CENNI SUL 1916 CACCURESE
di Peppino Marino

 

              

   Ricostruendo la storia del nostro paesino si prova un misto di nostalgia e di tristezza nel prendere atto che un secolo fa Caccuri era ancora un paese vivo, in fermento, con una rete di servizi pubblici per certi versi più efficiente di quella dei nostri tempi.
   Nel 1916, per dirne una, Caccuri era uno dei pochi paesi dotato di rete idrica sorgenti e serbatoi di proprietà del comune, numerose fontane pubbliche, rete fognaria e servizi igienici pubblici la cui pulizia era affidata alla signora Rosa Lacaria. Oggi delle sorgenti comunali e dei bagni pubblici non ce n’è traccia e le fontane pubbliche quasi sparite e non danno acqua come quella di Canalaci.
   Le aspiranti mamme e le puerpere erano assistite da due ostetriche, Maria Lacaria e Maria Teresa Quintieri, oltre che dal medico condotto Vincenzo De Franco, eccellente chirurgo, ortopedico, dentista, cardiologo, internista come doveva essere a quei tempi un medico di uno sperduto paesino come Caccuri, lontano dai grandi centri e sprovvisti di strumenti diagnostici. Don Vincenzo, fra l’altro riduceva le fratture, spesso con mezzi rudimentali, eseguiva piccoli interventi chirurgici, effettuava diagnosi anche complicatissime, pur non disponendo di ecografi, tac, radiografie e altri sofisticati mezzi diagnostici che la moderna tecnologia mette oggi a disposizione dei medici. Oltre che grande medico, fu anche un eccellente farmacista, un provetto “speziale” ed erborista che preparava pomate, unguenti, sciroppi, decotti con le erbe officinali del luogo per curare i suoi compaesani.
   Sui boschi comunali vigilava la guardia campestre Domenico Caccuri, mentre la pulizia e la custodia del cimitero era affidata al signor Giuseppe Rizzuto. Sull’acquedotto vigilava Vincenzo Fazio, idraulico, fabbro e grande fotografo che immortalò sulle sue lastre paesaggi, eventi, e centinaia e centinaia di uomini, donne e bambini caccuresi del suo tempo.
  A quei tempi a eliminare le buche sulle strade del paese e a tenere pulite cunette e caditoie provvedeva il cantoniere comunale Giovanni Quintieri spesso coadiuvato del netturbino Arcangelo Rao e la guardia municipale Domenico Sciarrotta assicurava il rispetto dei regolamenti comunali e del territorio.
   La cura delle anime, affidate all’arciprete Giuseppe Sabatino Pitaro (don Peppino) che era subentrato a  don Francesco Antonio Lucente, gravava sulle casse comunali con un esborso mensile di 58 lire e 37 centesimi alle quali si aggiungevano altre 12 lire e 50 centesimi che costituivano lo stipendio mensile del sagrestano Vincenzo Quintieri.
  Anche allora c’erano ditte e artigiani ai quali gli amministratori si rivolgevano per l’esecuzione di lavori di somma urgenza che non potevano eseguire col personale dipendente. Tra questi figurava Saulle De Mare, padre del futuro grande invalido di guerra e dirigente della Lega dei combattenti Pietro, al quale ci si rivolgeva per riparare le tubazioni o gli impianti di illuminazione a gas del municipio e di altri locali pubblici soprattutto in occasione delle elezioni politiche o amministrative.
   Nel 1916 tra i fornitori di stampati e materiale di cancelleria del nostro comune figurava la ditta Pirozzi, la storica tipografia crotonese già attiva nel XIX secolo nella quale nel 1879 si stampava il “Giornale democratico” diretto dal cavaliere Demetrio Pirozzi che si avvaleva della collaborazione di Francesco Palmieri – Dima, segretario comunale di Casabona, dell’avvocato crotonese Felice Caivano-Schipani, del medico Cesare Trombetta di Umbriatico e dell’ispettore scolastico Angelo Solito de Solis autore del volume “La teorica degli atti umani in rapporto all’etica, al dritto ed alla politica.”