In viaggio per una vita migliore - Storie di emigrazione e di lotta
La mia ultima fatica è un romanzo storico incentrato sulla storia di un gruppo di giovani caccuresi che, nel settembre del 1906, intraprende un lungo e pericoloso viaggio per raggiungere gli Stati Uniti d'America alla ricerca di un lavoro che possa consentire loro di sfuggire alla miseria che li perseguita sin dalla nascita. Proprio mentre si mettono in viaggio su di una sgangherata corriera che li porterà a Crotone dove li aspetta il treno a vapore che li condurrà a Napoli per l'imbarco, scoppiano, nel loro paese, le prime rivolte contadine guidate da popolari e socialisti e dalla neonata Camera del Lavoro, ferocemente osteggiate dagli agrari che si oppongono a qualunque tentativo di sovvertimento dell'ordine sociale. Le vicende assumeranno contorni drammatici, ma, alla fine, sia gli emigranti, sia i braccianti in lotta, riusciranno a strappare condizioni di vita più dignitose, anche se, nessuna delle due categorie riuscirà, completamente, a "trovare l'America." Non manca una riflessione sul parallelismo tra le vicissitudini dei nostri emigranti negli ultimi anni del secolo XIX e nei primi anni del secolo scorso e quelle degli immigrati extracomunitari che, quotidianamente, sbarcano, da clandestini, sulle nostre spiagge,
Hanno scritto sul libro:
Dal sito italiangenealogy.tardio.com
Giuseppe Marino
In viaggio per una vita migliore -
storie di emigrazione e di lotte contadine
Mariano Spina, San
Giovanni in Fiore (CS) 2006
Nel
2006, poi, ecco, viene pubblicato il romanzo “In viaggio per una vita migliore
– Storie di emigrazione e di lotte”. Qui si ammira uno stile chiaro e fluido
e pure la sensibilità con cui sono delineate vicende e presentati i vari
personaggi. E’ un bel romanzo nel quale sono narrate le avventure di otto
giovani di Caccuri che nel 1906 s’imbarcano alla volta degli Stati Uniti in
cerca di migliorare, appunto, la loro vita. Le vicende di essi procedono; o
meglio si intrecciano, con quelle di tantissimi e numerosissimi contadini,
braccianti che sono rimasti in patria e lottano duramente contro gli agrari che,
ovviamente, li sfruttano; lotte mirate al miglioramento della loro vita e di
quella dei loro figli. A veder bene nel romanzo sono presenti due viaggi: quello
degli otto giovani caccuresi verso l’America e l’altro dei braccianti
rimasti in patria contro gli agrari – come già detto -, per una vita più
dignitosa e decente umanamente. L’opera è riuscita e per lo stile, e per il
contenuto. Non mancano vicende drammatiche, ma poi sia gli emigranti, sia i
braccianti, otterranno, alla fine delle loro lotte, condizioni di vita più
umane. Non manca “una riflessione sul parallelismo tra le vicissitudini dei
nostri emigranti negli ultimi anni del secolo XIX e nei primi anni del secolo
scorso e quelle degli immigrati extracomunitari che, quotidianamente, sbarcano,
da clandestini, sulle nostre spiagge”.
La
critica ha accolto molto bene questa fatica di Marino, e sono da condividersi le
considerazioni critiche di Antonio Lacaria per il quale il romanzo è
una “intelligente
riflessione sulla tematica attuale dell’emigrazione e dell’immigrazione, in
maniera più esplicita viene evidenziata nel dialogo tra Antonio e il nonno,
nella parte finale del lavoro”. Il romanzo storico–politico è stato
presentato il 10 agosto scorso nei locali dell’Istituto comprensivo “Cicco
Simonetta”. Qui tutti i relatori hanno giustamente detto che quest’opera di
Marino “ si legge tutta d’un fiato” e, nel contempo, il romanzo presenta
una vicenda storica vera, mentre falsi sono i nomi dei diversi personaggi. Ciò
che colpisce dell’opera è la perizia, lo stile semplice, ma incisivo e chiaro
con cui lo scrittore presenta le vicende, personaggi, situazioni, luoghi,
dialoghi. La tecnica narrativa è originale e nell’opera balzano analisi di
natura storico – politica e antropologica. Romanzo delle lotte contro un mondo
di prepotenti e di arroganti e il riscatto potrà avvenire solo attraverso la
conoscenza e la cultura: “Faremo studiare i nostri figli – asserisce uno dei
personaggi – e, chissà, forse un giorno, saranno loro la classe dirigente”.
