LA CIVETTUOLA FONTANA DI CANALACI

 

     

 

         

    Le rare volte che nonno Saverio veniva assalito dalla nostalgia per il suo paese o quando qualche caccurese sbruffoncello si lanciava in lodi sperticate di Caccuri, paese che nonno amava moltissimo, magari disprezzando altri paesi che riteneva meno illustri e meno belli, si metteva a magnificare la bellissima fontana del suo paese, Giffone, nei pressi della chiesa del patrono San Bartolo, con le sue sette cannelle a forma di pesce fatta costruire dall’amministrazione del sindaco cav. Andrea Alvaro nel 1895 quando lui aveva l’età di 11 anni, 7 anni prima di lasciare il paese nel quale non avrebbe mai più fatto ritorno. Nonno, però, amava moltissimo anche la più modesta fontana caccurese di Canalaci, sia perché fu la prima costruzione che gli si parò davanti la sera che, assieme a un gruppo di “zommari” (cavatori di radica) arrivò a Caccuri che sarebbe poi diventata il suo paese fino alla morte, sia perché fu fatta costruire dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco, barone Guglielmo Barracco nel 1884, giusto l’anno della sua nascita.
     Non sappiamo chi fu l’autore del progetto di questo sobrio, ma nel contempo civettuolo monumento, forse l’architetto Mastrigli che nello stesso anno stava progettando e dirigendo i lavori per la costruzione del bastione merlato e della torre cilindrica che trasformarono il seicentesco palazzo ducale dei Cavalcante nell’imitazione di un castello medioevale, ma non abbiamo mai trovato documenti sulla costruzione di quella che fu la prima fontana pubblica del paese alimentata da una piccola sorgente che sgorga dalla roccia arenaria nella vicina valle del Papa. L’acqua fuoriesce da un bassorilievo lapideo abbastanza degradato e a forma di conchiglia, dalla bocca di un personaggio dal sesso incerto al centro della conchiglia stessa e che i caccuresi ribattezzarono affettuosamente “ ‘a ciota ‘e Canalaci.” Sul lato destro, per chi guarda il monumento, fa bella mostra di sé un magnifico stemma in pietra dell’Università di Caccuri risalente al 1734 raffigurante una torre, le tre colline che circondano il paese con ramoscelli di quercia e olivo.
    Originariamente e fino a un decennio fa la fontana, come tutte le costruzioni dell’Ottocento, era intonacata a calce, poi, “per sembrare lei più bella”, per dirla con Jannacci, l’intonaco fu scrostato per cui se non fosse per la data ancora leggibile qualche architetto o archeologo improvvisato la potrebbe scambiare per un monumento molto più antico dei suoi 135 anni.