Antichi luoghi di ritrovo caccuresi
Via Misericordia - La via centrale della vecchia Caccuri
Nel XIX° e nel XX° secolo molti furono i luoghi di ritrovo caccuresi dove ci si incontrava nei giorni di festa o nei rari momenti di svago per giocare a carte (padrone e sotto), bere qualche bicchiere di vino allungato con la gassosa o, magari, semplicemente per chiacchierare del più e del meno. A questa ultima esigenza erano deputati i saloni dei barbieri che svolgevano contemporaneamente anche il mestiere di calzolaio o le botteghe dei sarti, luoghi spesso frequentati da perdigiorno che discutevano dei più svariati argomenti.
Una delle più antiche bettole di cui si ha notizia è quella aperta nel 1872 da Francesco Marino, un calderaio di Dipignano trapiantato a Caccuri dove aveva sposato una tessitrice figlia di un possidente poi decaduto, donna Cristina Marasco e che, abbandonato l’antico mestiere, si mise a fare l’oste nel locale a pianoterra della sua casa in via Misericordia.
L'antica Bettola di Francesco Marino
Molti
decenni dopo la figlia Luisa
aprì una osteria in piazza Umberto che rimase aperta fino alla metà
degli anni ’60.
Il bar Quintieri in via Portapiccola
Fu grazie a quel gracchiante altoparlante che i ragazzi degli anni ’40 e ’50 impararono a conoscere le voci di Carlo Buti, di Odoardo Spadaro, di Tajoli, di Nilla Pizzi, di Claudio villa, di Carosone e di altri divi della canzone. Luoghi molto frequentati erano anche le numerose osterie sparse nel centro storico dove, oltre che a giocare a carte e bere vino, si poteva anche consumare lo spezzatino o “ ‘a tiella” preparati da Caterina Pisano, in via Misericordia, Caterina Macrì, in via salita Castello o Luisa Blaconà.