Giovanni
Simonetta, fratello del più noto Cicco, il grande segretario di Francesco
Sforza, nacque a Caccuri intorno al 1420. Compiuti i primi studi nel paese
natio, si trasferì, insieme allo zio Angelo ed al fratello Cicco, a Milano, al
seguito dello Sforza. Nel 1460 Ferdinando d'Aragona gli concesse i feudi di Rocca
di Neto e di Roccella.
Alla corte degli Sforza l'umanista caccurese
divenne prima cancelliere ducale e poi, nel 1546, segretario particolare del suo
Signore. Dopo la morte del grande condottiero ne immortalò le geste nella monumentale "Rerum gestarum Francisci Sfortiae Mediolanensium ducis"
in 31 libri nei quali raccontò gli avvenimenti che interessarono il Ducato
dal 1442 al 1446. L'opera è conosciuta anche col nome di "Sforziade"
Nel 1480, dopo la morte del potente fratello, subì anch'egli le ire del Moro.
Fu torturato ed esiliato a Vercelli, ma l'usurpatore non ebbe il coraggio di
mandare a morte lo storico che aveva celebrato la grandezza del padre.
L'illustre caccurese morì intorno al 1490.
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