Caccuri
a cavallo tra il XIX e il XX secolo |
Sarebbe davvero molto interessante poter dare un’occhiata
con la macchina del tempo a quel periodo aureo della storia del
paese per vederlo brulicare di muratori, falegnami, manovali,
carpentieri, architetti intenti a realizzare le grandi opere (una
idea sbiadita la si può avere osservando la famosa lastra che ci
mostra la torre e il bastione in costruzione). E poi ancora la
miriade di raccoglitrici di olive a Forestella, Lupia, San Biagio,
Furnia sotto l’occhio vigile e malevolo del soprastante di turno,
i “trappitari” alla macina o a raccogliere l’olio nella
"santina", gli zappatori all’”antu ‘e Barracca”,
le donne intente a raccogliere le foglie di gelso per i bachi da
seta che si allevavano in quasi tutte le famiglie di Caccuri, gli
operai del “consu della liquirizia” di Bruciarello,
i cavatori di zomme (radica di erica), i pastori “accordati” con
i loro caporali portare le greggi al pascolo o impegnati a fare il
formaggio e la ricotta, i “ciucciari” con i loro somari carichi
di legna da ardere che accatastavano nei bassi, spesso sotto i
poveri giacigli, per l’inverno. Forse “periodo aureo” è una
espressione infelice per definire un tempo nel quale si faticava da
mane a sera per un piatto di minestra o una ricotta e lo
sfruttamento era la regola, ma l’ho usata deliberatamente a
significare che fu un periodo nel quale una popolazione fiera,
attiva, laboriosa, e per certi aspetti battagliera si stava
dando da fare per avviare quelle profonde trasformazioni del paese
che da lì a un paio di decenni avrebbero, finalmente cominciato a
migliorare le condizioni di vita delle masse.
Intanto tramontava il XIX secolo e aveva inizio il Novecento
che si aprì con la realizzazione dell’acquedotto comunale su
progetto dell’ingegnere Martucci
che portava l’acqua potabile dalle sorgenti di Sambuco al centro
storico. Grazie a quest’opera
fu possibile attivare nel centro storico diverse fontane pubbliche
ed alimentare anche diverse abitazioni dei ceti più abbienti.
Il nuovo secolo sollecitava anche altri nuovi bisogni, primo
fra tutti quello dell’istruzione di una popolazione afflitta dalla
grave piaga dell’analfabetismo. Fu così che il 31 dicembre il
Comune nominò maestro di scuola il signor Marco
De Franco col compito di insegnare a leggere e a scrivere ai
bambini caccuresi. Qualche tempo dopo questo primo insegnante venne
affiancato dal cantoniere Ercole Scigliano. Nel 1909, poi, aderendo
alla richiesta dell’Unione Nazionale Magistrale l’Amministrazione
comunale chiese allo stato di avocare la scuola primaria in modo che
i fanciulli potessero adempiere all’obbligo scolastico che nel
1903 era stato fissato a 12 anni.
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