e dei
fedeli erano i fratelli Fodero, originari di Belcastro, ma
trapiantati a Caccuri o la ditta Speziale di
Castelsilano. Attualmente a illuminare con cascate di fuoco e
stelle filanti la notte del 16 agosto sono ditte di altre zone della
Calabria.
La
processione del 2001
La
festa di San Giuseppe
La festa di
San Rocco veniva celebrata, ovviamente, il 19 marzo di ogni anno,
quando ancora la ricorrenza era considerata una festività a tutti gli
effetti tanto che chiudevano fabbriche, negozi e scuole. Il
"Procuratore" fu, fino agli inizi degli anni '70 dello scorso
secolo, quando il 19 marzo divenne un giorno feriale e la festa
abolita, il signor Giuseppe Di Rosa che fu anche l'ultimo priore della
Congregazione del Santissimo Rosario.
Festa di San Rocco del
1965
Il procuratore Giuseppe Di Rosa
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La
festa di Sant'Antonio si celebrava il 13 giugno di ogni anno con una
processione che partiva dalla Chiesa della Riforma (Convento), dove si
trovava la statua del Santo Taumaturgo portoghese ed attraversava le
principali vie del paese, accompagnata dalla banda del maestro Angelo
Di Rosa. Organizzatore della festa, ovvero "procuratore" era
il signor Luigi De Rose, guardia municipale, devoto del santo,
che finanziò anche l'ultimo restauro della statua. Attualmente la
festa di Sant'Antonio viene celebrata nella frazione di Santa Rania che
ha eletto a suo patrono.
La banda del maestro Di
Rosa
La statua di Sant'Antonio nella Chiesa della Riforma
Festa di Sant'Antonio a Santa
Rania
La chiesetta di Sant'Antonio a Santa Rania
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Chiesa di S. Maria
del Soccorso o della Riforma - Il Crocifisso
La festa del Santissimo
Crocefisso veniva celebrata il 3 di maggio, giorno dedicato al
"Salvatore del Mondo." Procuratore di questa festa era il
signor Salvatore Gigliotti. Il grande Crocifisso ligneo custodito nella
Chiesa della Riforma, veniva portato in processione per le strade del
paese accompagnato da numerosi fedeli e dalla banda musicale.
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1961 - Processione di
San Vincenzo in via Dardani (Sullo sfondo la "Pagliera" di
Barracco, già Chiesa di San Marco)
La
festa di San Vincenzo veniva celebrata il Lunedì dell'Angelo, ovvero
il giorno della Pasquetta. Già il pomeriggio di Pasqua il prete e i
fedeli si recavano in processione nella Chiesa della Riforma da dove la
statua veniva prelevata per essere portata nella chiesa Madre. Il
mattino dopo aveva inizio la festa con spari di mortaretti e
processione con accompagnamento della banda musicale. La festa di San
Vincenzo fu una delle prime ad essere abolita quando, anche a Caccuri,
cominciò a diffondersi l'abitudine di "celebrare la festa laica
della Pasquetta" e la gente a preferire
"l'abboffata" alla processione. Il procuratore di San
Vincenzo era il signor Vincenzo Perri.
La statua di San
Vincenzo nella Chiesa di S. Maria del Soccorso
La
storia delle feste de l'Unità a Caccuri ha inizio nel 1974.
Qualche anno prima, nel 1969, un gruppo di giovani ventenni prese in
mano il Partito Comunista che allora contava meno di una decina di
tesserati e, in pochi anni, ne fece il più forte partito
caccurese. Segretario venne eletto Franco Falbo, giovane studente
universitario figlio di Giuseppe, il vice sindaco prima psiuppino
e poi confluito anch'egli nel PCI.
La
1^ Festa (1974)
Ed
è proprio quando ancora è segretario Franco che si organizza la prima
povera, modesta manifestazione. In piazza Umberto, su di un palco
improvvisato, realizzato con attrezzature prese in prestito da una
impresa edile, si esibisce il complesso musicale degli Apaches.
Nell'intervallo Saverio De Santis,
dirigente, membro del Direttivo di
federazione, tiene il comizio. In quella prima festa non c'erano
stands, nè posto di ristoro, anche purché la piazza era angusta e non
consentiva di allestirne. E' comunque un successo, la gente si diverte
e tutti chiedono ai giovani dirigenti di ripetere l'esperienza l'anno
successivo cercando, possibilmente, di far ancora meglio.
