Altri personaggi caccuresi

 Mons. Giovanni Carnuto

            Di questo illustre caccurese si hanno poche notizie fornite dall’Ughelli e dal Barrio.

Nacque a Caccuri sul finire del XV° secolo. Dopo essere stato per un certo periodo di tempo vescovo di Cerinola (CE), il 15 gennaio del 1535 fu trasferito alla diocesi di Cerenzia e Cariati. Si trovava proprio in quest’ultima cittadina nel mese di luglio del 1544 (Barrio) (1)  quando una feroce scorreria dell’ammiraglio corsaro Khair Ad Din,  meglio conosciuto come Barbarossa che, dopo la sconfitta patita ad opera di Andrea Doria a Prevase si era dato alla pirateria,  devastò la cittadina  e provocò la morte di centinaia di persone. Mons. Carnuto fu catturato e condotto prigioniero a Algeri dove morì nel 1545. (D.T. Gallucci – regesti …. Pag. 427).
 La circostanza fu confermata dai coniugi Livia de Costa e Nicolò Interzato che il 10 ottobre del 1551 si presentarono in Caccuri al notaio Domenico Mignaccio per "dichiarare e chiedere che nel mese di luglio del 1544 la città di Cariati fu presa dai Turchi e dal capitano Barbarossa..:"
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 Joannes Carnutus ex Episcopo Carinolensi Episcopus Geruntinus & Cariatenis ann. 1535. Anno autem 1543, in Chariati direptione a Mauris captus, ut constans traditione est, tametsi ad Ughellio nec patria, nec captivitas exprimatur.

                             1) Gabriele Barrio – (De Antiquitate et situ Calabriae)
                            
2) G. Valente, Calabria, Calabresi e Turcheschi nel secoli della pirateria (1400-1800), ed. Framas'

 

Mons. Francesco Antonio Cavalcante

   Nacque a Caccuri nel 1694. Entrò giovanissimo nella Congregazione   dei Chierici Regolari e divenne, in seguito, Preposito generale dell’Ordine. Nel 1744 papa Benedetto XIV° lo nominò Arcivescovo di Cosenza. E’ autore dell’opera “Vindicae Ponteficium Romanorum” pubblicata postuma.

 

                                                                        Fra Cornelio Pelusio

L' abate agiografo Cornelio Pelusio nacque a Caccuri nel XVI° secolo. Nel 1597 scrisse l'opera "De Abbatia Florens et eius filiabus", un manoscritto conservato presso la Biblioteca Nazionale di Napoli che fornisce alcune notizie sul monastero florense. Fu anche  priore florense. Dal 1586 al 1605 ricoprì la carica di  praeses  (preside) della congregazione cistercense di Calabria e Lucania

 

                                                     Francesco Cimino

 Barone di Caccuri, morì a Roma nel 1608  e fu sepolto nella chiesa di San Pancrazio fuori le mura. Una statua ed un’epigrafe ricordano la donazione annua di 3000 scudi  che fece in favore del seminario dei Carmelitani Scalzi di S. Maria della Vittoria.

 Franciscus Cimino eiusdem loci Baro summae pietatis & fidei vir. Hic Seminarium Fratrun S. Teresiae Carmelitarum excalceatorum S. Mariae de Victoriae ad Hortos Sallustianos in Urbe ad Fidem Catholicam propagandam aedificari jam coeptum tribus millibus scutatis annuis primus locupletavit ann. 1608. Quod postea ad S. Pancratium extra muros traslatum est, ubi extat ejus Statua cum epigraphe.

ILLUSTRISSIMO DOMINO FRANCISCI CIMINO BARONI DE CACCURI NEAPOLITANO QUOD SEMINARII CARMEL DISCALCEAT AD FIDEI PROPAGATIONEM PRIMUS FUERIT EX AERE FUNDATOR.

                 G. A. F.

                  Gabriele Barrio (De Antiquitate et situ Calabriae)