L’opera
– a voler guardare bene – non è solamente una storia caccurese, ma presenta
una vita vissuta da tantissimi uomini del Sud (calabresi in modo particolare),
ma poi l’inserimento di dialettismi fa immediatamente pensare che si tratta di
Caccuri. Leggendo l’opera si assiste a “una specie di sceneggiato che
raffronta il vissuto di chi è in viaggio al paese con un filo di collegamento:
Don Pasquale che condiziona la vita degli uni e degli altri “(Bruno Tassone).
Val la pena di leggere questo romanzo per il quale lo scrittore si è anche
documentato. C’è in esso un aspetto della personalità dello stesso Giuseppe
Marino che per anni si è interessato di politica e ha sempre sentito i problemi
più urgenti e scottanti della gente e nel contempo è un acuto osservatore
della realtà umana e insieme politica della comunità, della società paesana
in cui vive ed opera.
Hello
listers,
thanks to the suggestion of our lister Donna Pellegrin, I just finished to
read a beautiful book, written in italian by Giuseppe
Marino, its title is "In Viaggio per una vita migliore" (A
trip for a better life)
It is a book about the trip of 8 people leaving during 1906 from a little town
of Calabria region, Caccuri, to USA, for a better life.
I deeply suggest this book to anyone.
And it costs few euros too,
thanks again Donna,
bye Riccardo
If anyone wants to order this book you can contact
this site and write an email to marino50 @ libero.it (no spaces)
ITALIAN TRANSLATION - TRADUZIONE ITALIANA
Salve a tutti,
grazie al suggerimento della nostra amica Donna Pellegrin, ho appena finito di
leggere un bellissimo libro, scritto in italiano da Giuseppe
Marino, il suo titolo è "In viaggio per una vita migliore".
Esso racconta il viaggio di 8 persone che nel 1906 hanno lasciato un piccolo
centro della Calabria, Caccuri, per recarsi negli USA, alla ricerca di una
vita migliore.
Io suggerisco profondamente la letturs di questo libro a chiunque.
E costa anche pochi euro,
grazie ancora Donna,
ciao da Riccardo
Se qualcuno volesse ordinare il libro contatta
questo sito e scrivi una email a marino50 @ libero.it (senza spazi)
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Italian Origin search
Riccardo Bruno
su Italian
Genalogy.co
Il Corriere della
Sila, il giornale dei Sangiovannesi
L'ultimo
lavoro di Giuseppe Marino, 'In viaggio per una vita migliore'
Storie
di emigrazione e
di lotta
Pubblicato da Mariano Spina editore
Redazionale
Giuseppe
Marino, un'intellettuale
di Caccuri, con il pallino della
politica, si è messo "In
viaggio per una vita migliore"
offrendoci una raccolta di "Storie
di emigrazioni e di lotte", pubblicato in questi giorni da Mariano
Spina Editore. "Le belle pagine
del romanzo
scrive in premessa Antonio Lacaria'
che è stato sindaco di Caccuri dal
1980 al 1990 – ci appaiono come
intelligente riflessione sulla
tematica attuale dell'emigrazione e dell'immigrazione,
che in maniera più esplicita, viene evidenziata
nel dialogo tra Antonio e il nonno,
nella parte finale del lavoro. Qui
emerge - rileva Lacaria - la parallela
aspirazione
al riscatto
economico e sociale di un gruppo
di caccuresi
che intraprende un lungo
viaggio, che ha come destinazione le terre
lontane dell'America e un numero più
consistente, anzi la maggior parte del
popolo caccurese, costretto a sfidare
l'arroganza, la prepotenza e l'egoismo
dei proprietari terrieri di una
volta, con i quali fare i conti ogni
giorno tra i solchi arati di Lupia,
del Vurdoj e di Sant'Andrea. Il
romanzo ambientato agli inizi del
secolo scorso, ci presenta uno
spaccato di vita sociale della nostra
gente, vittima purtroppo di una miseria
che ha minato l'esistenza di numerose generazioni
di calabresi. Se l'emigrazione è
riuscita tuttavia a far riscattare
molti di quei nostri lavoratori, molti
altri braccianti e operai rimasti a
Caccuri, hanno dovuto anch'essi
intraprendere un "duro e
pericoloso viaggio" per migliorare
le loro condizioni economiche e sociali. Quindi due
"viaggi", distinti e separati, quello degli "emigrati" e
quello dei "restati", che
non sappiamo fino a quanto sono
serviti a cambiare l'esistenza di questa nostra
gente, che ancora oggi lotta per un posto di lavoro e per un riscatto
sociale. Il libro di Giuseppe Marino, consente
- comunque - alcune riflessioni che
aiutano un po' a far conoscere i sacrifici fatti dai
nostri nonni e le angherie che,
immancabilmente, hanno dovuto
sopportare, pur di portare un pezzo di
pane a casa.
