Discorsi politici
                                                                                                

                                                         

 

 

Aula consiliare Cerenzia 1987

Saluto al dottor Larsen, funzionario dirigente della U.E in visita alla Comunità Montana Alto Crotonese

 

A nome mio, degli Amministratori della Comunità montana, dei Sindaci e delle popolazioni locali, mi è gradito porgere al dott. Larsen ed agli assessori regionali presenti il più cor­diale saluto ed un ringraziamento per la sensibilità e l'atten­zione mostrata per i problemi della nostra realtà testimoniata

con questa gradita visita che consentirà, certamente, di operare una ricognizione delle problematiche della Calabria e delle zo­ne interne, in particolare, che del territorio calabrese costitui­scono il 95% circa.Nel dare il benvenuto agli illustri ospiti mi preme sottoli­neare i bisogni della nostra gente, le difficoltà, la precarietà di una situazione socio-economica disastrosa e, nello stesso tempo, le enormi potenzialità di sviluppo, le risorse umane e naturali,che, per troppo tempo,sono rimaste inutilizzate lasciando la Calabria nella emarginazione e nel sottosviluppo,contribuendo all'esodo massiccio di interi paesi,allo spopolamento e all'ulteriore immiseri-mento dello intero Mezzogiorno.
   Il Mezzogiorno e la Calabria in particolare,hanno conosciuto, nel corso dei secoli,lo sfruttamento,il malgoverno,la emarginazione e l'abbandono per cui il divario tra queste zone e quelle industrializzate del Nord si è sempre più accentuato;  la povertà,accentuata dai nuovi bisogni,è andata crescendo per cui alla gente non è rimasto  altro  che  emigrare in cerca di fortuna ,e tale fenomeno ha creato nuovi e drammatici problemi sociali In questi ultimi anni poi,la crisi internazionale,la stagnazione  produttiva,i processi di ristrutturazione di grandi complessi industriali con l'espulsione di manodopera già occupata,hanno fatto si che si chiudesse anche questa importante valvola di sfogo della emigrazione,costringendo,anzi,molti emigrati al rientro e facendo aumentare il numero dei disoccupati: 200,000 nella sola Calabria; padri di famiglia sprovvisti di reddito; giovani e meno giovani di 25 - 30 anni che non hanno mai avuto un posto di lavoro e che lo cercano disperatamente; laureati,diplomati,tecnici: un enorme potenziale produttivo che non riusciamo ad utilizzare.

In passato sono state spese in Calabria some consistenti, ma il decollo economico non c'è stato. Ciò perché le risorse finanziarie so no state dilapidate e disperse in mille rivoli,  in operazioni spartitorie,frammentarie e non coordinate per l'assenza di una seria programmazione per l'utilizzo razionale delle risorse locali. Ecco perché,oggi, in Calabria, nel Crotonese,nella nostra Comunità Montana, abbiamo tutto  ed abbiamo bisogno di tutto.
    Abbiamo tutto,nel senso delle enormi risorse disponibili che vanno dall'uomo e dalla sua capacità di operare, alle enormi risorse idriche costituite da numerosi fiumi e torrenti che solcano il nostro territorio (Lese,Lepre,Lipuda,Vitravo e tanti altri), dall'energia che le nostre centrali idroelettriche producono e che non riusciamo ad utilizzare,alle bellezze paesaggistiche,alle nostre coste,per larga parte incontaminate,alle suggestive località silane, all’ enorme patrimonio storico culturale in una zona che è stata il punto di incontro di millenarie civiltà, da quella Enotra a quella Romana, Basiliana, Normanna e così via, ai nostri ruderi archeologici che hanno suscitato la ammirazione di grandi personaggi della cultura europea,  dal De Lujnes al Lenormant. a letterati e archeologici inglesi, tedeschi, scandinavi. Risorse e potenzialità di sviluppo immense, ma abbiamo bisogno di tutto .

In primo luogo dello sviluppo di una viabilità moderna e razionale che, partendo dalle grandi arterie che lambiscono la nostra Comunità Montana (la statale 106 - Tarante - Reggio Calabria - e la statale 107 Crotone - Cosenza),. colleghino i paesi dell'interno (Savelli,Verzino, Umbriatico,  Carfizzi, Pallagorio, S. Nicola) in modo da rompere il secolare isolamento di questi centri consentendo loro di beneficiare del consistente flusso turistico che annualmente tocca la Calabria .

