Filastrocche |
Giocando
con le parole Nella
grande fattoria di
Cenerentola in
cucina scoperchia la pentola; nella
pentola c’è lo stufato che
i sette nani avrebbero mangiato se
Biancaneve, coltello e forchetta, lo
avesse tagliato fetta a fetta. Ma
la rosea, paffuta bambina preferiva
la minestrina: per
ogni piatto una cucchiaiata e
la cena si è guadagnata a
spese di ogni povero ometto, mentre
nel bosco c’è Cappuccetto col
suo cestino e un mantello perfetto, che
trova un lupo tremante e impaurito perché
un feroce gatto ha incontrato: il
celebre Gatto con gli stivali truce,
terrore degli altri animali che
ha divorato l’orco Ercolino trasformatosi
in topolino. Allora
che
dopo un secolo s’era svegliata, circondata
da fanciulle a torme (accidenti,
però quanto dorme!) sposò
il giovane Peter Pan e,
quando giunse la torta a tre piani, fra
tanti evviva e battimani, si
vide il giovane Pollicino che
tracannava un bicchiere di vino e
poi Pinocchio e Hansel e Gretel e la vecchina, che
riempiva una calza di lana, però
le calze son tutte rotte e
io vi auguro la buona notte. Il gatto Un
marinaio di Trebisonda Per
fortuna giunse un natante
FILASTROCCA
DELLA PANDEMIA Filastrocca
delle campane Per
tutti i bimbi che non hanno pane. Manca
il pane, qui sulla Terra, Ciò
che non manca mai è la guerra. Soffre
il bambino della Nigeria; nel
suo paese c’è tanta miseria, mentre
il fanciullo della Sierra Leone soffre
perché non fa colazione. Il
bambino di Palestina Gradirebbe
un po’ di pastina, un
gelato, i canditi, i torroni, invece
vive tra bombe e cannoni. Filastrocca
del girotondo, combattiamo
la fame nel mondo; quando
c’è fame non c’è mai pace, la
rabbia cresce; la rabbia non tace. Filastrocca
del baccalà Si
riaffermi la solidarietà; la
carità che non sia pelosa ché
la giustizia è un’altra cosa. Rendiamo
ai poveri il nostro maltolto Perché
per questo soffrono molto, così
la fame sparirà e
allora la pace trionferà. Giuseppe Marino
Filastrocca
della bestia umana Filastrocca
della vecchia Terra per
gli animali che non fan più la guerra. da
molto tempo il cane e il gatto Han
stipulato un curioso patto che,
alla luce dell’esperienza, rende
piacevole la convivenza: più
non s’azzuffano, sono felici, vivono
in pace e da buoni amici ed
alla vecchia aggressività han
preferito la solidarietà. Anche
col topo il moderno gatto ha
stipulato il medesimo patto e
ora il piccolo roditore vive
tranquillo e senza il terrore di
servire da bocconcino al
feroce nemico felino. La
colomba e lo sparviero solcano
insieme lo stesso cielo ed
il lupo quasi protegge pecore,
agnelli e l’intero gregge. Per
le bestie dell’universo farsi
la guerra ora è tempo perso; meglio
la pace e la vita serena che
l’odio, il rancore, il dolore, la pena. Solo
un bestia fa ancora la guerra: un
essere immondo che infesta la Terra, il
più crudele, il più feroce dal
cuore nero e dall’animo truce. Ammazza
i suoi simili senza pietà Per
cupidigia, per avidità, ma
sempre in nome della libertà, della
giustizia, dell’uguaglianza e
per il mondo non c’è più speranza.
Giuseppe Marino
Filastrocca della domenica Filastrocca
del dì del riposo Per
l’idiota di quel tifoso Che
allo stadio va ad esternare La
sua rabbia repressa e bestiale Distruggendo
i seggiolini, scaraventando
motorini sulle
zucche di altri cretini che
prendon a sassate i questurini. Ogni
volta, col fiato sospeso, con
angoscia, con animo teso, aspettiamo
la trista bravata di
quest’orda scalmanata che
del campo di pallone ha
fatto un luogo di aspra tenzone. Così,
spesso, il campionato Dalla
violenza vien rovinato, lo
scudetto si macchia di sangue e,
con lo sport, il buon senso langue. Piange
una madre con gran dolore Sol
perché l’arbitro nega un rigore E
una manica di cretini Si
trasforma in spietati assassini. Ormai
gli stadi son luoghi di morte E
per andarci ci voglion le scorte; basta
che un arbitro fischi un sol fallo e
si scatena un feroce macello. Si
faccia allora qualcosa in fretta Per
porre fine a questa burletta, a
questo luogo comune immondo del
calcio “gioco più bello del mondo” E
ragionando con mente serena Capir
si potrà che non vale la pena Di
massacrarci in tutta coscienza, di
dare piglio a tanta violenza e,
forse, al gioco più bello del mondo, preferiremo
un bel girotondo. Filastrocca strampalata Filastrocca
strampalata, quant’è
buona la marmellata!; è
ancora meglio dell’insalata, specialmente
di quella scondita. La
pasta è buona, questo si sa, ma
vuoi mettere il baccalà?, e
lo stufato, quando è ben cotto vale
di più di un bel terno al lotto, per
non parlare della pasta al forno, dei
sottaceti come contorno, della
frittura, della frittata, dell’alice
marinata, di
un buon piatto di carne in supplì, di
una bella lepre in salmì. Quanto
è bello potersi abboffare, rimpinzarsi,
un buon piatto gustare, potere
i denti affondar nella polpa senza
nessun complesso di colpa!, e,
invece, ahimè, crudele è la vita e
ci si ritrova a fare la dieta.
Filastrocca della guerra sciocca Filastrocca di mezza sera, è arrivata la primavera; è arrivata su tutta la
Terra, ci ha portato una brutta guerra, una guerra crudele e tetra fatta
da uomini dal cuore di pietra, ma, a soffrirne terribilmente, è, come sempre, la povera
gente. Primavera, primavera, fa’ che finisca prima di sera, ma se questo non si può fare, che almeno si eviti di ammazzare. Basta con missili, bombe, terrore, bombardatevi solo d’amore! Viva la pace, i frizzi e i lazzi, vadano al diavolo fucili e
razzi. Giuseppe Marino
Filastrocca
del vegetariano Filastrocca
del vegetariano Che
mangia verdura a tutto spiano; la
verdura la mangi a spanne perché
non può soffrire la carne, odia
il bollito ed il girello perché
gli spiace ammazzare il vitello, la
bistecca rifiuta a pranzo perché
non venga più ucciso il manzo e
quando vede ammazzare il maiale il
nostro amico ci rimane male, per
non parlare dell’agnellino, del
capretto, dl pollo e tacchino. Dice:
“Le bestie sono creature; niente
più carne, solo verdure!” Ma
la cicoria non è d’accordo, per
lei è solo egoista ed ingordo e,
quando dal suolo si sente strappare, in
verità ci resta un po’ male. Anche
le piante sono creature E
hanno una vita, e che vita dura! Ma
questo è il mondo, ci vuole pazienza! Ognuno
cerca la sopravvivenza Per
cui per vivere e prolificare qualcun
altro bisogna mangiare.
Giuseppe Marino
Filastrocca di come va
il mondo
Filastrocca
un po’ all’antica Ruba
agli uccelli grano e semini, Così
va il mondo, amici cari, Giuseppe Marino
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