Giovanni Marullo |
Giovanni Marullo, ex
carabiniere, banditore, nacque a Caccuri il 24 giugno del 1881.
Giovanissimo si arruolò nei carabinieri e prestò servizio in vari
paesi tra i quali Borgia. Congedatosi, aprì una rivendita di tabacchi
('u putighinu) in via Chiesa che era gestita dalla moglie, mentre lui
arrotondava le entrate facendo il banditore.
Il giorno se ne stava in piazza ad aspettare che arrivasse
qualche mercante poi, quando il commerciante gli aveva commissionato e
pagato il bando, zu Giovanni partiva per il solito giro del centro
storico. Ogni 100 - 200 metri si fermava, suonava per un po' la sua
trombetta di ottone per attirare l'attenzione della gente e poi, con la
voce roca per il vino e per l'età, magnificava la mercanzia che
si poteva acquistare in piazza. Finito il giro tornava nei pressi
dell'osteria di zia Luisa Marino ad aspettare il prossimo mercante con
la speranza che il suo collega, Angelo Ciorra,
non gli avesse intanto soffiato un altro bando.
Giovanni Marullo era un uomo molto saggio e soleva condensare
questa sua saggezza in massime memorabili che ogni autentico caccurese
conosce. Profondamente attaccato al paese, alle sue tradizioni, alla sua
cultura, soffriva per le offese che vi arrecavano i forestieri, quelli
che capitavano a Caccuri per caso e vi restavano poi per tutta la vita
integrandosi a fatica nel tessuto socio - culturale del piccolo borgo e
contribuendo piuttosto, a snaturane usi, cultura e le tradizioni.
Per questo egli aveva coniato la famosa espressione "'u
paise 'e ra muntagna" parafrasando il più celebre motto "il
paese della cuccagna. " "A Caccuri, constatava con amara
ironia zu Giovanni, l'aria è buona, l'acqua è buona e il collocatore
comunale è buono, logico che ci capita per caso non voglia più
andarsene!". E
continuando questo suo ragionamento, per sottolineare la dabbenaggine
dei caccuresi del suo tempo, notava come solo a Caccuri era possibile
che "il figlio di un mastro bottaio diventasse don Antonio
Tino", venisse cioè considerato un gran signore, pur essendo un
nullafacente, sol perché aveva sposato una maestra di scuola. Questa
sua amarezza, questa poca stima per i suoi concittadini cercava di
annegarla spesso e volentieri in un buon bicchiere, ma essa riaffiorava
sempre più intensa. Ma la
categoria di individui che più detestava erano gli impiccioni, coloro i
quali si divertono a mettere zizzania, ad intromettersi in questioni che
non li riguardano; per questi individui zu Giovanni aveva coniato quella
che forse è la sua massima più celebre: "Ognuno di noi conosce
appena la metà dei ca.... si suoi!", figuriamoci se può conoscere
ed impicciarsi di quelli degli altri.
Il banditore filosofo caccurese si spense il 22 ottobre del 1960,
ma la sua trombetta dorata aveva già da tempo smesso di attirare
l'attenzione delle massaie caccuresi.
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