Presentato l'ultimo libro di  Marino
Il terremoto del 1832 nel Marchesato Crotonese alla Settimana della cultura calabrese

                                                            
                            Roberto Saporito, Mimmo Talarico, Donato Guzzardi (in piedi) Giuseppe Marino, Don Pietro Pontieri e Massimo Veltri presentano il libro

“Se tutti amassero il proprio paese di quell’amore che trasuda dalle pagine di quest’autore  forse in Calabria registreremmo meno catastrofi che non sono mai maturali, ma frutto degli egoismi, del profitto e del disprezzo del territorio.” E’ stata questa la conclusione dell’intervento dell’on. Mimmo Talarico, consigliere regionale dell’ IDV alla presentazione del libro del webmaster di questo sito, Il terremoto del 1832 del 1832 nel Marchesato di Crotonese nella Casa del forestiero di Camigliatello, in occasione della Settimana della cultura calabrese, davanti ad una cinquantina di persone. Per l’occasione l’editore del testo, Demetrio Guzzardi, titolare della casa editrice Editoriale progetto 2000, ha organizzato un dibattito di estrema attualità dal titolo “Pericolo sisma: massima allerta”  al quale hanno partecipato, oltre all’autore e all’on. Talarico, Massimo Veltri, professore ordinario di Idraulica dell’UNICAL, già senatore della Repubblica e Roberto Saporito, geologo e giornalista del quotidiano Calabria Ora. E’ stato proprio il dottor Saporito ad approfondire il dibattito sul pericolo terremoti in Calabria ribadendo più volte che i terremoti non si possono prevedere, ma si possono viceversa prevedere molto bene i loro effetti disastrosi. Da qui la necessità di costruire rispettando tutte le norme in materia antisismica e di progettare gli insediamenti tenendo in debito conto le perizie geologiche che, finalmente anche in Calabria sono obbligatorie per qualsiasi progettazione. L’importanza del rispetto delle norme è testimoniata dalla ricognizione dei gravi danni prodotti dal sisma del 1832 come emerge dal libro presentato, nonostante questo evento  facesse seguito a quello catastrofico del 1638 che evidentemente non aveva insegnato nulla ai calabresi che continuarono a costruire senza rispettare le prescrizioni anche nel corso della ricostruzione del terremoto del 1832 come si evince da una lettera dell’ingegnere napoletano Federico Bausan, incaricato della ricostruzione, all’intendente di Catanzaro. Il dottor Saporito ha poi ringraziato l’autore per avergli fatto conoscere, attraverso il libro, Caccuri, questo paese così interessante e lo ha cordialmente rimproverato per non aver dedicato una pagina alla descrizione del paese attuale e all’itinerario da percorrere per raggiungerlo. Il professore Veltri, dopo aver definito il volume un esempio di micro storia, disciplina introdotta dalla scuola  francese dei Le Goff e dei Duby che testimonia l’ìimpegno e la passione dello studioso che vuole indagare e rendere conto su uno dei tanti esempi che hanno fatto parlare della Calabria come “sfasciume pendulo”, parlando dei terremoti ha ricordato come di recente, in occasione del terremoto in Emilia sia stato dimostrato che ad accentuare gli effetti disastrosi hanno contribuito anche le condizioni nelle quali si trova il Po per cui i terremoti vanno studiati accuratamente non solo dal punto di vista geologico, ma anche da quello idraulico.

 

Dibattito e presentazione del libro sono stati inframmezzati dall’esecuzione di alcuni bellissimi brani popolari del cantante savellese Gino Grande e dalla lettura di alcune pagine del libro di don Pietro Pontieri I racconti silani di Nonna Nicoletta che sarà presentato questa sera nella stessa sede.