Il movimento femminile di Badolato

Sessant'anni di impegno e di lotta in un singolare calendario
                                                                          
                                                                 

   Ho provato una grande emozione nel ritrovarmi tra le mani uno splendido calendario che ho acquistato nei giorni scorsi a Badolato. La consultazione di questo prezioso documento mi rende felice non solo perché è nato da una idea di mia cognata Rina Trovato, storica rappresentante del movimento femminile regionale e attivista del PCI, ma anche e soprattutto perché in un’epoca nella quale troppe donne finiscono su calendari di tutt’altro genere, imbattersi in uno che tratta il tema de  I 60 anni del Movimento Femminile a BadolatoRicordando Carmelina Amato a 10 anni dalla sua scomparsa” è davvero una piacevole sorpresa. L’iniziativa, infatti, ricostruisce, attraverso una serie di splendide foto d’epoca, la storia del Comitato direttivo dell’ Unione Donne Italiane (UDI), nato nel paese del Catanzarese nel 1952 e vuole rendere omaggio alla memoria della sua prima segretaria. Carmelina Amato fu, infatti, la prima Segretaria dell'UDI badolatese nata nel 1952. L'UDI nazionale, invece,  era nata nel 1945 inglobando  i Gruppi di difesa della donna che erano stati creati da  Rina Piccolato  per mobilitare le donne antifasciste d'ogni provenienza con lo scopo di battersi  contro l'occupazione tedesca.
   Già nel 1950 le donne di Badolato avevano partecipato attivamente al grande sciopero a rovescio che aveva mobilitato l'intera comunità badolatese per affermare il diritto al lavoro e per la realizzazione di una strada di collegamento da Badolato a Brognaturo, primo lotto di un collegamento tra lo Jonio, le Serre e il Tirreno. La
battaglia durò dal 13 ottobre  del 1950 al 9 gennaio del 1951 e fu una lotta durissima. Tredici persone furono arrestate con l'accusa di sobillare le masse. Anche Carmelina, assieme a Vittoria Serrao e Vittoria Spinzia, finì in carcere solo perché chiedeva lavoro e progresso, ma la repressione non scoraggiò né le donne, né gli intrepidi badolatesi che, due anni dopo, il 30 giugno del 1952, anche sull'onda dell'entusiasmo per i risultati ottenuti due anni prima, diedero vita ad un secondo sciopero a rovescio per portare l'acqua potabile in paese. Anche in questa occasione le donne furono protagoniste attive e consapevoli della lotta come lo furono in tante altre battaglie di civiltà, come quella per la legge di tutela delle lavoratrici madri del 1950, per la parità salariale nel 1957, per le pensioni sociali, per gli asili nidi, i consultori, il diritto allo studio. 


                 
Sciopero a rovescio per la strada Badolato - Brognaturo - 1950 - 51


   Ciò che ha sempre contraddistinto le lotte delle donne badolatesi è stata la concretezza della loro azione, la passione, l'impegno, la perseveranza  che nasceva dalla convinzione profonda della giustezza delle  rivendicazioni. E' veramente commovente ritrovare sul calendario i volti di tantissime donne, volti spesso i scavati dalla fatica e dalla sofferenza, ma che trasudano intelligenza e dignità. Molte di loro indossano ancora gli antichi costumi caratteristici che sembrano stridere con la modernità delle loro idee, ma che,  probabilmente, vogliono riaffermare il valore della loro cultura, di quell'inestimabile  patrimonio di conoscenze e di abilità ereditato, soprattutto dalle donne,  dalla società contadina che può e deve essere coniugato con la modernità. 

                     
 1987 - Le donne badolatesi incontrano le scuole (la prima da sinistra è Rina Trovato, ideatrice del calendario)

 In copertina, sotto il titolo e il sottotitolo, le foto delle donne del primo comitato badolatese fanno da cornice a una bellissima foto scattata in occasione del primo sciopero delle raccoglitrici di olive che, grazie all’UDI e a una fortissima Sezione del  PCI del tempo che ebbe tra i suoi dirigenti Antonio Larocca, compagno di vita e di lotta di Rina Trovato, cominciarono a prendere coscienza dei loro diritti e a battersi per strappare condizioni di lavoro più dignitose.  

                                            
 Antonio Larocca, dirigente del PCI e sindaco di Badolato          

Sul retro una foto di Anna Leuzzi, unica donna badolatese alla quale è stata intitolata una via per rendere omaggio alla protagonista di tante battaglie per l’emancipazione della donna e per la conquista dei diritti civili.

                                              
        
Anna Leuzzi                                  

 

 
                                                                                                        
Badolato - Monumento alle donne 
        

   Queste erano le donne badolatesi, queste erano le donne meridionali, queste erano le donne italiane dei passati decenni; donne consapevoli dei propri diritti e impegnate nella dura, lunga, difficile battaglia per l'emancipazione e per il progresso, conquiste e  aspirazioni che oggi vengono frettolosamente e incredibilmente bollate come conservatorismo dai responsabili e dai corresponsabili di una crisi economica e finanziaria spaventosa che rischia di rimettere indietro l'orologio della storia di molti decenni. Per questo proviamo una tristezza indicibile quando sentiamo di donne che si organizzano per festeggiare la ricorrenza dell'8 marzo in un ristorante o in una discoteca come se si trattasse della festa di San Valentino o della festa della mamma o quando leggiamo su qualche locandina dell'invito di un ristoratore o di un disk jokej a trascorre la festa della donna in pizzeria o in discoteca tra cene, balli, canti, ricchi premi e cotillons,  quando c'è addirittura il rischio di dover rispolverare il vecchio slogan "Pane e lavoro."

                                                                     Giuseppe Marino