Valente fabbro, autodidatta, dirigente popolare, nacque a Caccuri
il 3 novembre del 1881. Partecipò alla prima guerra mondiale e alla
fine del conflitto, assieme ad altri reduci, diede vita alla Sezione
dell'Opera Nazionale Combattenti di cui fu Segretario ed in questa veste
si distinse nelle battaglie per la conquista delle terre. Dopo l'avvento
del Fascismo fu costretto ad accettarne la tessera. Ricoprì poi la
carica di Collocatore e Segretario del Sindacato fascista. Nel 1927 ebbe
l'onore di ferrare il cavallo di Domenico Lopez che portò in groppa Sua
Maestà Vittorio Emanuele III° in visita a Cotronei per l'inaugurazione
della Centrale di Timpagrande.
Mori
a Merano (BZ), dove risiedeva da molti anni, il 7 novembre del
1973.
Dal
Diario di Peppino Gigliotti, Sinigo di Merano 1964.
Come fui costretto ad entrare nel Fascio
"Nei primi
giorni di luglio del '24 il Fascio di Caccuri, venuto a conoscenza delle
mie dimissioni dalla Cooperativa combattenti,
mi mandò a chiamare nella sala del fascio. Il Segretario politico don
Antonio De Franco mi presenta al Direttorio e accenna che questi mi
devono parlare. Prese la parola il signor Antonio de Carlo ('Ntonuzzu
'u PIntu): "Vedi
che il Direttorio di questo Fascio ti invita a tesserarti con noi, dato
che ti sei dimesso dalla tua società. Crediamo che non sarai ostile
all'invito." Rispondendo
feci il mio dovere di ringraziare, "Però
mi dovete ascoltare e prendere in considerazione le mie ragioni, cioè
di voler restare neutrale di ogni qualsiasi organizzazione dato il peso
della famiglia che non mi permette perdere più tanto tempo, tanto più
perché ho fatto per sei anni il servitore ad una società e me ne sono
dovuto uscire pieno di amarezze."
A questo riprese il De Carlo dicendo: Guarda,
non siamo bolscevichi come i tuoi soci e diamo il merito a chi sa
collaborare con noi e diamo pure i premi a chi spettano. Del resto se
non vuoi accettare la tessera siamo costretti a dichiararti sovversivo
perché chi non è con noi è nemico di noi. Ti abbiamo offerto la
tessera dato che sei un combattente perciò ti volgiamo con noi.
Con ciò fui costretto ad accettare la tessera. Il Segretario politico
De Franco fece la proposta a membro del Direttorio quale combattente e
fui accettato in unanime.
Don Antonio De
Franco, Segretario Federale di Catanzaro
Feci presente che in qualità di combattente avevo in possesso la
bandiera di seta con ricami in oro. più tremila lire in un libretto
postale, tutto ciò della Società Ciccio Simonetta che ebbi in consegna
dal dott. Ciccio Lucente e li consegnai al Fascio quale ne ebbi ricevuta
fatta dal dott. don Vincenzo De Franco come segretario amministrativo
del Fascio. Alla partenza di don Antonio De Franco, chiamato a Catanzaro
e nominato segretario politico don Umberto Ambrosio, fui nominato vice
segretario con l'incarico di collocatore e delegato comunale.
L'appuntato
Agostino Nesci, Peppino Gigliotti (secondo da sinistra) e il maestro
Umberto Ambrosio, segretario del Fascio di Caccuri (primo da
destra)
Quanto potei fare nel Fascio di Caccuri
Quando
entrai nel Fascio presi l'impegno di avere per il Fascio la biblioteca
del signor Marco De Franco in omaggio ala sua memoria. La signora donna
Rosina ed i figli ne furono entusiasti e mi consegnarono gentilmente la
biblioteca; fu mio personale operato trasportare dal palazzo De Franco
armadi e libri sistemandoli nella sala del Fascio. Avvenuta la caduta
del fascismo in quella sera inoltrata che arrivarono le prime notizie,
io ero stanco del lavoro ed ero già a letto. Non mi alzai credendo che
la mattina si andava al Fascio per constatare l'avvenimento, invece la
notte stessa successe lo sfacelo e sparirono tutte le suppellettili e
carteggio e non si trovò nient'altro che il quadro di mio fratello
Alessandro quale era stato imposto il nome del Fascio perché il primo
caccurese caduto in guerra.
Mastro Peppino si
dilettava anche a scrivere satire in versi che a volte si rivelano
preziose in quanto contribuiscono a gettare sprazzi di luce su episodi
poco noti della storia di Caccuri che nessuno si sogno mai di raccontare
per cui ricostruire compiutamente il nostro passato risulta spesso quasi
impossibile. Ve ne propongo una con la quale ci fa conoscere
passaggi di proprietà di alcuni terreni comunali e del convento.
Abbozzo
su qualche cosa di Caccuri
I
Santi abbandonati nel Convento
Solo dei delinquenti siete amanti
E maltrattate i buoni ciecamente
Caccuri
dell’Ottocento
Col suo Sindaco incostante
andava alla rovina totalmente
Vendendo per un nulla Destro e Manco
Del Convento
appropriato del Comune
Con tutto l’ortalizio circostante
Don Guglielmo, innamorato pazzo,
invita il Sindaco a mangiare nel Palazzo
Questo
gli fa domanda accarezzando
Questo convento mi piace tanto
Se me lo date. Facciamo la caserma alle finanze.
Fece l’offerta al Sindaco
Del prezzo con tutto l’ortalizio confinante,
prezzo irrisorio , del tutto innominate:
800 lire fabbricato e campo.
Il
Sindaco prontissimo, ridente
Cede a Barracco l’ortalizio ed il Convento;
notaro pronto, vendita effettuata,
il Sindaco ha firmato,
al palazzo Barracco una bella scampagnata.
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