Filastrocche caccuresi

   


   Tra i tanti bellissimi ricordi dell'infanzia che mi fanno compagnia quotidianamente c'è quello di nonno Saverio che considero il mio primo grande maestro, la più preziosa delle mie fonti storiche ed etno antropologiche. Pastorello analfabeta, poi cavatore di radica e contadino cresciuto fino all'età di 17 anni negli anfratti e nelle selve dell'Aspromonte, era una persona curiosa, bramosa di apprendere, amante dell'opera lirica e della letteratura che prima dell'avvento della televisione nei nostri paesini veniva narrata davanti al caminetto dove si raccoglievano tre o quattro famiglie della ruga da uno dei tanti "novellatori" di paese, ma soprattutto un bravo divulgatore, soprattutto col nipote che visse con lui, nella stessa casa, per 16 anni. Da lui appresi per primo queste bellissime filastrocche. Stupenda quella di Ciciarone, parodia di un improbabile brigante caccurese armato di uno schioppo di legno e di un coltello di canna, un brigane buono come tutti i briganti. 


                                                             SARBATURE CARNECOTTA




 Sarbature 'e Carnecotta
quannu 'ncricca e quannu 'ncrocca,
quannu sona lu tommarino
Sarbature è chjinu 'e vinu. 


                                                                LU CINQUE, LU SIE E LU SETTE

E lu cinque e lu sie e lu sette
e lu trapanu ‘ntra’ barretta
(1)
e lu trapanu, e lu trapanu
e lu pizzu re la papara
e lu pizzu e lu pizzu
allu core ti lu ‘mpizzu
e lu core e lu core
e li frocculi cu’ l’ova
e li frocculi e li frocculu
e ‘na spina cota a mazzocculu
(2)
e ‘na spina. e ‘na spina
e ‘na fella ‘e latticinu
e ‘na fella e ’na fella
(3)
E ‘na vacca e ‘na vitella

1) Berretto, coppola. 
2) Mazzetto

3) Fetta

                                                                                          E CHJIOVA E CHJIOVA



E chjiova, e chjiova e chjiova
e la fatta fria l'ova
e lu surice se marita
cu' la coppula re sita

Ciciarone è jettàtu 'ncampagna  

Ciciarone è jettàtu 'n campàgna         Ciciarone si è dato alla macchia
pe' scupetta 'nu pàlu re vigna             per schioppo ha un palo di sostegno per vite
pe' curtellu nu sppicchjiu re canna    per coltello una scheggia di canna
Ciciarone è jettàtu 'n campagna         Ciciarone si è dato alla macchia.

 

Merica bella chi' te vo' lassare?               America bella, chi vuole lsciarti?
Vintiquattr' anni quattrucenti lire.            v
entiquattr'anni quattrocento lire.

 

Oie è duminica                                            Oggi è domenica
ammazzamu a za Ruminica,                   ammazziamo zia Domenica
za Ruminica è malata                                zia Domenica è malata
ammazzamu allu surdatu                         ammazziamo il solldato
'u surdatu è jutu alla guerra                     il soldato è andato in guerra
tirituppiti tutti 'n terra.                                titituppiti, tuttti per terra.

                                          'U mmitu

Caru cumpari, domane te mmitu,                Caro compare, domani ti invito a pranzo,
tu porti 'a carne, ca io portu 'u spitu;        
tu porta la carne ché io porto lo spiedo;
portate 'u pane ca 'u mio è mucatu,           
portati il pane perché il mio è ammuffito,
portate 'u vinu ca 'u mio è acitu,                 
portati il vino perché il mio è diventato aceto,
caru cumpari, domane te mmitu.                
caro compare, domani ti invito a pranzo.

 

                           Follirò

E fo e follirò                                                      E fo, e follirò
chi bellu cavallu chi vena mo                      c
he bel cavallo che sta per arrivare! 
E vena carricatu                                             
E arriverà carico
re cuzzupe e muccellatu.                            
di ciambelle pasquali e pane azzimo.

 

                                      E chjiova e chjiova       

E chjiova', e chjiova', e chjiova'                    E piove, e piove, e piove
E la gatta fria' l'ova                                          
e la gatta frigge le uova    
e lu surice se marita                                        
e il topo si sposa
cu' la coppula re sita                                      
con la coppola (berretto) di seta.        

 

                         Misciulla        

Misciulla,                                                           Micina,
due si stata?                                                             
   
dove sei stata?
"A due nanna!"                                             
Dalla nonna
"E chi t'ha datu?"                                         
E che ti ha dato?
"Pane e casu"                                              
Pane e formaggio
"Vena la gatta e te scippa lu nasu"        
Viene il gatto e ti mangia il naso.     

 

                                    E pipe e santu

E pipe, e pipe e santu                             Pepe, pepe santo
E nun crisci cchjiu de tantu!  (1)              
non crescerai più di tanto

(1)  Questa filastrocca si recitava mentre si costruivano le grotte con la sabbia coprendo la mano sinistra con una montagnola di sabbia bagnata che veniva modellata con la destra. Quando si riteneva che la sabbia avesse fatto un po' di presa, si sfilava delicatamente la mano sinistra e, se tutto andava bene, nella montagnola si creava un antro.  La filastrocca era una specie di rito propiziatorio perché la cosa andasse a buon fine)

E qua, e quararà                                 E qua e quararà                  
ha dittu 'u marru                                
ha detto il maestro (artigiano)
'un aperi ccà!  (2)                                          
di aprire qui (questa mano)

2) Questa seconda filastrocca faceva parte di un gioco: uno dei giocatori nascondeva in una mano qualcosa e l'altro doveva cercare di indovinare in quale mano era nascosto mentre la recitava.