(Savelli 27/3/1884 - Caccuri 25/12/1944)
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Una
lirica di Lafortuna
Un
lieto convito invernale
Il
cielo ha un sapore di neve:
Stasera si beve, si beve!
Accanto a un bel fuoco adunati
I candidi fiocchi affogati
Saranno dal vino frizzante
Che scorre spumante
Dai colmi, panciuti boccali.
Stasera ostracismo ai giornali,
ai libri si scienza, ai romanzi!
Terremo d’innanzi
Soltanto il licore di Bacco,
le carte da gioco, il tabacco.
I gravi e barbuti discorsi
Si piglino a calci e a morsi.
Si parli di rosse speranze,
D’amore, di danze,
Di liete avventure
Con dolci e leggiadre creature.
Il vino ci doni l’ebbrezza
Ch’è sogno, soave carezza;
Ci scacci dal cuore
La noia, gli affanni, il dolore.
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Umberto Lafortuna, maestro elementare caccurese, poeta ricchissimo di
umanità e di grande esperienza morale, ebbe forse la sfortuna di vivere
in un'epoca in cui avvenimenti tragici e sconvolgenti distoglievano
l'attenzione della gente dalla sua opera, dal generoso tentativo di
regalarci piccoli ma sublimi, patetici capolavori lirici di cui
l'educatore, scrupoloso ed innamorato del mestiere, seppe trasfondere
l'animo puro ed immacolato come quello dei fanciulli che gli venivano
affidati. E fanciullo è egli stesso, com'ebbe a scrivere Giuseppe
Lombardo Radice nella prefazione all'unica opera del poeta caccurese che
vide le stampe, "Pupille infantili", laddove il grande
pedagogista osserva che "Egli è il fanciullo poeta che dovrebbe
essere ogni vero maestro; privo assolutamente di retorica".
Il
Lafortuna nacque a Savelli, dove il padre svolgeva le mansioni di
cancelliere della Pretura, il 27 marzo del 1884, ma visse quasi sempre a
Caccuri, paese della madre Maria Giuseppa Ambrosio, tranne gli anni in
cui frequentò la scuola superiore a Napoli ed il periodo del servizio
militare a Messina. Nel 1908, quando il terremoto rase al suolo la città,
partecipò attivamente alle operazioni di soccorso e per questo fu
insignito del diploma di merito istituito con regio decreto del 1910.
Tornato a Caccuri insegnò nella Scuola Elementare e morì il 25
dicembre del 1944.
Nel
1930 diede alle stampe, presso l'editore Trevisini di Milano,
"Pupille infantili", una raccolta di poesie e prose che ebbe
un discreto successo. Il Comune di Cesena acquistò
parecchie copie dell'opera per dotarne le biblioteche scolastiche
ed alcuni critici ne diedero giudizi lusinghieri. Molte riviste
scolastiche pubblicarono liriche tratte da questo volume, mentre altre
poesie e novelle apparvero sui libri di testo per la scuola elementare.
Il Lafortuna, incoraggiato dal successo, scrisse altri lavori, ma non
riuscì più a reperire i mezzi finanziari per pubblicarli, né gli
editori, in quegli anni bui, trovarono il tempo di dedicare la loro
attenzione all'opera meritoria del maestro caccurese. Così i pregevoli
capolavori, vergati su fogli di fortuna, con grafia pulita e curata,
sono rimasti sepolti per anni fra le sue carte.
Qualche tempo fa, grazie alla cortesia della signorina Rita De
Franco, nipote del poeta, abbiamo avuto l'opportunità di scoprire
alcune liriche inedite che confermano tutta intera la grandezza e la
sensibilità dell'Autore già manifestata in "Pupille
infantili". ". Si
tratta in gran parte di poesie rivolte all'infanzia in cui l'intento
didascalico o moraleggiante è sapientemente ammantato di sottile
arguzia e bonomia, dall'agilità e levità del verso, dalla fantasia e
da quel compiacersi, tutto sommato, delle biricchinate dei protagonisti
La figura e
l'opera del maestro Lafortuna sono state oggetto di un convegno promosso
dal webmaster di questo sito e organizzato dall'associazione culturale
Zeus svolto nel castello di Caccuri il 18 dicembre 2005.
Per
leggere gli atti del convegno clicca sull'icona a fianco
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