Ieri ho dato uno sguardo ad alcune foto
scattate nel corso di una gita a Zagarise con l'Università Popolare
Mediterranea tra le quali questo particolare del portone della Chiesa
del Rosario nel quale è raffigurato Tommaso Campanella, al secolo
Giovan Domenico Campanella da Stilo, uno dei più grandi filosofi,
teologi e letterati calabresi e italiani del Cinquecento.
Campanella fu un seguace della filosofia di
Bernardino Telesio, altro grande filosofo calabrese e padre della nuova
filosofia della natura rinascimentale dalla quale trassero ispirazione
intellettuali come Giordano Bruno, Cartesio, Bacone e lo stesso,
Campanella. Per le sue idee, la sua produzione speculativa
illustrata in decine di libri e opuscoli tra il quali il più famoso,
"La Città del Sole" nel quale disegna una repubblica
comunistica teocratica e per avere cospirato per cacciare gli spagnoli
dall'Italia meridionale subì una caterva di processi da parte
dell'Inquisizioni, fu torturato e scontò ben 27 anni di carcere a
Napoli prima di essere scarcerato per l'intervento di Maffeo Barberini,
il futuro Urbano VIII e trascorrere gli ultimi anni della sua via a
Parigi, ospite di Luigi XIII e sotto la protezione del cardinale
Richelieu. Per capire le ragioni dell'accanimento nei suoi confronti da
parte dell'Inquisizione e dei politici del suo tempo, la prepotenza e la
stupidità degli integralisti di ieri e di oggi non è necessario
leggere tutte le sue opere, bastano i due sonetti sotto il suo
bassorilievo.
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