Occorre poi imbrigliare i nostri torrenti realizzando degli invasi allo scopo di regimare, in primo luogo le acque evitando cosi i periodici dis­sesti idrogeologici sul territorio, ma, soprattutto, per lenire l'atavica sete delle nostre popolazioni in una Regione sulla quale cadono ogni anno ben 30 miliardi di metri cubi di acqua (che. attualmente, non imbrigliate raggiungono immediatamente il mare) per rendere irrigue le nostre terre e favorire la riconversione delle colture, creare il prato pascolo e con­sentire uno sviluppo della zootecnia finalizzata, soprattutto, alla produ­zione dì carni alternative e per sviluppare le coltivazioni tipiche mediterranee : occorre potenziare In rete interpoderale  per la meccanizzazione del­le colture; fornire ai contadini agli operatori agricoli tutta una serie di servizi di assistenza tecnica per la valorizzazione delle colture, la riconversione e lì impianto di nuove specie più produttive e più competitive,fornire i servizi di elettrificazione e di approvvigionamento  idropotabile,  metanizzare i centri del comprensorio.  Nel settore turistico vanno realizzate strutture ricettive, attualmente insufficienti, dotate di attrezzature di svago, di intrattenimento dove si possa praticare sport,dove si possano effettuare escursioni, dove ci si possa acculturare.

Dobbiamo porci, infine, dopo decenni di forestazione selvaggia ed improduttiva,il problema di una forestazione produttiva in una realtà in cui opera una industria come la Cellulosa Carta che produce il 5056 della pasta di cellulosa prodotta in Italia e che è costretta ad importa re milioni di tonnellate di legname dalla Iugoslavia.

Queste sono le cose di cui abbiamo bisogno,queste sono le cose che chiediamo,queste sono le cose che intendiamo realizzare e che abbia mo puntualizzato nel nostro piano di sviluppo economico e sociale recentemente adottato.

Ma sappiamo che non sarà facile realizzarle se non ci mettiamo a lavorare seriamente e di concerto comuni,Comunità Montana, Regione,Ue,ognuno per la parte di propria competenza.

Alla Regione, alla Giunta testé costituitasi,chiediamo una seria programmazione degli interventi e dell'utilizzo delle risorse ponendo fine alla logica degli interventi settoriali, frammentari e clientelari; di concedere le deleghe per la gestione degli interventi adeguatamente programmati.

Ci stiamo dotando,come Comunità Montana,di piani di sviluppo,di progetti per la sistemazione e la difesa del suolo; per la valorizzazione e la commercializzazione dei nostri prodotti della flora,della fauna, del patrimonio ambientale e culturale.

Chiediamo che tali progetti siano vagliati con attenzione e, se meritori, avviati alla realizzazione.

Alla UE chiediamo una particolare attenzione per il Mezzogiorno d'Italia troppe volte penalizzato da politiche Comunitarie tesi a favorire paesi forti economicamente e politicamente a scapito di aree come le nostre che non chie­dono di essere assistite,s ma di essere messe in condizione di produrre beni vendi bili e richiesti dal mercato a prezzi remunerativi e competitivi : di essere messe in condizioni di essere artefici del proprio sviluppo economico e sociale.

Ecco perché ammettiamo grande importanza alla programmazione ed al coordina­mento degli interventi al fine dì evitare errori già commessi in passato, ac­cavallamenti, sperperi e sprechi.

Siamo certi che ognuno dì noi saprà fare la sua parte.
                                                      
Giuseppe Marino

                    Presidente della Comunità Montana Alto Crotonese

 

 

 

           Intervento al XVII Congresso della Federazione PCI di Crotone - 2 marzo 1986 – Sala “Oscar Romeo” – Tufolo – Crotone

