La fine del brigante Gasparone
di Peppino Marino
 

      

     Ancora unì'incompiuta, o meglio, un lavoro inutile, frustra dicevano i latini,  visto che  l'opera, una pièce sui poveri briganti, non fu mai messa in scena per mancanza di "prudottori" e di attori. Difficile, quando si fa l'abitudine alla farsa, pensare di poter mettere in scena un lavoro leggermente più impegnato. Pazienza; anche questo canto lo regalo chi lo vuole. 

Caccuresi, or vi racconto
Di un crudel, vile brigante,
Il ben tristo Gasparone
Sempre armato di trombone,
Che i villan assassinava,
Di lor sangue ei si beava.

 Nella notte tetra e scura
Aleggiava la paura
Quando la risata folle
Del terribile briccone
Era il segnal dell’azione
Del crudel, vile fellone.

 Dalle tenebre sbucava
Con la sua orda assassina,
Saccheggiava, sbudellava
Nella notte, e la mattina,
Solo morte respirava
La progenie contadina.

 E una notte sciagurata
Fece l’ultima bravata:
Miserabile famiglia,
Padre, madre, figli e figlia,
Tutti quanti assassinò
E l’ostello depredò.

Piangon villici e parenti
Cinque poveri innocenti
Immolati come agnelli
Da assassini crudi e folli
Per un sacco di lupini,
Tre capretti e due agnellini.  

Piange il capo degli urbani
Che difendere non sa
Questi poveri villani
Da cotanta crudeltà,
Da quel branco assatanato
Di lor sangue ognor lordato.

 Ma al brigante sanguinario,
Giura la farà pagar,
Non sa quando, non sa come,
Ma un bel dì lo prenderà
Ed allora sarà un bel giorno
Quando il folle perirà.  

E una notte calma e bella,
In contrada Cimitella,
Da una macchia folta e scura,
Ch’è foriera di paura,
Sbucan dei loschi figuri
Che diriggon su Caccuri.

 Essi avanzan baldanzosi
Verso impresa scellerata,
Ma lor Fato è ormai segnato
Chè già il fio pagar dovranno:
Di lor colpe castigati,
Questa notte periranno.  

Dalle tenebre gli urbani
Sputan piombo sui marrani;
Cadon quattro scellerati
E una donna è ancor colpita.
Gasparone, lesto scappa,
Ma nel piombo ancora incappa.

Cade a terra: egli è ferito;
Si rialza ….. un gran ruggito,
Tenta un’ultima sortita,

Ma ben tosto è disarmato

E in catene è trasferito
Nel paese ammutolito.

Vien rinchiuso nel maniero
Saldo ai ceppi passerà

La sua ultima nottata:
altra notte ei non vedrà;
Ecco, l’alba già s’avanza
A punir sua crudeltà.

 Al Petraro vien tradotto,
Il plotone pronto è già;
Ad un cenno del suo capo
Il brigante ucciderà.
Don Matteo il segnal ha dato;
Gasparone è giustiziato!  

Ma la notte, ancor adesso,
Se si passa dal Petraro,
Ci si imbatte molto spesso
Nel fantasma del brigante
Con i suoi scherani intento
Altre imprese a progettare.