Presentato a Caccuri il nuovo romanzo di Giuseppe Marino, Poeta e storico
Antiche storie di emigrati
di Franco Loria
Caccuri - E' stato presentata il 10 agosto, nell'ambito delle manifestazioni dell' associazione culturale Zeus, la quarta opera letteraria del famoso scrittore, poeta e storico caccurese Giuseppe Marino. La presentazione è avvenuta nei locali dell'Istituto comprensivo "C. Simonetta" alla presenza di un numeroso pubblico e di un "qualificato tavolo" di ospiti e amici di Marino: don Pietro Pontieri, il sindaco di Caccuri Arcangelo Rugiero, il poeta Daniele Paonessa, lo storico Bruno Tassone, Giuseppe Miliè, Antonio Lacaria e Giuseppe Silletta, dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo di Caccuri.
E' il suo grande amico di sempre, Giuseppe Miliè, a fare da moderatore e avere il piacere e l'onore di iniziare la discussione sull'opera di Marino. Il romanzo "In viaggio per una vita migliore - Storie di emigrazione e di lotta" racconta la storia di un viaggio di un gruppo di caccuresi che partì alla fine dell'Ottocento per l'America alla ricerca, come dice il titolo dello stesso racconto, di una vita migliore. E in merito lo storico Bruno Tassone afferma: "Il titolo del libro è la sintesi felice delle 190 pagine di un'opera scritta con l'amore di un figlio di questa terra".
Giuseppe Marino ha sempre palesemente dimostrato un attaccamento particolare al suo paese; le sue quattro opere letterarie sono dedicate a Caccuri e, del resto, conoscendolo non poteva essere altrimenti. "Un romanzo che si legge tutto d'un fiato", è quanto hanno affermato Arcangelo Rugiero, Bruno Tassone, Daniele Paonessa. Ed il romanzo racconta una storia vera che di falso ha solo i nomi dei personaggi e che Peppino Marino ha voluto raccontare con un linguaggio semplice, scorrevole, senza soffermarsi eccessivamente sulle descrizioni dei luoghi e dei personaggi.
La vicenda si svolge in un periodo storico complesso, in cui trionfano l'arroganza e la prepotenza generando miseria tra la povera gente. E il poeta Daniele Paonessa coglie questo aspetto tragico della vita di allora: "Nel libro, l'autore dipinge, con sapienti pennellate, i colori della speranza, della disperazione, della lotta, del sogno".
Un periodo in cui chi restava doveva fare io conti con i proprietari terrieri e chi partiva con l'incertezza del futuro... Partenze che si intrecciarono con le lotte di quelli rimasti a Caccuri, costretti anch'essi ad intraprendere un duro e pericoloso viaggio per migliorare le loro condizioni economiche e sociali. E su questo è significativo quanto afferma il sindaco: "Un romanzo con una trama di struggente umanità nella quale si attua il superamento del ciclo dei vinti del Verga, dal momento che le lotte contadine e l'emigrazione migliorano le condizioni di vita dei braccianti poveri". Un racconto interessante che pone, soprattutto dopo aver letto le pagine relative al dialogo tra Antonio e il nonno, all'attenzione del lettore la problematica dell'emigrazione e dell'immigrazione di ieri e di oggi invitandolo ad una riflessione intelligente, aperta e franca. E Giuseppe Marino, che nel corso della sua vita è stato anche un ferreo sindacalista, lascia intuire tra le righe la sua innata voglia di aiutare chi soffre, chi ha bisogno. Questo aspetto umanitario dell'autore, il prof. Antonio Lacaria lo sottolinea nel suo intervento: "Una vicenda storica ricca di umanità nella quale l'autore parteggia per gli umili e gli oppressi". E apprezzamenti e plausi sono venuti anche dal dirigente scolastico Giuseppe Silletta, Vincenzo Rocco Lacava che ha definito il romanzo "neorealistico, sia da punto di vista linguistico - espressivo, sia nel contenuto", da mons. Pietro Pontieri "un'opera originale per la sua tecnica narrativa".