Compagni,
in molti interventi ieri è stato sottolineato il carattere straordinario di questo nostro XVII Congresso. Se è stato convocato un congresso straordinario, è stato detto, evidentemente si sono verificati eventi straordinari che richiedono un’analisi serie a attenta della situazione politica, del nostro ruolo come forza politica, del che fare per realizzare quel grande processo di rinnovamento, di risanamento della vita pubblica e dell’economia che ha come presupposto fondamentale l’alternativa democratica che le tesi pongono al centro del dibattito congressuale. E perciò ritengo che in questa occasione si debba discutere molto sulle tesi, focalizzando la nostra attenzione sui problemi in esse contenuti evitando di perderci in una discussione che, abbracciando, come si è soliti fare, tutta una serie di problemi, anche locali, ci faccia perdere di vista l’obiettivo fondamentale.
Ecco perchè, da Presidente della Comunità montana vi parlerò pochissimo dei problemi di quest’ente e solo per evidenziare i limiti di una istituzione che, in assenza di deleghe, rischia di rimanere un guscio vuoto, un ente che potrà magari fare un po’ di assistenza, ma non certo promuovere lo sviluppo ed il decollo delle zone interne. L’esiguità dei bilanci, l’insensibilità della Regione, l’assenza di deleghe limitano fortemente la possibilità di questi enti intermedi e, se è vero come è vero che negli anni le varie comunità montane hanno accumulato dei residui passivi, è anche vero che con qualche centinaio di milioni all’anno non si promuove lo sviluppo economico di tredici comuni. Comunque non credo siano questi la sede ed il momento per approfondire il discorso, dal momento che non mancheranno certamente le occasioni per farlo.
Ora voglio entrare nel merito dei problemi congressuali.
Compagni, la sconfitta al Referendum opportunamente voluto dal nostro Partito per contrastare una linea di politica economica iniqua ha rappresentato il culmine di uno scontro tra due modi di fare politica: quello che da decenni vuole scaricare i costi della crisi sempre e solo sui lavoratori, sui ceti deboli, sugli emarginati e quella che vuole che tali costi siano pagati da chi ha avuto sempre modo di accumulare risorse, di speculare, di arricchirsi sulle spalle dei lavoratori e dello Stato. Era evidente che una sconfitta di tale portata avrebbe ingenerato nel Partito  scoramento, sfiducia, senso di frustrazione e di impotenza, specialmente in considerazione della ancor fresca flessione nelle amministrative, tanto che alcuni compagni s’interrogavano sull’opportunità di cambiare il nome del nostro Partito e dell’annullamento della nostra diversità. Le forze del Pentapartito celebravano il loro effimero trionfo, mentre noi ci mettevamo sulla difensiva.
     Oggi la crisi del Pentapartito, dopo il fallimento negli anni scorsi di tutte le altre formule, la travagliata vicenda della legge finanziaria, l’ingovernabilità della politica economica nonostante la favorevolissima congiuntura internazionale, il riemergere del terrorismo fanno crollare quel castello di trionfalismo e di “decisionismo” che sorreggevano il Pentapartito ad aprono spazi al rilancio della nostra azione politica del resto mai appannatasi, le nostre proposte, la grande forza di un partito come il nostro.
   Tutto ciò fa apparire alla nostra portata la formazione di quel governo di programma che noi proponiamo e che dovrebbe rivoluzionare la logica della costituzione dell’Esecutivo partendo non già dalle formule per ricavarne un programma, ma dal programma per definire alleanze e quindi un governo che questo programma dovrebbe realizzare. Io , però, ho i miei dubbi sulla possibilità di riuscire a varare un governo di programma per tutta una serie di problemi.
 Quale programma vogliamo elaborare e con quali forze?
    Compagni, io ieri ho apprezzato lo zelo con il quale alcuni compagni tentavano di individuare tali forze, ma era chiaramente un arrampicarsi sugli specchi. Si parlava di forze politiche in generale, di forze cattoliche, imprenditoriali etc.
    Compagni, diciamocelo francamente: un governo per entrare nella pienezza dei suoi poteri deve avere i numeri in Parlamento e non i pare che nell’attuale Parlamento questi numeri ci siano: Ci potrebbero forse essere in un nuovo Parlamento, ma, in questo caso, ci sarebbe bisogno di un passaggio elettorale, di elezioni anticipate. Un governo di programma che vedesse la nostra partecipazione dovrebbe porsi come obiettivo la lotta alla disoccupazione, lo sviluppo dell’economia, la difesa di conquiste irrinunciabili dei lavoratori, oggi minacciate da un disegno moderato; la lotta agli sprechi, al parassitismo, per una informazione democratica, una battaglia contro le lottizzazioni. Tutto ciò implicherebbe una battaglia per un uso diverso delle risorse, per il reinvestimento dei profitti che molte aziende stanno accumulando; significherebbe tagliare le unghie ai lottizzatori, agli accaparratori di potere. E non mi sembra che oggi altre forze politiche possano accettare un programma del genere se è vero come è vero che ripropongono la vecchia politica dei due tempi, si accapigliano per la Rai , si battono (vedi le recenti proposte sull’utilizzo dei risparmi sulla bolletta energetica) per l’aumento non tanto delle entrate dello Stato, il che sarebbe giusto, ma per l’incremento dei profitti degli industriali senza chiedere loro la benché minima garanzia o impegno per l’occupazione.
