Le feste di una volta

Molti anni fa,  fino alla metà degli anni '60, a Caccuri si celebravano molte feste religiose con relativa processione: l'Immacolata, San Giuseppe, SS. Crocefisso, San Vincenzo,  Madonna del Rosario, Corpus Domini, San Rocco.  Ogni santo aveva un suo devoto che la gente chiamava "Procuratore" che si incaricava di raccogliere le offerte e organizzare la festa, chiamare la musica e il predicatore.  Si trattava di manifestazioni semplici, ma che, in ogni caso, avevano il pregio di tenere uniti i fedeli e di creare un'atmosfera di  festa nel paese. A volte il procuratore, per la gioia dei ragazzi e dei meno giovani, organizzava anche i giochi popolari: la pignatta, il gallo, la gara dei sacchi e, la più famosa, la gara degli asini, quest'ultima in occasione della festa di San Rocco.  Una decina di asini, cavalcati da altrettanti giovani caccuresi, partiva a razzo da Canalaci e, dopo aver galoppato lungo tutta via Parte,  raggiungeva il forno di Blaconà ( Attuale panificio Loria) dove era fissato il traguardo.  Quasi sempre la partita si riduceva ad una gara avvincente tra due "ciucciari": Giuseppe  Mancuso (Peppinu 'u Ramunnu)  e Carmelo Mercuri (Melo), e a spuntarla era spesso quest'ultimo.  Feste semplici, ma belle, che costituivano preziose occasioni di socializzazione. Poi, per una serie di motivi, piano piano scomparvero quasi del tutto.  Negli anni '70 alla festa di San Rocco, l'unica festa religiosa rimasta, si affiancò per molti anni, la "Festa de l'Unità".   In questa pagina cercherò di ricostruire la storia di queste feste sperando di far cosa gradita agli amici visitatori.

 

   Indice
 (Clicca sul titolo)

     La festa di San Rocco

     La festa di San Giuseppe

La festa di Sant'Antonio

      Santissimo Crocifisso

 San Vincenzo

Le feste de "L'Unità"

I cagnusi di Caccuri

Roberto De Candia

Nino Pirito

Francesco Rugiero

Enzo Loria

Eugenio D. Marino
Eventualmente...?
Come dici...?
E' venuto....?
Promosso...?
Che colore...?
Programma...?
Piove...?
Caccuri...?

 

  La festa di San Rocco

                                                                  Processioni
2009
  2010

 

                                                                                    

         


   La festa di san Rocco a Caccuri ha origini assai antiche  e risale al periodo in cui i Caccuresi, probabilmente a seguito di una delle tante pestilenze che nel XVII° secolo colpirono il paese, decisero di affidarsi alla protezione del santo di Montpellier e di edificare  la chiesetta in suo onore  proprio all'entrata del paese,  poco al di fuori della cinta muraria,  nei pressi  della Porta Piccola. Quel che è certo è che verso la fine del XIX°,  la festa aveva oramai assunto una importanza tale da richiamare folle di fedeli dai paesi vicini. Approfittando di ciò il Consiglio comunale dell'epoca e il sindaco Vincenzo Ambrosio decisero,  il 10 aprile del 1880, di istituire una fiera del bestiame e di altri prodotti che si svolgeva proprio presso la chiesa del patrono dal 13 al 16 agosto.

                 
           
Il  luogo della fiera                                                                                     La chiesa di san Rocco

   Col passare degli anni però,  il centro commerciale più importante della zona divenne San Giovanni in Fiore e, ben presto, la fiera caccurese perse sempre più importanza fino a sparire del tutto.  Nel XX° secolo la festa di San Rocco assunse sempre più  carattere ricreativo, anche se l'aspetto commerciale, seppur in misura ridotta, continuava a caratterizzare la ricorrenza soprattutto per la presenza delle "bancarelle" dei negozianti del luogo (putigari) che vendevano prevalentemente  giocattoli e dolciumi e che facevano la gioia dei bimbi del tempo.  In occasione del ferragosto poi arrivava anche "Don Serafino", un vecchio "giostraio" col suo tiro a segno, il suo fucile ad aria compressa, i suoi bersagli sui quali i giovani provavano la loro abilità di tiratori, mentre più in là, il solito furbastro di turno "carduliava", come ebbe a dire il poeta Lafortuna in una sua lirica, col gioco delle tre carte, "i citrullI" che si lasciavano infinocchiare da lui.   Uno dei ninnoli più ricercati dai fanciulli, assieme alle pistole e alle macchinine erano le "Zampugnelle",  palloncini che si gonfiavano con il fiato e , quando si sgonfiavano, l'aria contenuta al loro interno faceva vibrare una lamina metallica collocata sul tubetto utilizzato per gonfiarli  che emetteva un caratteristico suono  prolungato.  Quel suono ha rappresentato  per decenni la "colonna sonora" dei festeggiamenti di "menzagustu", come venivano definite le feste di Ferragosto e di San Rocco dai Caccuresi.  Ma ecco come lo stesso Lafortuna descrive, in un'altra composizione, la festa del patrono.

