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L'ANTICA CACCURI E GLI ANTICHI CACCURESI Dovevano
essere più o meno così i primi abitati del nostro paese o
meglio, dell'insediamento rupestre nel quale alcune famiglie
vissero fino alla fine dell'Ottocento ai piedi della
collina sulla quale alcuni secoli dopo Cristo fu edificato il castro,
ovvero la cittadina cinta di mura che corrisponde più o meno
al centro storico. Anche allora, come oggi, oltre al capoluogo (Filezzi),
c'erano alcune frazioni, ovvero grotte sparse nella campagna a
qualche miglio da Filezzi. La "frazione" più
importante era probabilmente quella di Cucco dove gli uomini del
neolitico avevano scavato 3 grandi grotte. La presenza umana
nel territorio caccurese sin dal neolitico è testimoniata,
oltre che dalle grotte che sono state materia di studio,
qualche anno fa, da parte un esperto come il professore Francesco
Cosco, anche dal rinvenimento fortuito, in contrada Patia,
da parte di un contadino, di un'ascia litica risalente a
quel periodo e consegnata ai carabinieri che l fecero pervenire
al Muso di Reggio. Ma l'uomo continuo ad abitare la nostra zona
anche in poche successive come testimoniano il sepolcreto di
epoca romana di Pantane, scoperto nel 1929 nella proprietà del
professore don Francesco Pasculli e della tomba barbarica
(probabilmente longobarda) scoperta da alcuni scalpellini il 20
maggio del 1933 sulle pendici della Serra Grande. In
quest'occasione all’interno
di un’intercapedine naturale furono rinvenute le ossa di un
cadavere ed una ricca suppellettile metallica di facies
barbarica molto ossidata e costituita da oggetti di ferro
tra cui due staffe a pianta laminata, tre cuspidi di
lancia a cannone delle quali due più grandi ed una
di dimensioni inferiori, una forbice per tosare le pecore,
tipico strumento rinvenuto in altre tombe barbariche sparse sul
territorio italiano, una forbice più piccola e di diversa
fattura, 4 falci per il grano delle quali due integre
ed una frammentaria, un' accetta bipenne e una monopenne,
una scarpa per aratro a bordi rialzati, una
subbia, uno scalpello ed altri frammenti. Oltre
agli oggetti in ferro ne furono rivenuti anche alcuni in bronzo
ed un oggetto vitreo. Il corredo in bronzo era costituito da un
pettine a denti triangolari molto robusti che in origine
doveva avere un manico di legno o di osso, un vasetto a
forma di olla con ventre espanso e bordi superiori
rinforzati sormontati da tre trilobi forati per l'attacco di tre
catenelle, un attingitore e un busto dell'imperatore
Claudio che, secondo gli esperti, potrebbe essere capitato
per caso fra la suppellettile e che, comunque, non è
sufficiente a far nascere dubbi sull'esatta datazione della
sepoltura che rimane confermata quale tomba risalente all'VIII -
IX secolo d. C.
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