Brevi
cenni sulla tradizione musicale caccurese |
Orchestrina improvvisata degli anni '40 Sin dagli albori Caccuri si distinse nel Circondario per il gusto musicale e la voglia di far musica che stimolava gli abitanti a dedicarsi alla nobile arte di Eutèrpe. Ciò dipese, probabilmente, dal fatto che, essendo la cittadina sede di ducato e, perciò, luogo di svago e di divertimento per il fortunato feudatario che, dal XVIII secolo vi risiedeva stabilmente, divenne meta continua di musicisti e, quindi, luogo di diffusione di generi musicali che, a lungo andare, plasmarono il gusto della gente. Ovviamente, accanto a quella che era la musica colta, la musica dei signori, esisteva e si radicava nell’animo popolare una musica che nasceva dalla vita della povera gente: canti d’amore, serenate, canti che accompagnavano il duro lavoro quotidiano, come quelli, numerosi, dei mietitori, la “Serenata disperata per la morte dell’amata”, le canzoni “a dispetto”, le strenne e le tarantelle. |
Questo tipo di canzoni erano accompagnate spesso con strumenti popolari come la chitarra battente, nacchere o cupi cupi, ma anche con strumenti classici quali il violino, il mandolino e la chitarra. La musica classica, quella che veniva eseguita nelle varie corti europee, la si poteva ascoltare solo nel palazzo del duca. Senza andare lontano nel tempo a curiosare nelle vaste sale del castello in festa, tra signori comodamente seduti ad ascoltare i virtuosismi del musicista di turno, con un balzo di almeno tre secoli ci portiamo agli inizi del ‘900 quando si formarono in paese alcune bande musicali il cui ricordo e la cui documentazione, anche fotografica, è possibile ancora rintracciare. Uno dei primi complessi nati in quell’epoca fu il “Concerto bandistico Modesto Cimino” di cui una istantanea, opera del fotografo caccurese Vincenzo Fazio, compare anche nel volume “Caccuri e la sua gente”. Era composto da più di 40 elementi e si esibiva, oltre che nelle varie feste caccuresi e nelle manifestazioni di regime, come quella per la prima visita a Caccuri del segretario federale di Catanzaro, il caccurese Antonio De Franco, anche nei paesi del circondario, spostandosi su uno dei primi camion dell’epoca. Dei “musicanti” che lo componevano si ricordano, tra gli altri, Rosario Pasculli, suonatore di tamburo tra i più apprezzati, Umberto Chiodo, basso, Leonardo Blaconà e Rosario Iacometta, clarinetti, Raffaele Chindamo al trombone Da allora in poi molti furono i giovani che, di volta in volta, diedero vita a complessi musicali. Animatore e leader di questi gruppi era il giovanissimo Annibale Cimino, un bravo artista, omonimo dell'impresario, che successivamente, emigrato negli Stati Uniti, diede vita, a due grandi complessi bandistici che si esibirono con successo negli States.
Successivamente nacquero a Caccuri altre due bande, una, quella del maestro Angelo Di Rosa, soprannominata "La musica vecchia" perchè era qualche anno prima e la seconda, degli "Artisti associati", conosciuta come "La musica nuova." Negli anni ’60 alle bande si sostituirono o si affiancarono complessi di musica leggera che si incaricarono di rinnovare la tradizione musicale caccurese, anche se il maestro Di Rosa continuava a tenere in piedi, nonostante mille difficoltà e nonostante l’emigrazione avesse cominciato a falcidiare le giovani generazioni, una piccola banda musicale. Il primo complesso nacque per iniziativa di Peppino Falbo e ne facevano parte, oltre allo stesso Falbo, Michele Secreto alla batteria, Franco Catalano alla fisarmonica, Orlando Girimonte interprete di celebri macchiette e Vincenzo Parrotta, allora giovanissimo cantante. Successivamente nacque il gruppo degli “Amici ‘65” che aveva come leader Salvatore Basile, chitarra solista accompagnato da Vincenzo Parrotta alla chitarra e Peppino Rao alla batteria. Le voci soliste erano quelle dello stesso Vincenzo Parrotta e di Savino Pasculli. Successivamente entrarono a far parte del complesso, che rimase sulla breccia per una decina d’anni, altri elementi tra i quali Orlando Scigliano, Michele e Tino Ventura.
Agli
Amici ’65 fece seguito, in epoche più recenti, l’esperienza
dei “Nuovi amici” di Olimpio Talarico, Domenico Secreto, Ilario
Piccolo ed altri giovani che suonarono fino a qualche anno fa.
Nel
1988 esce Battista Loria che viene sostituito da Francesco Bonofiglio
di Cotronei. Il gruppo, con abbandoni e inserimenti, va avanti fino al
14 agosto del 1994 quando, dopo l'ultima esibizione in piazza Umberto,
a Caccuri, gli artisti appendono le chitarre al chiodo dopo anni di
successi su centinaia di piazze.
Prima di chiudere questa breve pagina sulla storia musicale di Caccuri è doveroso far cenno a quelli che furono i più apprezzati “musicanti” del paese. Oltre al maestro Cimino, già citato e che fu, senz’altro il più illustre, al maestro Di Rosa, Angelo Secreti e Peppino Iaconis di cui è stato già detto, occorre ricordare Domenico Sellaro, virtuoso del flauto, oltre che grande sarto, il fratello Vincenzo, Alessandro Lupinacci, Luigi Gallo, suonatore di chitarra, fisarmonica, mandolino e clarino e Rosario Rizzuto , postino e grande animatore, oltre che bravo suonatore di tromba, i cui scherzi e lazzi, in occasione delle trasferte della banda nei paesi del Circondario, rimasero celebri e costituiscono, ancora oggi, materia di spassosi aneddoti. Attualmente la tradizione musicale caccurese è egregiamente rinverdita dall'opera del maestro Luigi Antonio Quintieri autore di numerose composizioni, tra le quali L'Inno europeo di San Rocco, e direttore del coro polifonico parrocchiale.
Da alcuni anni, infine, per iniziativa del presidente dell'Associazione culturale Zeus, Peppino Sganga, è nata una nuova banda di una quarantina di giovanissimi caccuresi, inizialmente diretta dal maestro Francesco Castagnino e, attualmente, dal maestro Alessandro Facente che, in pochi anni, è diventata una bella realtà del paese e del Comprensorio. Attenzione
|
1
2 http://s5.histats.com/stats/r.php?371533&100&48&urlr=&www.webalice.it/giuseppe.marino50/Musica/cenni.htm