    Forze politiche che, arrogantemente, ripresentano un decreto legge emendato mentre ancora le camere lo stanno discutendo; forze politiche responsabili dello scempio del territorio meridionale che non trovano di meglio che definire sanfedisti i sindaci meridionale che si battono non già per l’impunità degli abusivi, tutt’altro, ma per modificare una legge iniqua ed inapplicabile (dispiace che simile accusa sia rimbalzata con superficialità anche in questa sala); forze politiche che vogliono il contrario di ciò che vogliamo noi. Ecco perché sono convinto che un governo di programma sia oggi irrealizzabile. E poi una piccola riflessione: se malgrado tutte questi ostacoli si riuscisse davvero a costituirlo, magari anche con la DC , non verrebbe ad esser allontanata la prospettiva dell’alternativa? Chi avrebbe il coraggio di proporre di riproporre un governo di alternativa ad un ipotetico governo di programma che riuscisse a conseguire un qualche successo ancorché parziale?  Mi convince molto di più la proposta del compagno Ingrao di un governo istituzionale  perché ritengo che se oggi non si modificano le regole del gioco, se non si trovano nuove regole che impediscano a governi autoritari di calpestare impunemente le Camere, se non lo stesso dettato costituzionale; se non si riesce ad impedire che partiti che spuntano come funghi, che raccolgono voti di sparuti gruppi (lighe venete, pensionati, mani unite, dita intrecciate, pugni aperti o chiusi) che possono condizionare pesantemente la vita politica escludendo dal governo del Paese forse politiche ben più consistenti come il nostro Partito, avremo sempre e solo una democrazia bloccata nella quale forze eterogenee rappresentanti di interessi corporativi troveranno sempre il modo di mettersi d’accordo, non per lo sviluppo della democrazia, per il risanamento economico o per l’occupazione, ma per il soddisfacimento dei loro interessi ed egoismi.
          Cambiare le regole del gioco non significa, però, solo riforma elettorale o monocameralismo.
Significa anche modificare i meccanismi di spesa, di decisione sugli investimenti, dei criteri di nomina negli enti; significa dare maggiore autonomia agli enti locali, deleghe, decentramento di luoghi decisionali e di servizi. Forse questa proposta potrà apparire altrettanto problematica di quanto lo sia quella del governo di programma, ma sono convinto che valga la pena di tentare questa carta. Detto questo, mi dichiaro d’accordo con l’emendamento del compagno Bassolino sull’energia. Vedete, compagni, a parte il fatto che la scorciatoia nucleare renderebbe più facile risolvere oil problema energetico prescindendo dalla questione ecologica e quindi vanificherebbe ogni sforzo per la ricerca e l’utilizzo delle fonti energetiche alternative ed integrative, tra qualche anno ci ritroveremmo a dover affrontare il problema dell’alto costo dell’uranio. Va tenuto conto anche del fatto che non passa giorno senza che, anche sul nostro giornale, non compaiano notizie su incidenti a centrali nucleari  che, solo per fortuna, non hanno avuto conseguenze catastrofiche. (Nota:  queste parole furono pronunciate il 2 marzo 1986; il 26 aprile 1986, meno di due mesi dopo ci fu l’incidente di Cernobyl)
    C’è poi il problema delle scorie e dei cimiteri di scorie, ma non soltanto questo. Dopo circa trent’anni di esercizio le strutture del reattore non garantiscono più a sicurezza; la centrale  viene spenta, ma non smantellato per i rischi che un’operazione del genere comporta. Il reattore viene chiuso ermeticamente e resta lì per secoli come una vera e propria bomba nucleare sempre pronta ad esplodere in caso di sisma o altri eventi, anche, magari, dolosi. Anche per le centrali a carbone, nonostante si cerchi di minimizzare le conseguenze devastanti sull’ambiente, i rischi di inquinamento e per la salute sono anch’essi grandi.
   Questo, cari compagni, non è terrorismo psicologico; è puro buon senso, desiderio di battersi per un ambiente pulito, vivibile, sano, per l’utilizzo di energie alternative. Mi rifiuto di considerare l’ipotesi della costruzione di centrali nucleari o a carbone come l’unica possibilità offerta allo sviluppo economico e all’occupazione, trascurando altre possibilità.
    Occupazione si, ma in un ambiente sano e vivibile.
 Ecco perché la Sezione di Caccuri ha votato all’unanimità i due emendamenti