Parmarinu

  Mustazzi janchi, longhi, russu ‘e faccia
A pippa sempre ‘mmucca, Parmarinu
Era amicu du vinu
E le piacia’ la caccia.

Era maritu de la Sparadesta
Ch’a menz’agustu o puru pe’ la festa
De santu Roccu vinnia’ pupicchjie
Cu le manuzze nfrancu e senza aricchjie.

Pupe cull’ovu e zuccaru ngrispate
E d’amurella russe culurate.
Mo le pupicchjie nun se fannu cchjiu
Duv’è la festa, mu sa dire tu?
U santu è sempre chillu e ha bicinu
U stessu cane, ma ‘un c’è Parmarinu
‘Un c’è la mugliere, a Sparadesta
Ed è canciata ‘a festa.

La processione di San Rocco nel 1964

La coincidenza della festa patronale col Ferragosto ha sempre reso più solenne e più sontuose le celebrazioni in onore di San Rocco.  Il giorno di Ferragosto, già all'alba, la gente veniva svegliata dal rumore dei mortaretti che annunciavano l'inizio della festa, mentre la banda musicale iniziava il giro del paese. Alle 11 veniva celebrata la solenne messa dell'Assunta nella Chiesa della Riforma e la sera, in piazza, c'era l'esibizione della banda. Il giorno di San Rocco la processione usciva prestissimo dalla piccola chiesa del patrono e percorreva tutte le strade del paese sostando anche nella cappelletta feudale del castello.  verso le sei di sera, sul sagrato della chiesa, si svolgeva la "Riffa", mentre la chiesa era piena di ex voto di biscotto che rappresentavano parti del corpo umano guariti da qualche male per opera del santo.  La sera c'era poi la seconda serata musicale. Nei primi decenni ad allietare le due serate, su artistici palchi costruiti per l'occasione,  c'erano quasi sempre grandi complessi bandistici che provenivano da Gioa del Colle, Acquaviva delle Fonti, Roccella Jonica ed altri centri di grandi tradizioni musicali. A farla da padrone era il melodramma con le sue celeberrime arie (dal Barbiere alla Gazza Ladra, all'Italiana ad Algeri, alla Traviata, al Rigoletto) per poi chiudere la serata col tanto atteso "Canzoniere napoletano".  Spesso l'orchestra accompagnava un soprano o un tenore portando la lirica in piazza. Poi, piano piano, i gusti musicali cambiarono, i palchi artistici furono sostituiti da enormi, bruttissime platee che occupano mezza piazza (l'altra metà viene occupata da camion e furgoni dei gruppi musicali) e le vecchie bande da cantanti o gruppi di grido che percepiscono compensi stratosferici.  Nel corso dell'ultimo trentennio si sono esibiti a Caccuri cantanti del calibro di Mino Reitano, Ombretta Colli, i Dik Dik, Nada, Riccardo Fogli ed altri di cui si è persa la memoria.  La festa di San Rocco veniva e viene anche adesso chiusa dai fuochi pirotecnici.  Nella prima metà del secolo scorso i fuochisti che deliziavano gli occhi dei cittadini e dei fedeli erano i fratelli Fodero, originari di Belcastro, ma trapiantati  a Caccuri  o la ditta Speziale di Castelsilano.  Attualmente a illuminare con cascate di fuoco e stelle filanti la notte del 16 agosto sono ditte di altre zone della Calabria.

  
La processione del 2001

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                                        La festa di San Giuseppe

                     
 
La festa di San Rocco veniva celebrata, ovviamente,  il 19 marzo di ogni anno, quando ancora la ricorrenza era considerata una festività a tutti gli effetti tanto che chiudevano fabbriche, negozi e scuole. Il "Procuratore" fu, fino agli inizi degli anni '70 dello scorso secolo, quando il 19 marzo divenne un giorno feriale e la festa abolita, il signor Giuseppe Di Rosa che fu anche l'ultimo priore della Congregazione del Santissimo Rosario. 

