Fissazioni  

di G. Marino

  Io questa fissazione proprio non la capisco!
Perché impuntarsi su questo stramaledetto gatto nero?
Ma come?, te lo do bianco e mi pianti questa grana? Non va bene lo stesso?
Niente da fare: “Volevo un gatto nero, nero, nero, tu le lo hai dato bianco e io non ci sto più!”
Ma perché devi fare così? Guarda che posso anche cambiartelo, sai?
Ne ho uno persiano che è la fine del mondo; se vuoi posso dartelo anche tigrato, un gatto tigrato con la coda ritta, eh? Che ne dici? O ne vuoi uno siamese?
Niente! Niente da fare, lo vuole nero  è basta, solo nero, accidenti a lui!
Che poi ne ha già 44.
Che se ne farà di quarantaquattro gatti?
L’altro giorno voleva metterli in fila; si, quarantaquattro gatti in fila per sei.
Naturalmente gliene restavano due e non sapeva come sistemarli!
Ma dico io:  perché devi metterli in fila? Che necessità hai di schierarli come se fossero soldati? Sono gatti, mica marines!!
E poi,  mettili in fila per due, no?
Quarantaquattro gatti in fila per 2 fa 22, senza resto e sei a posto, no?
Oppure in fila per 4,  fa 11;
No! devono essere in fila per sei, logico che poi hai il resto di due e allora, con chi te la prendi?
Te la devi prendere con te stesso, no?,  testone che non sei altro!

  Si, ce ne sono pazzi a questo paese! 
Come quell’altra pazza della Peppina che si ostina a fare un caffè schifoso!
Ma come, se c’è una cosa facile da fare,  quello è il caffè, qualsiasi scemo lo sa fare, che ci vuole?
Metti l’acqua nella caffettiera, la polvere di caffè nel crivello, chiudi la macchinetta, la metti sul fuoco ed è fatta! Lei no, lei si ostina a fare quell’orrenda ciofeca mettendoci dentro tutte quelle schifezze: marmellata, cipolle, ali di pollo, rosmarino, caramelle; perfino zampe di tacchino,   logico che il caffè della Peppina non si beve la mattina, né col latte, né col te! E poi si chiedono pure perché, perché, perché!!!!
Beh, ora devo andare subito via, perché mi scappa la pipì, papà, non ne posso proprio più, finisce che la faccio qui.