Filastrocche per un anno

     Dedico queste filastrocche ai tantissimi alunni con i quali, in trentasette anni di insegnamento, ho vissuto momenti tra i più belli della mia esistenza, ai tanti colleghi con i quali ho condiviso la mia esperienza didattica ed educativa, anche a quelli che non ho mai conosciuto, ma che, insieme a me, sparsi per l’Italia, facevano, quotidianamente, lo stesso duro, esaltante lavoro.

     Le filastrocche sono a disposizione di tutti per essere lette o, eventualmente, utilizzate da qualche collega che dovesse ritenerle meritevoli di attenzione. Ovviamente, costituendo una “proprietà intellettuale” dell’autore ed essendo tutelate giuridicamente, non possono essere riprodotte su altri siti o utilizzate a fini diversi, se non dietro espressa autorizzazione del sottoscritto.

                                                                                                                                         Giuseppe Marino

 


   

         

           Gennaio

Filastrocca del granaio
per questo lungo e freddo gennaio,
un mese che arriva con un po’ d’affanno
perché ci porta un nuovo anno,
fra auguri, brindisi, frizzi e lazzi
e, per una notte, ci rende pazzi.
Ma poi i guai cominciano dopo
per chi è povero e non ha fuoco
perché gli auguri di capodanno
al freddo e al gelo ristoro non danno.
Ci vuole legna al focolare
se ci si vuole riscaldare,
mentre candidi fiocchi di neve
cadono spinti da un vento lieve
e imbiancano il monte, la valle, il crinale
nella gelida notte invernale.
Però gennaio, così inclemente
Con quelli che soffrono e non han niente,
è anche il mese della Befana
che i bimbi buoni ricopre di doni
e, invece, a quelli che buoni non sono,
porta comunque un piccolo dono
perché i bimbi son tutti giulivi
e non esistono bimbi cattivi.  

 

 

            



 

 Febbraio

Filastrocca dell’arcolaio

per il mese di febbraio,

di tutti gli altri il più piccino,

ma, anche  il più freddo e malandrino

ché fa soffrire la povera gente

che non ha legna, che non ha niente.

Questo mese breve, breve

copre il monte e il piano di neve,

gela i fiumi e le fontane

e fa soffrire chi è senza pane.

Per fortuna c’è il Carnevale

Sempre allegro, giocoso e ilare

Con frizzi, lazzi e mascherine

per far felici bimbi e bambine.

Anche i grandi allora son contenti

e metton da parte affanni e tormenti.

Febbraio corto e maledetto,

avrai, forse, qualche difetto,

ma per tre giorni scacci i guai

per renderci allegri, felici e gai.  

 

 

                           Marzo 

 Filastrocca dell’ostello

per questo mese pazzerello,

un po’ col sole, un po’ con l’ombrello;

un mese pazzo come la vita

fatta di pene e di gioia infinita,

fatta di odio, fatta d’amore,

fatta di rabbia e di dolore,

fatta di stenti e patimenti,

di valori e di sentimenti.

 

Questo mese così cangiante,

così mutevole ed incoerente

del freddo inverno decreta la morte

 e a primavera dischiude le porte

per cui il giorno di San Benedetto

la garrula rondine è già sotto il tetto.

L’aria ora è fresca, serena e pulita

e, all’improvviso, rinasce la vita

e il profumo degli alberi in fiore

porta la gioia negli occhi e nel cuore.

 

 

  

     

 

Aprile

 

Filastrocca assai gentile

Per il dolce mese di aprile,

il mese dei fiori e del dolce tepore,

 un mese strano per il pescatore

per via di un certo curioso pesce

che nella rete, però, non finisce,

ma si risolve, ogni volta in burletta

per la gente un pochino distratta.
Aprile è il mese del dolce dormire,

sarebbe bello potere poltrire,

ma la vita  scorre più in fretta

e questa è davvero una disdetta

perché l’eccesso di frenesia

provoca tanta malinconia.