Ancora una volta, dunque, Marino ha saputo
mettere il suo sapere a disposizione di quanti, con lui, si interessano a
Caccuri.
(da Il Crotonese n. 66 del 29-31
agosto 2006, pag. 31)
E’ giunto, in questi giorni, al termine del suo quarto lavoro letterario. Il 10 agosto prossimo, nell’ambito del programma delle manifestazioni della Associazione culturale “ Zeus “ di cui tra l’altro è anche vice presidente, lo presenterà ufficialmente al suo pubblico, ai suoi lettori nei locali dell’Istituto Comprensivo “Cicco Simonetta” di Caccuri. Stiamo naturalmente parlando del grande Giuseppe Marino, di un uomo che del suo paese ne ha fatto lo scopo della sua vita. Le sue quattro opere letterarie sono tutte dedicate a Caccuri e del resto, conoscendolo, non poteva essere altrimenti. In questo suo ultimo romanzo “ In viaggio per una vita migliore. Storie di emigrazione e di lotta” racconta la storia di un viaggio di un gruppo di caccuresi che partì alla fine dell’’800 per l’America alla ricerca, come dice il titolo dello stesso racconto, di una vita migliore. Un periodo storico difficile, complesso in cui trionfava l’arroganza e la prepotenza generando miseria tra la povera gente. Un periodo in cui sia chi partiva, sia chi restava doveva fare i conti, i primi con i proprietari terrieri e i secondi con l’incertezza del futuro. Partenze che si intrecciarono con le lotte di quelli rimasti a Caccuri, costretti anch’essi ad intraprendere un duro e pericoloso viaggio per migliorare le loro condizioni economiche e sociali. Una storia vera che di falso ha solo i nomi dei personaggi e che Peppino Marino ha voluto raccontare con un linguaggio semplice, lineare, scorrevole, senza soffermarsi eccessivamente sulle descrizioni dei luoghi e dei personaggi. Un racconto interessante che pone, soprattutto dopo aver letto le pagine relative al dialogo tra Antonio e il nonno, all’attenzione del lettore la problematica dell’emigrazione e dell’immigrazione di ieri e di oggi invitandolo ad una riflessione intelligente, aperta e franca. Ancora una volta, dunque, Marino, ha saputo mettere il suo sapere, le sue conoscenze storiche a disposizione di quanti, come lui, si interessano a Caccuri.
Franco Loria, corrispondente de "IL Crotonese!
Caro Peppino,
scusami, ma per una serie di ragioni ho completamente dimenticato di
risponderti. Innanzi tutto voglio dirti che il libro l'ho letto in un fiato il
giorno stesso in cui è arrivato. Mi è piaciuta moltissimo l'idea di coniugare il
tema emigrazione con il tema del socialismo; bellissimo poi è l'incontro tra Don
Pasquale ed il suo Ministro. Il discorso del Ministro apre un mondo di quesiti
purtroppo ancora senza risposte esaurienti, specialmente riguardo al nostro
amatissimo Sud.
Ing. Giuseppe Iaconis
Anagni (FR)
Una riflessione sugli
aspetti drammatici dell’emigrazione e dell’immigrazione
Viaggi e lotte
per una via migliore
Caccuri e la sua
gente nel romanzo storico di Giuseppe Marino
di Bruno Tassone
Dopo
tante commedie in vernacolo e la pubblicazione di numerosi libri in cui racconta
la storia di Caccuri e della sua gente, senza tralasciare la poesia, Giuseppe
Marino, ha dato alle stampe un romanzo storico dal titolo “In viaggio per una
vita migliore - Storie di emigrazione e di lotte”, composto da circa 190 pagine,
edito da Mariano Spina Editore.
Il romanzo è ambientato, come la maggior parte della sua produzione del nostro
conterraneo, a Caccuri, ma in periodo particolare della storia italiana,
esattamente nel mese di settembre 1906.
Con linguaggio chiaro, ponderato e per certi versi, semplice, Marino non lesina
le analisi politiche, sociali, storiche e demologiche.
Se la scelta era quella di proporre delle storie romanzate per renderle più
avvincenti e parlare della Caccuri e della sua gente con quell’amore di un
figlio di questa terra, riteniamo ci sia riuscito nel migliore dei modi, anche
perché la parte romanzata non incide sulla veridicità degli avvenimenti, anzi li
esalta.
