Vincenzo
Maria Raffaele Eugenio De Franco nacque a
Caccuri il 22 luglio del 1882
da Antonio e Maria Ambrosio,
nella casa di via Principe di Piemonte ( il palazzo De Franco di via
Buonasera). Il padre, possidente nato a Caccuri probabilmente nel 1859,
era figlio di Luigi e
di Maria Ambrosio,
figlia di Vincenzo Ambrosio
e di Maria Giuseppa Caccuri.
Era quindi un pronipote di mons. Raffaele De Franco, vescovo di
Catanzaro dal 1852 al 1883.
Completati gli studi
umanistici, si iscrisse all’Università
di Napoli conseguendo la laurea in medicina
e chirurgia. Successivamente si laureò
anche in farmacia.
Dopo aver esercitato per un breve
periodo la professione di medico e di farmacista, divenne
segretario comunale di Caccuri, incarico che ricoprì per molti anni,
senza rinunciare, comunque, a curare gratuitamente i pazienti caccuresi,
collaborando col cognato, il dottor Vincenzo Ambrosio, medico condotto
che egli aveva sostituito, negli anni ’20, nel ruolo di segretario
comunale.
Don
Vincenzo De Franco fu un grande medico; un eccellente chirurgo,
ortopedico, dentista, cardiologo, internista come doveva essere a quei
tempi un medico di uno sperduto paesino come Caccuri, lontano dai grandi
centri e dai centri diagnostici. Così riduceva le fratture, spesso con
mezzi rudimentali, eseguiva piccoli interventi chirurgici, effettuava
diagnosi anche complicatissime, pur non disponendo di ecografi, Tac,
radiografie e altri sofisticati mezzi diagnostici che la moderna
tecnologia mette oggi a disposizione dei medici. Oltre che grande
medico, fu anche un eccellente farmacista, un provetto “speziale” ed
erborista che preparava spesso pomate, unguenti, sciroppi, decotti con
le erbe officinali del luogo per curare i suoi compaesani. Proverbiale,
ancora oggi, oltre che la sua bravura, anche
la disponibilità nei confronti di chiunque avesse qualche
malanno e fosse perciò bisognevole di cure., la saggezza che
evidenziava in ogni occasione. Chissà quanta gente ha salvato in tanti
anni di disinteressata attività?
Don Vincenzo si spense il 13
agosto del 1961 nel palazzo di viale Convento (oggi via G. Dardani)
adiacente la chiusa San Vito.
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