Ma ora bando ai pensieri cattivi!

Il dolce aprile ci renda giulivi,

ché a primavera la vita rinasce

cancellando il dolore e le ambasce.

 

 

                 

           
    
Maggio

 

Filastrocca del coraggio,

eccoci ora nel mese di maggio

con rose e fiori di mille colori

e con la festa dei lavoratori,

un tempo festa di lotta, son certo,

ora ridotta soltanto a un concerto,

mentre il lavoro è ancora un miraggio

in questo strano mese di maggio

per tanti giovani disoccupati,

dal precariato vessati e umiliati.

E allora giova pensare ai fiori,

agli uccellini, ai profumi, ai colori

della campagna, dei boschi e dei prati

per ritrovarci felici e beati.

Pensiamo ai nidi, agli uccellini

che cantan pei grandi e pei piccini

però a volte i grandi son matti

perché da mille pensieri distratti

 e non capiscon che basta un sorriso

a render sereno e splendente un bel viso,

ma per un sorriso che vince le angosce

ci vuole tanto, troppo coraggio

in questo strano mese di maggio.

 

 

               <
      Giugno

 

Filastrocca del mugugno

e siamo giunti al mese di giugno

Quando biondeggiano al sole le messi

e gli studenti son sempre depressi

per via degli esami ormai imminenti

che son forieri di ansie e tormenti.

Ma giugno porta in dono l’estate,

il sole caldo, le lunghe giornate

piene di luce e di calore

che ci riscaldan le membra ed il cuore.

Ci porta pure i frutti maturi,

le greggi in marcia  per i tratturi

pesche, albicocche, prugne e i meloni

e, non di rado, tante elezioni

che son, però, un altro tipo di esami

che, a volte, laureano perfino dei salami.

 

 

                    

            

                 

 

            Luglio

 

Filastrocca un po’ in subbuglio

Per il torrido mese di luglio,

il mese della mietitura

e di quell’opprimente calura

che refrigerio ci spinge a cercare

nelle limpide acque del mare,

nei caldi giorni che il solleone

ci spinge sotto il capiente  ombrellone.

Ma le acque non sempre son chiare

e le spiagge pulite son rare,

così che al posto della tintarella

ci coglie spesso la tremarella

al pensiero di qualche infezione,

di qualche malanno, di qualche vibrione

perché questo mondo è davvero malato,

sconvolto, depresso, ferito e violato

avrebbe bisogno di una qualche pezza,

ma viene sepolto dalla monnezza.

Voi mi direte che ciò è pessimismo,

e cercherete un nuovo eufemismo

per dire che si, i problemi ci sono,

ma che al mondo c’è ancora del buono.

Certo che c’è, ci mancherebbe!,

sennò la vita che senso avrebbe?,

ma per trovarne ancora un pochino

bisogna cercarlo col lanternino.

Ma ora tuffiamoci nell’azzurro mare

sdraiamoci al sole a riposare

e se, per caso ci assale la rabbia

costruiamo un castello di sabbia.

 

 

 

                      

              Agosto

 

Filastrocca dell’arrosto

per il gaudente mese di agosto

un mese gaudente perfino in Brianza

perché la gente è tutta in vacanza

ed è in vacanza in ogni posto

perché si celebra il ferragosto

e anche persone, di solito serie,

in questo mese son pure in ferie.

Le città sono tutte svuotate,

le autostrade roventi e intasate

e per andare da Agrate ad Arcore

ci vogliono almeno un sei – sette ore.

Però che bello scottarsi al sole

ridursi la pelle come braciole,

lasciarsi cuocere su spiagge assolate,

con molto più gusto se sono affollate,

tra finti vip e comari vere,

grida, schiamazzi di donne ciarliere

e ragazzini che, sul più bello,

addosso ti svuotano il loro secchiello,

colmo di sabbia o di acqua salata

che, in quel momento, ti sembra gelata.

