Furono più di 90 i soldati
caccuresi che parteciparono alla Grande guerra, molti dei quali
ottennero decorazioni, menzioni d'onore e titoli. Ai 27 caduti,
ricordati nella lapide di via Buonasera (uno dei caduti, Giuseppe
Sellaro, pur essendo stato inserito nella lapide, morì in effetti in
Libia), vanno aggiunti i 51 nominati cavalieri dell'Ordine di
Vittorio Veneto ai sensi della legge 17 marzo 1968 n. 263, 8 insigniti
della medaglia d'oro in ricordo, ma non cavalieri ( il tenente
colonnello Del Bene, Giovanni Guzzo (Iura), Francesco De Marco, Giovanni
Falbo, Vincenzo Guzzo (poeta), Salvatore Lacaria (finanziere), Francesco
Olivito e Rocco Rao (Santa Rania), 4 decorati al valori militare (il
capitano dei CC Umberto Iaconis, i caporal maggiore, nonché fratelli,
Luigi e Rocco Pizzuti e il maggiore Antonio Rizzo (poi generale di
divisione).
Presero parte al conflitto anche Maurizio Sgro, medaglia
d'argento al valor militare, Pietro De Mare, grand'invalido, il
reverendo tenente don Francesco Pasculli, poi legionario fiumano con
D'Annunzio e Giuseppe Gigliotti (fabbro) che, stranamente, non figurano
né tra i cavalieri, né tra i decorati.
Il generale Rizzo, il soldato più decorato dell'esercito
italiano, ottenne due medaglie di bronzo anche in Africa orientale,
mentre il numero di eroi caccuresi aumentò con la seconda guerra
mondiale e nel dopoguerra con la medaglia d'oro Vincenzo Ambrosio,
caduto in Albania, la medaglia d'argento Giovanni Dardani, carabiniere
caduto a Palermo, il sergente maggiore dell'aviazione Francesco Pasculli
di Ettore e il capitano dei carabinieri Giuseppe Del bene, fratello del
tenente colonnello Enrico.
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