CI SONO RIMASTI SOLO I SOGNI
Fortunati quegli occhi che videro queste meraviglie intorno agli anni 20
del XX secolo. Noi possiamo solo sognarcele. Meno male che esistono le
vecchie foto.
MURALES
Un
giorno al posto di un paese morto mi piacerebbe vedere un paese almeno
così.
Miracolo
di Natale
Oggi voglio riproporre agli amici de L’Isola Amena una bellissima
lirica il maestro Umberto Lafortuna nella quale tratta in modo insolito
il Natale; un Natale che non è una nascita, ma una sorta di rinascita,
la salvezza, grazie all’intervento del Santo Bambino di un fanciullino
infreddolito la cui casa va a fuoco. Le fiamme divampano terribili
e minacciose e hanno oramai attaccato il tetto della povera
abitazione, ma, proprio
mentre il bimbo sta per essere ghermito dalle lingue di fuoco, il buon
Gesù compie il miracolo, spegne l’incendio e va a consolare la
creatura impaurita,
Focherello,
focherello,
Fatti vivo, grande e bello
Perché scende giù dal Cielo
Il Bambino e qui c’è il gelo,
Qui c’è il gelo, o focherello,
Ed ha freddo il Bambinello.
Già la fiamma si fa grande,
Sale, sale e poi si spande;
Sale, sale, attacca il tetto
E ha paura il fanciulletto
Or che vede tutta invasa
Dall’incendio la sua casa.
Chiede aiuto e il buon Bambino
Viene a lui piano, pianino,
Gli sorride, s’avvicina
E gli porge la manina.
Dove son le fiamme più?
Le ha scacciate il buon Gesù
Che su in Ciel se n’è tornato
Poi che il pargolo ha salvato.
SOGNANDO ANCORA LA MIA GENTE
E
mo, addue è juta tutta chilla gente?
‘Ntra
‘stu paise ‘un c’è rimastu nente,
è
morta ‘a gente, è mortu lu paise
e
nue, ogni jornu, ne pagamu ‘e spise.
Giramu
scunsulati pe’ le vie,
senza
scontare mancu ‘nu cristianu,
‘u
core s’inchia’ de malinconie
e
nue ni ne morimu chianu, chianu.
G. Marino
Ancora in sogno una bella carrellata di vecchi caccuresi che non sono
più con noi. i
SOGNANDO LA MIA GENTE
Quannu
Caccuri era ‘nu paise
Chjiunu
re gente e senza case chiuse,
cum’era
bellu, cumu era accogliente,
chi
belle rughe, quanta brava gente!
G.Marino
Eh, si, quanta brava e
bella gente rivedo ogni giorno nei miei sogni! Per ognuno mille
ricordi, da ognuno mille doni, consigli, insegnamenti,
suggerimenti, gesti affettuosi, gesti di solidarietà che fanno
parte preziosa, integrante, insostituibile della mia via. Grazie a tutti
voi.
HO SOGNATO GLI EROI DELL'INFANZIA
Stanotte
ho fatto un sogno bellissimo. Mi trovavo, chissà perché, nelle verdi
foreste del Canada quando, sbucando in una radura mi imbattei nel
grande Blek Macigno che lottava contro le odiate giubbe rosse facendo
roteare a mo' di clave il suo fucile Kentucky mentre Roddy e il
professore Occultis gli guardavano le spalle. Avrei voluto ringraziarli
per i momenti di piacevole svago, che mi regalarono negli anni della
fanciullezza, ma l'asprezza della lotta e la paura di essere scambiato
per un trapper amico dell'eroe biondo e di avere guai con le odiate,
permalose giubbe rosse, mi convinsero ad allontanarmi e, guadato un
rivolo d'acqua mi ritrovai per incanto nel Nevada, davanti un saloon
dove capitan Miki, Doppio Rhum e il dottor Salasso avevano ingaggiato
una furiosa sparatoria con un gruppo di banditi ridotti alla ragione
dalle pistolettate e dai pugni del giovane ranger e dei suoi compagni,
dopodiché le due spugne si precipitarono nel locale per una colossale
sbornia. Ma i sogni, si sa come sono fatti, così mi ritrovai su una
nuvola che mi depositò a migliaia di chilometri di distanza nella
giunga alla presenza di Akim spalleggiato dal fedele gorilla Karr,
dall'elefante Baroi e dalla scimmietta zig. Personaggi di fantasia
creati da sceneggiatori e fumettisti come Augusto Pedrazza, Roberto
Renzi, Giovanni Sinchetto, Dario Guzzoni, artisti, uomini d'ingegno come
Gian Battista Basile, come Collodi, come Emilio Salgari, com Vamba, come
Gianni Ròdari che fecero
grandi il fumetto e la letteratura italiana per l'infanzia nel mondo, un
patrimonio culturale oggi ridotto, come l'industria, come la Ferrari,
come Cinecittà, come tante eccellenza italiane andate in
malora. Ahi serva Italia, di dolore ostello!,un paese nel quale
stiamo distruggendo anche la lingua più bella del mondo a detta di Harro
Stammerjohann, la lingua del melodramma cantato in tutto il mondo,
preludio di un suicidio culturale che finirà per distruggere
l'identità e quel po' che rimane della coesione nazionale per gettarci in pasto a nuovi
colonizzatori.