              
                                Festa di San Rocco del 1965                                               Il procuratore  Giuseppe Di Rosa

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        La festa di Sant'Antonio

   La festa di Sant'Antonio si celebrava il 13 giugno di ogni anno con una processione che partiva dalla Chiesa della Riforma (Convento), dove si trovava la statua del Santo Taumaturgo portoghese ed attraversava le principali vie del paese, accompagnata dalla banda del maestro Angelo Di Rosa. Organizzatore della festa, ovvero "procuratore" era il signor Luigi De Rose, guardia municipale, devoto del santo,  che finanziò anche l'ultimo restauro della statua. Attualmente la festa di Sant'Antonio viene celebrata nella frazione di Santa Rania che ha eletto a suo patrono. 

  
                            La banda del maestro Di Rosa

 
La statua di Sant'Antonio nella Chiesa della Riforma


    
             Festa di Sant'Antonio a Santa Rania                                 La chiesetta di Sant'Antonio a Santa Rania

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                                    Santissimo Crocefisso

                                
                                
Chiesa di S. Maria del Soccorso o della Riforma - Il Crocifisso

  La festa del Santissimo Crocefisso veniva celebrata il 3 di maggio, giorno dedicato al "Salvatore del Mondo." Procuratore di questa festa era il signor Salvatore Gigliotti. Il grande Crocifisso ligneo custodito nella Chiesa della Riforma, veniva portato in processione per le strade del paese accompagnato da numerosi fedeli e dalla banda musicale. 
                  
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                                           San Vincenzo

                
1961 - Processione di San Vincenzo in via Dardani (Sullo sfondo la "Pagliera" di Barracco, già Chiesa di San Marco)

                                     
   La festa di San Vincenzo veniva celebrata il Lunedì dell'Angelo, ovvero il giorno della Pasquetta. Già il pomeriggio di Pasqua il prete e i fedeli si recavano in processione nella Chiesa della Riforma da dove la statua veniva prelevata per essere portata nella chiesa Madre. Il mattino dopo aveva inizio la festa con spari di mortaretti e processione con accompagnamento della banda musicale. La festa di San Vincenzo fu una delle prime ad essere abolita quando, anche a Caccuri, cominciò a diffondersi l'abitudine di "celebrare la festa laica della Pasquetta" e  la gente a preferire "l'abboffata" alla processione. Il procuratore di San Vincenzo era il signor Vincenzo Perri. 

                                                               

                                                          La statua di San Vincenzo nella Chiesa di S. Maria del Soccorso

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                                 Le feste de "L'Unità" a Caccuri
                    
                                           1974 - 1990 (17 appuntamenti con la politica)

                                     

La storia delle feste de l'Unità a Caccuri ha inizio nel 1974.  Qualche anno prima, nel 1969, un gruppo di giovani ventenni prese in mano il Partito Comunista che allora contava meno di una decina di tesserati e, in pochi anni, ne fece il più forte partito caccurese.  Segretario venne eletto Franco Falbo, giovane studente universitario figlio di Giuseppe, il vice sindaco prima  psiuppino e poi confluito anch'egli nel PCI.

La 1^ Festa (1974)

 Ed è proprio quando ancora è segretario Franco che si organizza la prima povera, modesta manifestazione.  In piazza Umberto, su di un palco improvvisato, realizzato con attrezzature prese in prestito da una impresa edile, si esibisce il complesso musicale degli Apaches. Nell'intervallo Saverio De Santis, dirigente, membro del Direttivo di federazione, tiene il comizio.  In quella prima festa non c'erano stands, nè posto di ristoro, anche purché la piazza era angusta e non consentiva di allestirne. E' comunque un successo, la gente si diverte e tutti chiedono ai giovani dirigenti di ripetere l'esperienza l'anno successivo cercando, possibilmente, di far ancora meglio.

La 2^ Festa

La seconda festa ha una storia tormentata, ma esaltante.  Qualche mese prima ci sono state le elezioni amministrative nelle quali la sinistra viene battuta per la seconda volta consecutiva dopo 24 anni di vittorie. La campagna elettorale è stata una delle più brutte nella storia del paese e i rapporti fra le forze politiche sono molto tesi.  Franco Falbo, che per motivi di studio è costretto a trasferirsi da Caccuri, è sostituito nella carica di segretario di Sezione da Peppino Marino.  I dirigenti del Partito decidono di organizzare la festa in piazza Annunziata, l'unica vera piazza del paese. La scelta è dettata dall'esigenza di evitare, come era avvenuto l'anno prima, il via vai di macchine dei soliti provocatori tra la folla e di avere a disposizione lo spazio per allestire stands per la vendita di libri,  gastronomici,  mostre etc. Il sindaco dell'epoca,  però, nega l'autorizzazione allo svolgimento della festa nella piazza richiesta con la motivazione che, mancando alcune ringhiere di protezione, non sarebbe garantita l'incolumità dei cittadini, nonostante da tempo vi si svolga il mercato settimanale e la piazza sia regolarmente aperta al pubblico.  I giovani dirigenti decidono allora di ripiegare su un terreno privato in contrada Rittusa di proprietà di Michele Marino, zio del segretario di sezione.  Militanti e cittadini, indignati per la mancata concessione della piazza, si mobilitano per diversi giorni. Il terreno, incolto da anni, viene pulito dalle erbacce e, con l'aiuto di un gruppo di compagni di Cotronei, viene illuminato a giorno. Il palco in legno viene realizzato dai compagni carpentieri. La notte prima della festa qualcuno tenterà di incendiarlo,  ma l'allarme viene dato in tempio e i danni risultano limitati. In un paio d'ore vengono sostituite assi e tavole bruciate e la sera la festa può iniziare regolarmente.

