Cerimonia nell'aula consiliare di Crotone
Commemorato Peppino Guarascio
17 FEBBRAIO 2014
 

 

   Dopo  Pasquale Poerio, Dionigi Caiazza, Ciccio Caruso e Maria Teresa Ligotti, ieri è stata la volta dell'amico e  compagno Peppino Guarascio, già senatore della Repubblica, consigliere regionale e segretario della Federazione di Crotone, scomparso un anno fa,  a essere comemmorato nell'aula consiliare del Comune di Crotone alla preseneza di tanti vecchi compagni di partito, amici e avversari politici del passato, amministratori e dirigenti della Lega delle Autonomie di cui Peppino è stato presidente e prestigioso dirigente per molti anni.


 
Peppino Guarascio (primo da sinistra a una inziativa del PCI)


  Giuseppe Paolo Guarascio, che tutti chiamavano familiarmente Peppino, era nato  il 7 ottobre del 1928 a Cotronei, paese del quale era stato anche un grande sindaco (uno dei sindaci più giovani d'Italia). Giovanisismo si iscrisse al PCI, partito nel quale militò fino alla trasformazione in PDS. Prima di essere eletto senatore della Repubblica nella IX legislatura, era stato anche consigliere regionale della Calabria fin dal 1970, anno di nascita delle regioni, eletto con 15.654 preferenze assieme a un altro grande comunista del Crotonese, il verzinese Pasqualino Jozzi. Peppino fu anche per alcuni anni segretario della Federazione del PCI di Crotone e dirigente regionale dello stesso partito.

  
                       LA COMMEMORAZIONE NELL'AULA CONSILIARE DI CROTONE

    A ricordare il suo impegno, la sua passione, la sua competenza, il rigore nell'analisi politica e amminstrativa e la grande capacità di sintesi e di proposta politica sono stati, oltre al sindaco di Crotone, avvocato Peppino Vallone che ebbe modo di conoscere Guarascio negli ultimi anni del suo impegno politico, anche sindaci e dirigenti della Lega delle Autonomie, mentre l'amico e avversario, l'ex democristiano Gudo Rhodio ha ricordato il sostegno di Peppino al suo tentativo di dar vita a un governo regionale che per la prima volta vedeva insieme esponenti della DC e del PDS. Giuseppe Pierino, infine, deputato comunista per due legislature, ha ricordato l'impegno politico e la grande capacità di analisi e di proposta di Peppino Guarascio negli anni bui della lotta al terrorismo e del compromesso storico, primo generoso tentativo di Enrico Berlinguer e Aldo Moro di dar vita a un governo di larghe intese in un periodo particolare della storia italiana e internazionale caratterizzato dal terrorismo interno e dalle tensioni tra le grandi potenze.
   Peppino fu un comunista riformista come lo furono tutti i comunisti dopo la svolta di Salerno, sempre attento al nuovo, impegnato in un  confronto civile e democratico con gli avversari, una persona  educata e gentile, autorevole, ma, pronto all'ascolto che si è impegnato fino alla fine nella battaglia autonomistica per rendere le istituzioni sempre più efficienti, trasparenti e vicine al cittadino. Per fortuna un tempo non esisteva la rottamazione delle persone e meno che mai di dirigenti politici prestigiosi e competenti che avevano accumulato una grande esperienza, un patrimonio di conoscenze, capacità, competenze che i partiti, lungi dal gettare alle ortiche, utilizzavamo destinando gli ex parlamentari o amministratori ad altri ruoli, senza umiliarli o emarginarli.  Oggi, putroppo, non è più così e i partiti non esistono più o sono dei gusci vuoti i cui dirigenti vengono eletti con ridicoli plebisciti che ricordano tanto quelli per l'Annessione al regno dei Savoia, senza che ci sia un don Cicico Tumeo che come il bambino della favola di Andersen abbia il coraggio di gridare che il re è nudo.