Battaglie di civiltà |
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1902 Lotte per la costruzione della ferrovia Crotone - Cosenza Le autorità e i cittadini di Caccuri, a partire dal 1902, si batterono a lungo per la realizzazione di questa importante opera che, però, non vide mai la luce e che provocò l'emarginazione e l'abbandono progressivo delle zone interne. Nel 1902 il sindaco Francesco Maida denunciò, in una delibera del Consiglio comunale, che " in Calabria la viabilità è ancora allo stato adamitico, senza che ancora avessero potuto usufruire della più grande scoperta del secolo, la vaporiera, tutti i nostri paesi che abitano molti chilometri dalla ferrovia e, per arrivarci, occorre una giornata intera, nella massima parte attraverso viottoli, burroni e guadando fiumi perché sforniti di ponti. I prodotti della nostra terra ubertosissima, per mancanza di viabilità, non possono facilmente trasportarsi alle più vivine piazze commerciali, quindi la fertilità della terra non è remunerativa per i nostri contadini i quali, incalzati dalla miseria ed allettati dal miraggio di una ricchezza per lo più effimera, sono stati e sono costretti ad emigrare nelle lontane americhe ove, in mezzo a privazioni e sacrifici inauditi, esplicano la loro attività ricordando, con le lacrime agli occhi, la patria e il campicello avito." La prosa zoppica in più punti, ma la denuncia è precisa ed efficace. (1) Nel 1906 il Consiglio comunale ritornò sull'argomento per "elevare fiera protesta al Governo per dimostrare che qui in Calabria vi sono uomini e non belve e che anche il Sud ha diritto di godere di quei benefici che lo avviino per le strade della civiltà e del progresso e, per una buona volta, si guardi con intelletto d'animo a questa disgraziata regione." (2) Ma proteste e denunce non sortirono alcun effetto e la ferrovia Crotone - Cosenza non fu mai costruita e come ebbe a scrivere il sindaco Maida nella delibera del 1902 inviata al Presidente del Consiglio Zanardelli, la Calabria continuò a "subire solamente il grave pondo dei balzelli." 1908 Strada nazionale 61 Crotone - San Giovanni in Fiore Nel 1908 i comune di Caccuri e quello di Santa Severina protestarono energicamente per il pessimo stato in cui versava la strada nazionale 61 nel tratto compreso tra Crotone e San Giovanni in Fiore tanto che "la corriera postale che collega i due centri impiega tredici ore per coprire la distanza di 80 chilometri." (3) La vecchia Nazionale 61 (poi 107) I due comuni chiesero anche interventi urgenti per consentire, sulla stessa strada, il transito delle prime automobili.
1913 Strada di collegamento Caccuri - Santa Rania Uno dei problemi più urgenti da risolvere agli inizi del secolo scorso era quello di un accettabile collegamento tra Caccuri e la sua frazione, Santa Rania. Lo stato di precarietà dei collegamenti creava notevoli difficoltà soprattutto quando, in seguito al decesso di qualche abitante della frazione, se ne doveva traslare la salma nel cimitero del capoluogo.
La vecchia mulattiera Caccuri - Santa Rania Il 13 novembre del 1913, con la delibera consiliare n. 57, il comune chiedeva al governo la realizzazione della strada che avrebbe dovuto collegare i due centri abitati. Copia dell'atto deliberativo fu inviata al Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti, al sottosegretario calabrese Nicola Lombardi e ai deputati Luigi Fera e Gaspare Colosimo. Anche quest'opera, nonostante le proteste e gli appelli pressanti al governo, non venne realizzata se non molto tempo dopo, nel periodo che va dal 1954 al 1956. 1919 - 1921 Lotte contadine per la conquista della terra Ma le lotte più esaltanti e che videro protagonisti e vincitori gli ex combattenti reduci della Grande guerra furono combattute nel periodo compreso tra il 1919 e 1921. Obiettivo dei reduci era quello di rompere il latifondo e conquistare un pezzo di terra strappandola ai baroni ed agli agrari che la lasciavano spesso incolta. Per raggiungere l'obiettivo fu fondata anche a Caccuri una Sezione dei combattenti affiliata all'Opera Nazionale Combattenti. A capo dei contadini reduci in lotta vi erano il sacerdote don Giuseppe Sabatino Pitaro, l'artigiano Giuseppe Gigliotti, il grande invalido Pietro De Mare ed altri battaglieri caccuresi.
Ad opporsi ai combattenti erano gli esponenti di una borghesia agraria che si era formata nei decenni precedenti e che destinava grandi estensioni di terreno a pascolo, mentre contadini e braccianti vivevano a stento ed in condizioni di estrema indigenza. Alla fine, nonostante gli ostacoli frapposti anche dal nascente fascismo, i combattenti vinsero la loro battaglia riuscendo ad ottenere quote di terreno a Pantane, Santo Iannelli, Corvi, Cucco e Rittusa. Le lotte per la conquista della terra continuarono poi anche nel secondo dopoguerra, soprattutto dopo i fatti di Melissa e portarono alla conquista di altre terre a Fontana e Forestella. Note 1) Giuseppe Marino Caccuri nella Storia, pag. 14 anno 1994 2) op. cit. pag. 14 3) op. cit. pagg 14-15
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2 http://s5.histats.com/stats/r.php?371533&100&36&urlr=&www.webalice.it/giuseppe.marino50/Caccuri/Battaglie/battaglie.htm
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