   
     1975 Rittusa - Il palco della festa appena riparato dopo l'incendio

La festa durerà due giorni con spettacoli musicali, teatrali, a cura della compagnia di Edgardo Siroli di Ravenna, dibattiti e comizi. Il senatore Pasquale Poerio, nell'occasione, tiene un memorabile comizio che galvanizza i dirigenti caccuresi.  All'interno della festa funzionano anche stands per la vendita di libri e ninnoli realizzati dalle compagne. In due sere si vendettero quasi 600.000 lire di libri a prezzi dell'epoca, un successo che sbalordì chi questi stands gestiva anche nelle grandi città.

       
                               
1975 - Uno stand della festa

 

Dal 1976 al 1981

Il successo della II^ festa e la stupenda cornice nella quale si svolse convinsero  i dirigenti a programmare le successive feste a Rittusa. E così, dal 1976 al 1981, tra le querce della suggestiva località si raccoglievano migliaia di persone durante i tre giorni della manifestazione, che, di anno in anno, diventava sempre più interessante e sempre più momento di riflessione e di dibattito politico. Ai punti di ristoro, alle bancarelle per la vendita dei libri, ai dibattiti ed ai comizi, si affiancavano anche mostre varie su argomenti di attualità

   
                 1976 Stand libri e ninnoli                   
               Alcuni visitatori davanti ad una delle tante mostre

                                                                                      Dal 1982 al 1988

Dal 1982 la festa si trasferì in viale Convento. Ciò perché il terreno sul quale si erano svolte le feste precedenti non era più disponibile ed anche perchè in viale Convento era ubicata la Sezione il che ne facilitava anche l'allestimento.  Anche questa serie di iniziative riscosse un grande successo e la Festa de l'Unità diventava sempre più imponente. E' in questo periodo che si esibirono i mitici "Sagittari", un complesso torinese che incantò, per due anni consecutivi, i Caccuresi che ripagarono gli artisti con applausi scroscianti. Ai dibattiti politici partecipavano alternativamente il senatore Mario Sestito o il deputato regionale Maria Teresa Ligotti.



       Il senatore Mario Sestito. Al centro il segretario di sezione Giuseppe Miliè

   Intanto nel 1980 la Sinistra aveva conquistato il comune. Sindaco fu eletto il comunista Rocco Antonio Lacaria e dell'amministrazione faceva parte tutto il gruppo dirigente, il segretario Peppino Miliè, Peppino Marino,  Antonio Lucente, Michele Secreti, Vincenzo Biafora e altri ancora.  Fu in questo periodo che nelle feste furono introdotti i cartelloni sui quali i cittadini, con un pennarello, anche in forma anonima, ponevano domande agli amministratori che poi rispondevano nel corso del momento politico.


Questionario per la raccolta di domande agli amministratori.

                                                                      Le ultime feste

Dal 1989 la festa de l'Unità cambia di nuovo sede. Questa volta si sposta nel parco comunale di Sant'Andrea realizzato qualche anno prima.  Dopo  15 anni, però, l'entusiasmo dei militanti si è un pò affievolito. Organizzare la festa diventa ogni anno più faticoso e più costoso. Nonostante tutto ciò, però, si riesce ad allestire altre due feste di grande spessore politico e culturale.

   
                          1989 - Parco di S. Andrea                                                        1990 Parco di S. Andrea

A maggio del 1990 la Sinistra, dopo 10 anni,  perde il comune di Caccuri. I comunisti non si scoraggiano ed organizzano ugualmente la festa. Ma, oramai, sia per le enormi crescenti difficoltà anche di natura burocratica, sia per l'insorgere di sintomi di stanchezza nel gruppo dirigente che, per 20 anni ha diretto la Sezione, l'anno successivo si decide di porre termine alla esperienza delle feste che era durata 17 anni


               
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Evemtualmente...?

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