CROCI NEGLI ANNI 20
Mi viene da benedire l'ignoto autore di questo
scatto che ci ha dato la possibilità di ammirare questo scorcio dEl
nostro paese in tutta la sua originaria bellezza, una bellezza
cancellata da decenni di sfregi e oltraggi che, curiosamente, ne hanno
fatto "uno dei borghi più belli d'Italia." Che strano questo
nostro mondo! Se oggi Caccuri è uno dei borghi più belli d'Italia,
negli anni '20 del secolo scorso quando fu scattata questa foto, cosa
sarebbe stata?
SOGNARE NON COSTA NULLA
Il
bellissimo murales dipinto nei giorni scorsi su una parete degradata di
una casa in largo Vincenzo Ambrosio dall’artista Giorgio Marzo
conosciuto con lo pseudonimo di Smoe mi ha fatto ritornare alla mente
qualche mio vecchio
sogno e immaginare cosa potrebbe diventare il nostro paese se la
street art si combinasse con un’azione intelligente di recupero del un
patrimonio urbanistico, artistico, monumentale di questo nostro
fortunato borgo. Un murales da sé non risolve il problema. Provate a
immaginare l’opera d’arte di Smoe nel vecchio contesto di via
Buonasera prima della rimozione di quell’antitetica scala che ostruiva
l’entrata del Sumporto e la vista della Misericordia. Quante volte ho
sognato il suo smantellamento e il sogno finalmente si è avverato
grazie all’intelligenza del proprietario e oggi quello slargo, anche
grazie al murales, è diventato uno degli angoli più belli di Caccuri. Da
sempre sogno la rimozione di quell’altra anti estetica scala sulla
facciata del convento realizzata nei primi anni del secolo scorso per
alloggiarvi la caserma della guardia di finanza, un vero pugno
nell’occhio che deturpa uno dei più antichi e preziosi monumenti
caccuresi. Dopo quasi due secoli dai disastri provocati dai francesi ai
tempi di Murat il complesso è tornato finalmente, in gran parte
proprietà pubblica, del comune e della fondazione Terzo Millennio per
cui non dovrebbe essere difficile, presentando magari un progetto
insieme ottenere il finanziamento per ristrutturare l’antico cenobio
che potrebbe essere poi adibito a sede della fondazione o perfino a
municipio come è stato fatto in altri paesi ripristinando l’entrata
dal chiostro e demolendo la scala esterna. Fatto questo le pareti del
chiostro o quella che attualmente è occupata dalla scala
potrebbero essere abbellite da murales con scene di vita
monastica. Io l’ho sognato come in questa foto a mo’ di esempio. Mi
piacerebbe, nei prossimi anni, vedere realizzato anche questo sogno.
SOGNANDO I CROCI
Sarebbe bello poter
gettare uno sguardo nel passato (chissà se in futuro non sarà
possibile con qualche macchinario simile alla macchina del tempo) al
nostro paese, per vedere com'era, magari nella prima metà del XIX
secolo, ma anche agli inizi del Novecento prima che, dal 1920 in poi, i
nostri nonni cominciassero a stravolgere i luoghi e a costruire in modo
scriteriato stravolgendo il Piano regolatore che l'Amministrazione del
secolo aveva approntato proprio in previsione della costruzione delle
case del nascente rione Croci. Purtroppo, già da allora prevalsero gli
egoismi e le prepotenze, le occupazioni abusive, i restringimenti o
addirittura la chiusura di alcune strade ancora ion corso, per non
parlare delle bellezze paesaggistiche, per cui il nostro è destinato a
rimanere un sogno popolato da visioni bellissime e verosimili, come
questa dell' antico Calvario dell'Annunziata e del contesto ambientale
nel quale sorgeva.
A scanso di equivoci premetto che quella rappresentata in
questa mia ricostruzione grafica non è la situazione reale, ma qualcosa
di molto simile ottenuta usando due foto dell'inizio del XX secolo,
anche se da angolazioni diverse. Insomma una visione onirica, ma molto
vicina alla realtà.
Qualche anno fa su questo sito curavo una rubrica dal titolo
"Sogni" con la quale cercavo di attirare l'attenzione dei miei
concittadini e di tutte le persone che hanno a cuore i nostri monumenti,
il nostro centro storico, il nostro patrimonio ambientale sulla
possibilità, con alcuni interventi, di porre rimedio a tutta una serie
di sconci che sono stati realizzati in un paio di secoli (molti negli
ultimi sessant'anni) che hanno irrimediabilmente deturpato alcuni tra
gli scorci più belli del nostro paese. Come quest'orrida scala degli
inizi del XX secolo che è un vero e proprio pugno nell'occhio dei
caccuresi e dei visitatori, tanto più che grazie all'opera della
fondazione Terzo Millennio le chiese di Santa Maria del Soccorso e della
Congregazione del SS. Rosario annesse all'antico convento domenicano
stanno tornando all'antico splendore, uno splendore che stride
orrendamente con questa bruttura. Oggi ritengo che ci siano tutte le
condizioni per demolire quest'obbrobrio, ma se pure ci fossero delle
difficoltà da superare, un popolo che ha veramente a cuore il suo
paese, la sua cultura, la sua storia dovrebbe fare di tutto per riuscire
a venirne a capo. In questa approssimativa elaborazione grafica ho
cercato di immaginare l'aspetto che avrebbe il monumento cinquecentesco
se si realizzasse l'intervento come io spero si realizzi perché confido
nella saggezza dei miei concittadini, anche se gli sconci che si
continuano a realizzare giorno per giorno nel centro storico mi fanno
spesso cadere le braccia.
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