QUANDO
DIO CREO' CACCURI di Peppino Marino |
C’era una volta un luogo meraviglioso, un posto da favola, una
stupenda collina che degradava dolcemente verso il piano. Quando il
Signore decise di creare questo posto incantevole diede fondo a tutta la
sua fantasia, alla sua genialità, alla sua arte sublime. Cominciò dal
basso e creò una serie di spuntoni di arenaria a forma di fungo, a
punta, a torciglione; alcuni ricordavano vagamente forme di animali
strani e bizzarri, piante sconosciute, mostri fiabeschi. Poi cominciò a
creare i fianchi. Per il lato nord ci perse poco tempo e lasciò che
degradasse rapidamente fino al sottostante ruscello; dalla parte
opposta, invece, si divertì a scavarvi grotte meravigliose, anfratti,
cunicoli con l’ingresso adorno di rocce a forma di stalattiti. Man
mano che saliva verso l’alto l’insieme appariva sempre più bello.
Subito sopra le grotte collocò siepi di mirto, di lentischi e di
rosmarino che emanavano tutt’intorno deliziosi effluvi, piante di
alloro, di agave, cespugli di timo e di finocchietto. Il lavoro
procedeva spedito e il Signore era veramente contento e soddisfatto e
avvertiva la gioia e l’orgoglio di chi è cosciente di aver realizzato
un capolavoro. Si fermò un attimo, socchiuse le palpebre, gettò
un’occhiata al lavoro e gli piacque.
Emise un risolino di piacere e decise di darvi un ultimo tocco,
la ciliegina sulla torta, il sigillo dell’opera divina, la firma
dell’artista e creò uno spettacolare spuntone piramidale che svettava
verso l’alto quasi a voler toccare il cielo. Era una formazione
sabbiosa dalla quale spuntavano, qua e là, pezzi di roccia che le
conferivano un aspetto maestoso. Sui fianchi brulli il Creatore fece
crescere l’euforbia, una pianta velenosa, ma i cui fiori coloravano
d’oro la collinetta, poi, dato sfogo all’ansia creativa, si riposò
ammirando compiaciuto lo splendido capolavoro.
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