Antichi luoghi di ritrovo caccuresi

Via Misericordia - La via centrale della vecchia Caccuri

 Nel  XIX°  e nel XX°  secolo molti furono i luoghi di ritrovo caccuresi dove ci si incontrava nei giorni di festa o nei rari momenti di svago per giocare a carte (padrone e sotto), bere qualche bicchiere di vino allungato con la gassosa o, magari, semplicemente per chiacchierare del più e del meno. A questa ultima esigenza erano deputati i saloni dei barbieri che svolgevano contemporaneamente anche il mestiere di calzolaio o le botteghe dei sarti, luoghi spesso frequentati da perdigiorno che discutevano dei più svariati argomenti.

Una delle più antiche bettole di cui si ha notizia è quella aperta nel 1872 da Francesco Marino, un calderaio di Dipignano trapiantato a Caccuri dove aveva sposato una tessitrice figlia di un possidente poi decaduto, donna Cristina Marasco e che, abbandonato l’antico mestiere, si mise a fare l’oste nel locale a pianoterra della sua casa in via Misericordia.

L'antica Bettola di Francesco Marino

Molti decenni  dopo la figlia Luisa  aprì una  osteria in piazza Umberto che rimase aperta fino alla metà degli anni ’60. Negli anni ’30 era stato aperto anche il primo “Caffè” gestito da Antonio Basile. In un locale della famiglia Lucente in via Misericordia che avrebbe ospitato in seguito, anche l’ufficio postale. Nel “Caffè” Basile si poteva degustare, oltre che, il caffè autarchico di cicoria o di orzo, anche la gassosa prodotta in uno stabilimento del Crotonese (la famosa “Acqua e ra Pirucchjiella “ della canzone “ ‘A Caccurisella ) particolarmente apprezzata dai ragazzi, non tanto per il sapore, quanto per la curiosa “Valvola a pallina” che chiudeva la bottiglia e che affascinava le giovani generazioni. Oltre a questi locali vi erano anche due bar; quello di Maria Caputo ( attuale bar Mercuri ) in piazza e quello di Luigi Antonio Quintieri. In quest’ultimo c’era anche un grande bigliardo a stecca per  gli appassionati di questo gioco ed era possibile ascoltare musica suonata una vecchia radio con pick-up collegata ad un altoparlante.

       Il bar Quintieri in via Portapiccola

Fu grazie a quel gracchiante altoparlante che i ragazzi degli anni ’40 e ’50 impararono a conoscere le voci di Carlo Buti, di Odoardo Spadaro, di Tajoli, di Nilla Pizzi, di Claudio villa, di Carosone e di altri divi della canzone.   Luoghi molto frequentati erano anche le numerose osterie sparse nel centro storico dove, oltre che a giocare a carte e bere vino, si poteva anche consumare lo spezzatino o “ ‘a tiella” preparati da Caterina Pisano, in via Misericordia, Caterina Macrì, in via salita Castello o Luisa Blaconà.