Mons. Raffaele De Franco (Caccuri 30/5/1803 - Catanzaro 23/8/1883)
      
           

Monsignor Raffaele De Franco, Vicario di Cariati e di Chieti, Arcidiacono di Strangoli e, successivamente, vescovo di Catanzaro, fu uno dei Caccuresi più illustri nella storia del piccolo paese presilano dove nacque il 30 maggio del 1803 da Antonio e da Agata Florio.  Compì gli studi nel seminario di Catanzaro ove ricevette  la “confirmazione, la tonsura ed i quattro ordini minori” da monsignor Giovanni Francesco D’Alessandria. Si trasferì, quindi, a Roma dove fu ordinato suddiacono dal cardinale Della Porta Rodiani e diacono dal cardinale Zurlo. Nel 1825 divenne sacerdote. Nel 1819 era stato designato quale canonico della collegiata di Caccuri e nel 1827 divenne vicario generale di mons. Giosuè Saggese, arcivescovo di Chieti.  Il 21 gennaio del 1852 fu nominato vescovo di Catanzaro, diocesi che governò per ben 31 anni lasciandovi la sua impronta indelebile.  Nel 1869 partecipò al Concilio Ecumenico a Roma e fu nominato componente della Commissione dei Canonisti nella quale ebbe modo di farsi apprezzare per la vasta e profonda conoscenza del diritto canonico. Durante il suo mandato pastorale nella diocesi di Catanzaro fece ricostruire interamente il Palazzo vescovile e fece ingrandire il Seminario che egli stesso aveva frequentato in gioventù. Fondò anche l’Istituto dei sordomuti e fece frequentare, a sue spese, a Napoli, un corso di istruzione per l’insegnamento a questa categoria di portatori di handicap, al sacerdote Luigi Spadola. Nell’ottobre del 1880 tenne un sinodo diocesano, dopo circa un secolo dall’ultimo che era stato proclamato dal 1vescovo Gori. Fece inoltre erigere il campanile del Duomo di Catanzaro, sotto la direzione dell’architetto Michele Manfredi facendovi collocare cinque campane. Mons. De Franco, oltre che curare le anime,   si interessava anche, più o meno discretamente, di politica, ingerendosi pesantemente nelle vicende risorgimentali. Questo è, almeno, ciò che sospettava il Segretario  Generale dell’Intendenza Stefano Berni che, il 19 ottobre del 1861, lo diffidava dal prendere posizione contro il plebiscito per l’annessione, così come correva voce nel circondario. Ma l’abile plelato seppe sempre sviare abilmente i sospetti continuando a svolgere tranquillamente la sua missione pastorale fino al giorno della morte che lo colse il 23 agosto del 1883. Fu sepolto nel cimitero di Catanzaro. Successivamente un’urna contenente documenti e reliquie del vescovo caccurese fu collocata nella cappella De Franco della chiesa di S. Maria delle Grazie in Caccuri ove rimase fino alla fine degli anni ’60.

                                      Giuseppe Marino

                                               

               

                                                            

 

 

 

 

                                                                         

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