Il movimento femminile di Badolato Sessant'anni di impegno e di lotta in un singolare calendario |
Ho
provato una grande emozione nel ritrovarmi tra le mani uno splendido
calendario che ho acquistato nei giorni scorsi a Badolato. La
consultazione di questo prezioso documento mi rende felice non solo
perché è nato da una idea di mia cognata Rina Trovato, storica
rappresentante del movimento femminile regionale e attivista del
PCI, ma anche e soprattutto perché in un’epoca nella quale troppe
donne finiscono su calendari di tutt’altro genere, imbattersi in
uno che tratta il tema de “I
60 anni del Movimento Femminile a Badolato
– Ricordando
Carmelina Amato a 10 anni dalla sua scomparsa”
è davvero una piacevole sorpresa. L’iniziativa, infatti,
ricostruisce, attraverso una serie di splendide foto d’epoca, la
storia del Comitato direttivo dell’ Unione Donne Italiane (UDI),
nato nel paese del Catanzarese nel 1952 e vuole rendere omaggio alla
memoria della sua prima segretaria. Carmelina
Amato fu, infatti, la prima Segretaria dell'UDI badolatese nata nel
1952. L'UDI nazionale, invece, era nata nel 1945
inglobando i Gruppi di difesa della donna che erano
stati creati da Rina Piccolato per mobilitare le donne
antifasciste d'ogni provenienza con lo scopo di
battersi contro l'occupazione tedesca.
In copertina, sotto il titolo e il sottotitolo, le foto delle donne del primo comitato badolatese fanno da cornice a una bellissima foto scattata in occasione del primo sciopero delle raccoglitrici di olive che, grazie all’UDI e a una fortissima Sezione del PCI del tempo che ebbe tra i suoi dirigenti Antonio Larocca, compagno di vita e di lotta di Rina Trovato, cominciarono a prendere coscienza dei loro diritti e a battersi per strappare condizioni di lavoro più dignitose.
Sul retro una foto di Anna Leuzzi, unica donna badolatese alla quale è stata intitolata una via per rendere omaggio alla protagonista di tante battaglie per l’emancipazione della donna e per la conquista dei diritti civili.
Queste erano le donne badolatesi, queste erano le donne meridionali, queste erano le donne italiane dei passati decenni; donne consapevoli dei propri diritti e impegnate nella dura, lunga, difficile battaglia per l'emancipazione e per il progresso, conquiste e aspirazioni che oggi vengono frettolosamente e incredibilmente bollate come conservatorismo dai responsabili e dai corresponsabili di una crisi economica e finanziaria spaventosa che rischia di rimettere indietro l'orologio della storia di molti decenni. Per questo proviamo una tristezza indicibile quando sentiamo di donne che si organizzano per festeggiare la ricorrenza dell'8 marzo in un ristorante o in una discoteca come se si trattasse della festa di San Valentino o della festa della mamma o quando leggiamo su qualche locandina dell'invito di un ristoratore o di un disk jokej a trascorre la festa della donna in pizzeria o in discoteca tra cene, balli, canti, ricchi premi e cotillons, quando c'è addirittura il rischio di dover rispolverare il vecchio slogan "Pane e lavoro." Giuseppe Marino
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