Ma il tempo vola e alla fine di agosto,

ogni cosa ritorna al suo posto

e, fra rimpianti e nostalgia,

si torna alla solita frenesia.

 

             

                     

 

 

 

                     

Settembre

 Filastrocca delle vie sgombre
per questo mese di settembre
che, come un pugile scatenato
e dallo sparring caricato,
alunni e insegnanti colpisce ai fianchi
riportandoli a scuola tra i banchi,
fra registri di iscrizione
e sedute di programmazione,
ponendo fine, tra molte lagnanze,
alle brevi, gradite vacanze.
Intanto il caldo comincia a scemare
talché la gente rientra dal mare.
Archiviato il caldo d’agosto,
nell’aria avverti il profumo del mosto
e, mentre a falcate l’autunno avanza,
è giunto il tempo della transumanza.
Le mandrie discendon, muggendo, la valle
attraverso  i pianori, le erte e le calle,
or nelle case il lavoro ferve
e le massaie preparan conserve
pregando i santi con l’Onnipotente
che questo inverno sia un po’ più clemente
e lo fan senza piagnucolare
mettendo la legna nel focolare.

 

Ottobre 

 Filastrocca un po’ malandrina
in questa fredda giornata ottobrina.
L’autunno avanza, si allungan le ombre
ché siamo già nel mese di ottobre,
il mese del mosto che bolle nei tini,
di prataioli e pregiati porcini,
delle castagne, dei frutti di bosco,
di San Remigio e di San Francesco,
il santo del povero lupo di Gubbio
la cui esistenza mi provoca un dubbio:
“Ha ancora un senso la povertà,
la fratellanza, la carità
mentre la gente rincorre ricchezze,
averi, sostanze, fortune, agiatezze?”
Ma forse è meglio pensare al mosto
da qualche giorno in cantina riposto
che bolle e ribolle nel capiente tino
per trasformarsi in pregevole vino,
un vino forte che annebbia la mente,
così la gente non pensa più a niente,
un vino forte e generoso
capace di metter la mente a riposo.

 

               Novembre

 Filastrocca delle conquiste
di tutti i mesi, Novembre è il più triste
perché ci ricorda tutti i defunti,
i nostri parenti, i nostri congiunti,
gli amici più cari che ci hanno lasciato
in questo mondo desolato,
un mondo che ogni giorno è peggiore,
un mondo di lutti, fame e dolore.
Per fortuna c’è San Martino,
il santo del mosto che diventa vino;
con la sua estate breve e gradita
ci riconcilia con la vita
regalandoci un raggio di sole
per rinnovare il suo gesto d’amore.

 

 

Dicembre 

 Filastrocca delle ombre ,
eccoci, alfine, nel freddo dicembre,
il mese nel quale, senza ombra di danno,
cala il sipario per il vecchio anno,
mentre in paese si ammazza il maiale
perché a dicembre si è già a Natale,
il compleanno di Nostro Signore
che viene al mondo e non trova tepore,
perché oltre al gelo di un tempo inclemente,
spesso, c’è quello  che emana la gente
che, in preda al più becero egoismo,
ha messo al bando amore e altruismo
per cui non basta un babbo Natale
a bandire dal modo l’odio e il male.
Però il Natale ci rende più umani,
più solidali, altruisti e più buoni
talché arrivati  a Capodanno,
malediciamo il vecchio anno
e, come è d’uso per il trasformista,
al nuovo anno facciamo la festa,
salvo aspettare ancor San Silvestro,
per preparagli di nuovo il capestro.

 

 

 

                           Attenzione!!!

                   Proprietà intellettuale dell'autore e tutelata giuridicamente.. Vietata la riproduzione non autorizzata.
                                                                                                                     

               1 

               2  http://s5.histats.com/stats/r.php?371533&100&62&urlr=&www.webalice.it/giuseppe.marino50/Commedie/Filastrocca mesi/mesi.htm

               3