PAPà E IL MULATTIERE |
In occasione della festa del papà il mio
lo voglio ricordare con questa sua piccola, arguta "vendetta." Mio
padre era una persona mite, pacifica, rispettosa del prossimo perfino in
modo esagerato, di buon cuore e sempre pronto a divedere quel poco che
aveva con gli altri, ma, a volte, anche senza mai eccedere e senza
infierire, ma adoperando un’arma innocua, ma nello stesso tempo
micidiale come l’ironia, sapeva vendicarsi dei torti o delle villanie
subite.
Papà ci rimase male al punto che stava per piangere per la stanchezza e
per l’umiliazione, ma mentre l’uomo con le cavalcature lo superava,
chiamò a raccolta le sue forze e riprese orgogliosamente il cammino.
Pochi minuti dopo sbucò a Canalaci, mentre il mulattiere era quasi
arrivato al ponte della Parte. Quando le cavalcature erano ormai
arrivate alla cerza ‘è Parapattu, un’automobile scendeva dalla
Santa Croce. Il cavallo se la vide davanti all’improvviso, si spaventò,
si imbizzarrì e disarcionò il cavaliere che cadde a terra
rovinosamente. La caduta gli procurò la rottura del femore e una vasta
ferita alla testa dalla quale fuoruscivano fiotti di sangue. Alle sue
grida disperate accorsero alcuni uomini dalla Parte e dalla vicina
piazza e lo caricarono su di una sedia che fungeva da lettiga per
portarlo a casa.
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