La difficile transizione dal vecchio al nuovo, l’urgenza di un nuova sintesi
politico-culturale e tutti gli avvenimenti che contribuirono a creare una
rottura col passato, come, giustamente, fa rilevare, non furono colti dai
politici e dai governanti, i quali, come unica soluzione incentivarono
l’emigrazione, senza mettere in conto le sofferenze delle famiglie, colpite nei
valori e negli affetti.
Questo aspetto è colto tutto ed evidenziato con descrizioni colme di patos.
È da segnalare con quanta scaltrezza, in questa fase storica, fa entrare tutti i
caccuresi ponendoli al centro del cambiamento.
Marino parla di un popolo, il suo popolo, per lungo tempo rassegnato alla
condizione subalterna e che un giorno decide di non accettarla più e, nel suo
piccolo, fa una rivoluzione.
I giovani si ribellano, chi partendo ed affrontando l’incognito e chi
affrontando la realtà locale, con tutte le sue conseguenze. Il superamento delle
colonne di Ercole, citato, quasi in modo enfatico, mette in evidenza l’Ulisse
che c’è in ognuno di noi, sempre impegnato nella ricerca del nuovo e, nel caso
dei nostri eroi, della libertà dalla fame e dalla sottomissione.
Una lotta contro il mondo medioevale che resiste agli attacchi del tempo,
nonostante si sia già agli albori della “belle epoque”. Il riscatto,
giustamente, l’autore, lo fa passare attraverso la conoscenza e la sconfitta
dell’analfabetismo.
“Faremo studiare i nostri figli - dice uno dei protagonisti - e, chissà, forse
un giorno saranno loro la classe dirigente”
.L’analisi che si riscontra potremmo definirla: una intelligente riflessione
sugli aspetti drammatici dell’emigrazione e dell’immigrazione
(oggi sofferta da altri popoli più a sud di noi)
ma che negli anni in cui si sviluppano gli eventi raccontati in questo lavoro
erano solo specificità della nostra gente.
È una storia che potrebbe far perdere i limiti della localizzazione, poiché
trattasi di vita vissuta da migliaia di meridionali e di calabresi in
particolare, ma l’inserimento di termini dialettali, fa ritornare alla mente che
trattasi di Caccuri e delle sue specificità.
Un tumulto di pensieri che si accavallano e si insinuano in ogni parte della
mente - e che coglie gli emigranti: l’ignoto, l’impatto con nuove comunità e con
lingue diverse e incomprensibili, la paura del non ritorno, il distacco dagli
affetti familiari, insomma, la paura del nuovo, del non conosciuto, ma tutto
condito dalla speranza di una vita migliore.
Belle le pagine relative alla descrizione di quanti sono rimasti per dare voce e
dignità al lavoratore inerme e succube dei padroni, e la messa in evidenza di
come si sono posti contro i gruppi dominanti, che a malavoglia concedevano poco,
non come cosa dovuta, ma in forma paternalistica, o meglio, come mezzo per
mantenere inalterati i rapporti sociali esistenti.
Col farmacista, che aiuta e promuove la ribellione, ci ricorda che l’istruzione,
il sapere, portano alla consapevolezza di essere uomini con tutti i diritti e
non animali a servizio del padrone.
Marino, con grande capacità descrittiva, evidenzia i sacrifici sofferti dai
lavoratori, la situazione intollerabile della disuguaglianza, la presa di
coscienza e di capacità di innovarsi e di adeguarsi ai più complessi compiti e
pone una serie di motivi critici per un’analisi politica e sociologica, oltre
che storica.
Insomma, possiamo dire che trattasi di una scrittura avvincente, sofferta e
contestualmente entusiasmante per l’autore, impegnato a marchiare in modo
indelebile la sua gente, fiera e cortese, ma non sempre premiata dal destino.
Un intreccio di vicende e personaggi, storie di vita vissuta, da tanti
meridionali, raccontate attraverso uno scritto che fa trasparire l’urgenza di
comunicare senza tralasciare gli aspetti della contestualità storica e
demologica.
Due diari dello stesso periodo, che raccontano il vissuto di circa un mese, in
cui gli eventi sono contestualizzati, in modo tale da dare al lettore la
sensazione di assistere ad uno sceneggiato che raffronta il vissuto di chi è in
viaggio e di chi è rimasto al paese, con un filo di collegamento: Don Pasquale
che condiziona la vita degli uni e degli altri.
Marino, con questo
lavoro, rende giustizia e onori a quanti, col
loro sacrificio, nella distrazione e nella indifferenza generale hanno
contribuito alla crescita sociale delle nostre genti
Chi fosse interessato al libro può chiederlo direttamente all'autore con una e mail