                         Giuseppe Marino

 Castelsilano - Edificio scuole elementari

COMUNITÀ  MONTANA  ALTO  CROTONESE  DI  PERTICARO
RELAZIONE  PROGRAMMATICA
PREMESSA

La Comunità Montana Alto Crotonese con sede in Perticaro di Umbria-tico, vive, come tutte le comunità montane della Calabria e del Mezzo­giorno, una crisi di identità dovuta alla mancata concessione, da parte dell'Istituto regionale, delle deleghe in materie fondamentali quali la promozione, lo sviluppo e la programmazione dell'agricoltura, per la realizzazione degli interventi di sistemazione idrogeologica, ed idraulico- forestale per la difesa del suolo, anche attraverso l'utiliz­zazione degli operai idraulico forestali; la delega in materia urbanisti­ca e per la programmazione degli insediamenti produttivi; la delega com­pleta in materia di artigianato. Tutto ciò nonostante la legge istituti­va delle O.M. preveda espressamente la concessione di dette deleghe la cui assenza vanifica il ruolo stesso dell'Istituto impedendogli di pro­grammare e realizzare qualsiasi serio intervento sul territorio.
       Compito fondamentale di questa Comunità Montana sarà perciò quello di continuare ad alimentare una grande battaglia per la concessione del­le deleghe indispensabili al buon funzionamento della stessa ponendosi alla testa di questo movimento. Solo cosi potrà essere conquistato un v ruolo ed uno spazio autonomo di intervento e di programmazione, fra l'altro messo in pericolo da proposte e progetti di istituzione di altri en­ti alternativi alle comunità montane.
      Il primo problema che la nuova Giunta dovrà affrontare e risolvere è quello della definizione delle modifiche da apportare, alla stesura del Piano di sviluppo economico e sociale e della successiva approvazio­ne. Definito tale importantissimo strumento ed alla luce di ciò che la stesura quasi definitiva dello stesso suggerisce, il Programma va arti­colato su alcune direttrici fondamentali che dovranno guidare l'attivi­tà della Giunta. Esse sono:

 a)    sviluppo, potenziamento e riqualificazione dell'agricoltura e della zootecnia;
 b)    turismo ed agriturismo; promozione ed incentivazione del cooperativismo;
 c)    razionalizzazione e potenziamento dei trasporti pubblici;
 d)    promozione e sviluppo delle attività commerciali;
 e)    battaglia per l'ottenimento delle deleghe e per una  riqualificazione del ruolo della Comunità Montana1.

Occorrerà, altresì, trovare il modo di occuparsi del grave problema del­la viabilità intercomunale che crea grossi problemi allo sviluppo econo­mico e sociale ed alle stesse comunicazioni nel territorio, attraverso l'apertura di vertenze con altri enti(ANAS, Amministrazione Provinciale etc.) e, se possibile, nei limiti oggettivi della capacità di spesa del­la Comunità, con piccoli interventi diretti ad alleviare i disagi delle popolazioni..
     Particolare cura va posta nella programmazione degli interventi nei vari settori al fine di evitare una eventuale polverizzazione delle ri­sorse finanziarie o la realizzazione, nei diversi centri, di inutili doppioni a volte tra essi concorrenziali. In particolare gli interventi specifici e le direttrici fondamentali nei vari settori saranno i seguenti.

                                                                     AGRICOLTURA E ZOOTECNIA

1)  redazione di un piano generale delle acque per collina e valle;
2)  creazione dm un supporto tecnico per l'assistenza agli agricoltori ed agli allevatori( consulenza legale e finanziaria, tecnico - scientifica, per la commercializzazione, per le innovazioni tecnologiche e la riconversione delle colture);
3)  concessione di contributi per la realizzazione di piccoli invasi collinari e per la riconversione delle colture e la creazione del pra­to pascolo;
4)  creazione e potenziamento delle infrastrutture rurali ( elettrificazione, acquedotti, viabilità) attraverso gli strumenti finanziari per le aree interne, P.I.M. etc.)
5)  realizzazione di impianti per la lavorazione conservazione del prodotto (centro per la coltivazione e conservazione fun­ghi, conserve alimentari, oleifici etc.);
6)  concessione di contributi per l'utilizzo facile campagne di energie alternative pulite ( metano, eolico, solare, biomasse etc.).