La
2^ Festa
La
seconda festa ha una storia tormentata, ma esaltante. Qualche
mese prima ci sono state le elezioni amministrative nelle quali la
sinistra viene battuta per la seconda volta consecutiva dopo 24 anni di
vittorie. La campagna elettorale è stata una delle più brutte nella
storia del paese e i rapporti fra le forze politiche sono molto
tesi. Franco Falbo, che per motivi di studio è costretto a
trasferirsi da Caccuri, è sostituito nella carica di segretario di
Sezione da Peppino Marino. I dirigenti del Partito decidono di
organizzare la festa in piazza Annunziata, l'unica vera piazza del
paese. La scelta è dettata dall'esigenza di evitare, come era avvenuto
l'anno prima, il via vai di macchine dei soliti provocatori tra la
folla e di avere a disposizione lo spazio per allestire stands per la
vendita di libri, gastronomici, mostre etc. Il sindaco
dell'epoca, però, nega l'autorizzazione allo svolgimento della
festa nella piazza richiesta con la motivazione che, mancando alcune
ringhiere di protezione, non sarebbe garantita l'incolumità dei
cittadini, nonostante da tempo vi si svolga il mercato settimanale e la
piazza sia regolarmente aperta al pubblico. I giovani dirigenti
decidono allora di ripiegare su un terreno privato in contrada Rittusa
di proprietà di Michele Marino, zio del segretario di sezione.
Militanti e cittadini, indignati per la mancata concessione della
piazza, si mobilitano per diversi giorni. Il terreno, incolto da anni,
viene pulito dalle erbacce e, con l'aiuto di un gruppo di compagni di
Cotronei, viene illuminato a giorno. Il palco in legno viene realizzato
dai compagni carpentieri. La notte prima della festa qualcuno tenterà
di incendiarlo, ma l'allarme viene dato in tempio e i danni
risultano limitati. In un paio d'ore vengono sostituite assi e tavole
bruciate e la sera la festa può iniziare regolarmente.
1975
Rittusa - Il palco della festa appena riparato dopo l'incendio
La
festa durerà due giorni con spettacoli musicali, teatrali, a cura
della compagnia di Edgardo Siroli di Ravenna, dibattiti e comizi. Il
senatore Pasquale Poerio,
nell'occasione, tiene un memorabile comizio che galvanizza i dirigenti
caccuresi. All'interno della festa funzionano anche stands per la
vendita di libri e ninnoli realizzati dalle compagne. In due sere si
vendettero quasi 600.000 lire di libri a prezzi dell'epoca, un successo
che sbalordì chi questi stands gestiva anche nelle grandi città.
1975 - Uno stand
della festa
Dal
1976 al 1981
Il
successo della II^ festa e la stupenda cornice nella quale si svolse
convinsero i dirigenti a programmare le successive feste a
Rittusa. E così, dal 1976 al 1981, tra le querce della suggestiva
località si raccoglievano migliaia di persone durante i tre giorni
della manifestazione, che, di anno in anno, diventava sempre più
interessante e sempre più momento di riflessione e di dibattito
politico. Ai punti di ristoro, alle bancarelle per la vendita dei
libri, ai dibattiti ed ai comizi, si affiancavano anche mostre varie su
argomenti di attualità
1976 Stand libri e
ninnoli
Alcuni
visitatori davanti ad una delle tante mostre
Dal 1982 al 1988
Dal
1982 la festa si trasferì in viale Convento. Ciò perché il terreno
sul quale si erano svolte le feste precedenti non era più disponibile
ed anche perchè in viale Convento era ubicata la Sezione il che ne
facilitava anche l'allestimento. Anche questa serie di iniziative
riscosse un grande successo e la Festa de l'Unità diventava sempre
più imponente. E' in questo periodo che si esibirono i mitici "Sagittari",
un complesso torinese che incantò, per due anni consecutivi, i
Caccuresi che ripagarono gli artisti con applausi scroscianti. Ai
dibattiti politici partecipavano alternativamente il senatore Mario
Sestito o il deputato regionale Maria Teresa Ligotti.
Il
senatore Mario Sestito. Al centro il segretario di sezione Giuseppe
Miliè
Intanto nel 1980 la Sinistra aveva conquistato il comune. Sindaco fu
eletto il comunista Rocco Antonio Lacaria e dell'amministrazione faceva
parte tutto il gruppo dirigente, il segretario Peppino Miliè, Peppino
Marino, Antonio Lucente, Michele Secreti, Vincenzo Biafora e
altri ancora. Fu in questo periodo che nelle feste furono
introdotti i cartelloni sui quali i cittadini, con un pennarello, anche
in forma anonima, ponevano domande agli amministratori che poi
rispondevano nel corso del momento politico.
Questionario
per la raccolta di domande agli amministratori.
Le ultime feste
Dal
1989 la festa de l'Unità cambia di nuovo sede. Questa volta si sposta
nel parco comunale di Sant'Andrea realizzato qualche anno prima.
Dopo 15 anni, però, l'entusiasmo dei militanti si è un pò
affievolito. Organizzare la festa diventa ogni anno più faticoso e
più costoso. Nonostante tutto ciò, però, si riesce ad allestire
altre due feste di grande spessore politico e culturale.
1989 - Parco di S.
Andrea
1990 Parco di S. Andrea
A maggio del 1990 la
Sinistra, dopo 10 anni, perde il comune di Caccuri. I comunisti
non si scoraggiano ed organizzano ugualmente la festa. Ma, oramai, sia
per le enormi crescenti difficoltà anche di natura burocratica, sia
per l'insorgere di sintomi di stanchezza nel gruppo dirigente che, per
20 anni ha diretto la Sezione, l'anno successivo si decide di porre
termine alla esperienza delle feste che era durata 17 anni
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