Il diritto nel
dialetto caccurese
Una delle cose meno conosciute dai nostri
giovani sono i termini giuridici del nostro dialetto. Qui di seguito ne
riportiamo alcuni oramai in disuso anche perché retaggi di una società
contadina che non esiste più.
Chjubbica
Strada pubblica, tratturo
comunale che attraversa i poderi.
Jussu
(Dal latino Jus),
diritto acquisito a seguito di lunga consuetudine o per altri motivi e relativo
alla fruizione delle acque
pubbliche di una sorgente o di un ruscello, al passaggio attraverso fondi
(servitù). allo sfruttamento di alcune risorse di uso comune
(pascoli, legna etc.) Da "Jussu" derivano molti modi di
dire in parte ancora usati, soprattutto dagli anziani come
"L'ha pijatu ppe' jussu", " 'Ce teni 'u jussu?" per
stigmatizzare assurde pretese che non hanno alcun fondamento.
Lignaticu
Era uno dei jus di cui
godevano i cittadini sui terreni destinati agli usi civici in questo caso quello
di raccogliere la legna secca
'N
cabbella
Il comodato delle greggi.
"Dare 'e pecure 'n cabella" era una forma di comodato d'uso di un
gregge che prevedeva un modesto compenso al proprietario. Chi beneficiava
della concessione si impegnava, alla scadenza del contratto, a restituire il
gregge nella medesima consistenza che aveva al momento della consegna.
Rrumentu
Istrumento, atto
notarile.
Sbarru
La facoltà di accedere in un fondo privato dopo che il proprietario aveva
ultimato il raccolto per lo "scaru" ( da cui scarare
raccogliere, raccogliere quella insignificanti quantità di prodotto
(olive, grano, castagne) sfuggita al padrone.
Terraggiu
Terratico, imposta di affitto di un terreno.