                                                                      TURISMO ED AGRITURISMO

1)  censimento delle risorse turistiche ed agrituristiche e delle potenzialità da sviluppare;
2)  attività di promozione turistico - culturale delle caratteristiche peculiari della C.'M,', di informazione sui beni ambientali, cul­turali, paesaggistici sul territorio regionale e nazionale median­te la diffusione di depliants ed altro materiale illustrativo sulle spiagge di Strongoli e di Melissa, sulle rovine di Acheronthia, sul Castel­lo di Caccuri, l’ ostello di Savelli, le tombe romane di Strongoli,monumenti di Umbriatico etc.,  lingua, tradizioni, costumi della Comunità " Arbesh";
3)  organizzazione, in collaborazione con altri enti, di gite ed escur­sioni di collegamento tra il turismo costiero e l'interno al fine di far conoscere le risorse delle zone interne;
4)  creazione di una mappa dell'offerta agrituristica dell'interno;
5)  impegno per la realizzazione delle opere di interesse turistico inserite nel Piano per le aree interne (centro termale di Bruciarello, oasi faunistiche, aree attrezzate,,restauro chiese di particolare valore artistico - culturale, strade panoramiche etc.);
6)  opera di sensibilizzazione e di stimolo nei confronti delle ammi­nistrazioni comunali per la programmazione e realizzazione di infrastrutture turistiche e per il tempo libero (impianti sportivi, biblioteche, centri sociali etc.);
7)  interventi per la conservazione e protezione dell'ambiente e delle bellezze paesaggistiche.  

                                                                                    TRASPORTI

Interventi presso gli organismi competenti per il potenziamento dei trasporti pubblici e  per la realizzazione di collegamenti pubblici efficienti e razionali tra i diversi centri abitati del Comprenso­rio.

                                                    MOZIONE E SVILUPPO DELLE ATTIVITÀ COMMERCIALI

L'analisi della situazione esistente allegata al Piano 'di sviluppo economico e sociale mette in evidenza una estrema polverizzazione e despecializzazione deì punti di vendita all'interno della Comunità Montana. Ciò
riduce sensibilmente la fruizione di redditi da parte degli operatori commerciali, crea disagi al consumatore costretto, per l'acquisto di generi particolari, a gravitare sui grossi centri ed impedisce di fatto il decollo del settore nelle zone interne. Pertanto, l'azione della Giunta dovrà tenere presente tale situazione e cercare di modificarla attraverso l'informazione, lo stimolo, l'incentivazione e tutti gli strumenti che potrà utilizzare.

                                                                             ARTIGIANATO

Ci si pone l'obiettivo di creare i necessari supporti tecnici e finanziari per la tutela e lo stimolo  e lo sviluppo delle capacità artigianali presenti nella C.M. e che hanno rappresentato e rap­presentano una delle insostituibili risorse economiche di sviluppo del comprensorio.

                                                                                 DELEGHE

La battaglia di cui alla Premessa della presente Relazione programmatica grammatica dovrà essere combattuta fino in fondo affinché la C.M. possa conquistarsi un ruolo effettivo di- programmazione e di in­tervento che, in un'ottica di decentramento democratico, non può non spettare alle comunità montane.

                                                                     RISORSE IDROPOTABILI

Altro impegno che assume questa maggioranza e quello di contribuire ad assicurare a tutti i comuni della Comunità l'equa eroga­zione dell'acqua potabile facendosi carico di intervenire nei confronti degli organi competenti; infatti, tutti sappiamo quanti di­sagi hanno dovuto affrontare le popolazioni nel recente passato a causa della cronica penuria di acqua potabile.

La presente Relazione programmatica, frutto della collaborazione e dell'intesa delle forze politiche della maggioranza, è aperta ad eventuali contributi costruttivi della opposizione. In ogni caso sarà cercata e stimolata anche la collaborazione delle O.O. S.S. e di massa per la definizione e stesura di piani di intervento nei settori di sviluppo ed occupazionali. E1, inoltre, ferma intenzio­ne della maggioranza riconoscere e valorizzare dL1importante ruolo istituzionale di questo Consiglio al quale nessun potere sarà espropriato negandogli un’informazione puntuale e continua delle problematiche, delle scelte e delle realizzazioni che sarà, invece, chiamato puntualmente ad esprimere scelte, programmare, decidere, contare.

                           Giuseppe Marino
                           Presidente della Comunità Montana
                            Alto Crotonese di Perticaro di
                                        Umbriatico
 

 

                                                                            

 

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 2http://s5.histats.com/stats/r.php?371533&100&77&urlr=&digilander.libero.it/marino50/Discorsi/Congresso.htm